giovedì 18 agosto 2016

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Dopo circa tre settimane la mia sala da pranzo mi sembra più vuota del solito: non si sente più parlare in italiano nè tantomeno qualcuno che sia lì pronto a scambiare quattro chiacchere… Dovrò tornare ad abituarmici anche se sono passati appena 20 giorni in cui ho avuto il piacere di ospitare varie persone, il fatto di avere qualcuno con cui confrontarti e parlare è davvero rigenerante!
All’inizio sono passati per di qua Francesco e Silvia, che non si sono certo risparmiati nel darmi una mano nell’imbiancare le pareti e nel dare consigli per la fisioterapia dei ragazzi, poi è stata la volta di Don Paolo, direttore del Centro missionario di Venezia, accompagnato dal diacono Tiziano, da alcuni giovani e dai miei genitori: è stata una grandissima emozione! E’ stato bello poter mostrare ai miei il luogo dove lavoro, tema principale dei miei discorsi, e son contento che mi hanno potuto vedere all’opera, anche se per poco tempo: credo che la possibilità di averlo potuto vedere coi propri occhi valga molto di più di qualsiasi parola che gli avessi detto. Ammetto che ero un po’ teso all’inizio perché per la prima volta mettevano piede in un mondo completamente diverso da quello a cui sono abituati e non avevo la più pallida idea di come potessero reagire, poi si son messi anche i ragazzi a farmi sentire un po’ più agitato visto che non vedevano l’ora di conoscerli e mi facevano domande di tutti i generi su di loro. Quando finalmente li ho visti uscire dall’aeroporto mi sono rasserenato e sprizzavo felicità da tutti i pori: li potevo riabbracciare, erano lì per stare un po’ con me!
Ricordo con piacere anche il benvenuto che hanno ricevuto i nostri visitatori in hogar: un bel cartellone di saluto e tutti i bambini sorridenti a fare gli onori di casa, mi sono davvero emozionato! Sentire tutto quel parlare in italiano in sala da pranzo mi ha fatto un certo effetto, mi pareva strano! Molte volte cercavo rifugio tra i miei amici boliviani, mi sentivo più a mio agio con loro che con i miei connazionali e mi veniva più naturale e spontaneo confidare i miei pensieri con loro.
Devo dire che in questi giorni i miei ospiti mi hanno un po’ viziato: mi hanno fatto trovare la cena pronta e si sono offerti di farmi la spesa, davvero troppo buoni! Mi sono sentito “coccolato”, se così si può dire, perché c’era qualcuno che pensava a me e non solo ai ragazzi e mi dava la possibilità di potermi esprimere nella mia lingua natale e di scambiare qualche chiaccherata. Confesso che però a volte mi risultava difficile parlare in italiano perché non mi ricordavo più qualche vocabolo e mi scappava sempre qualche espressione in castellano per la forza dell’abitudine: più di una volta mi è capitato di spiegare delle cose a mia mamma nella lingua di qui invece di farle da traduttore.
Ho vissuto anche l’esperienza di dover far da interprete: non è stato mica semplice! Il fatto di dover aspettare che i nostri visitatori finissero la frase non mi agevolava perché a volte non mi ricordavo parte del loro discorso e dovevo chiedergli la cortesia di ripeterlo mentre in altre occasioni non riuscivo a trovare un’espressione che riuscisse ad esprimere lo stesso concetto in castellano.
La cosa più bella di questi 20 giorni è il fatto che tutti coloro che ci hanno fatto visita hanno regalato qualcosa ai ragazzi: il loro essere se stessi e questo i bambini lo hanno apprezzato moltissimo, lo vedevo dai loro visi sorridenti! Il fatto che qualcuno è venuto dall’altra parte dell’oceano per stare un po’ con loro è ampiamente apprezzato: c’è la gara a chi sta di più in loro compagnia! E non c’è lingua che tenga: a volte basta una carezza, un sorriso, un abbraccio o sedersi in loro compagnia per farsi capire ed iniziare un’amicizia! Credo anche che abbiano ricevuto molto perché l’affetto che questi fanciulli gli hanno dato gli ha scaldato il cuore, l’unico cruccio è che quando stavano facendo l’abitudine a tutto questo è arrivata l’ora di tornare a casa… Pazienza, spero che quanto hanno vissuto in questi pochi giorni gli resti dentro e possa far crescere in loro qualcosa di meraviglioso.
Un grande grazie per aver condiviso un po’ di tempo con noi a Silvia, Francesco, Don Paolo, Silvano, Ornella, Tiziano, William, Marco, Cosimo, Alessandra, Anna e Valentina!
Har baje

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2 commenti:

  1. Caspita marco.....ti dico la verità. ...da mamma, leggendo queste righe mi sono venute le lacrime agli occhi! Quanta emozione, quanta gioia, quanto amore. ... tutte queste persone che ti vogliono bene continueranno a sostenerci con la preghiera, alla quale, umilmente, mi aggiungo anch'io. ....
    Antonella, san Nicolò, mira

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  2. Ciao Marco, grazie mille per l'ospitalità e per averci dato la possibilità di conoscere la realtà del tuo Hogar, il sorriso e la gioia dei bambini che ci hanno accolto rimarrà sempre nei nostri cuori, continua così!!un abbraccio
    William e Valentina

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