All’inizio sono passati per di qua Francesco e Silvia, che
non si sono certo risparmiati nel darmi una mano nell’imbiancare le pareti e
nel dare consigli per la fisioterapia dei ragazzi, poi è stata la volta di Don
Paolo, direttore del Centro missionario di Venezia, accompagnato dal diacono
Tiziano, da alcuni giovani e dai miei genitori: è stata una grandissima
emozione! E’ stato bello poter mostrare ai miei il luogo dove lavoro, tema
principale dei miei discorsi, e son contento che mi hanno potuto vedere all’opera,
anche se per poco tempo: credo che la possibilità di averlo potuto vedere coi
propri occhi valga molto di più di qualsiasi parola che gli avessi detto.
Ammetto che ero un po’ teso all’inizio perché per la prima volta mettevano
piede in un mondo completamente diverso da quello a cui sono abituati e non
avevo la più pallida idea di come potessero reagire, poi si son messi anche i
ragazzi a farmi sentire un po’ più agitato visto che non vedevano l’ora di
conoscerli e mi facevano domande di tutti i generi su di loro. Quando
finalmente li ho visti uscire dall’aeroporto mi sono rasserenato e sprizzavo felicità da tutti i pori: li
potevo riabbracciare, erano lì per stare un po’ con me!
Ricordo con piacere anche il benvenuto che hanno ricevuto i
nostri visitatori in hogar: un bel cartellone di saluto e tutti i bambini
sorridenti a fare gli onori di casa, mi sono davvero emozionato! Sentire tutto quel parlare
in italiano in sala da pranzo mi ha fatto un certo effetto, mi pareva strano!
Molte volte cercavo rifugio tra i miei amici boliviani, mi sentivo più a mio
agio con loro che con i miei connazionali e mi veniva più naturale e spontaneo
confidare i miei pensieri con loro.
Devo dire che in questi giorni i miei ospiti mi hanno un po’
viziato: mi hanno fatto trovare la cena pronta e si sono offerti di farmi la
spesa, davvero troppo buoni! Mi sono sentito “coccolato”, se così si può dire, perché
c’era qualcuno che pensava a me e non solo ai ragazzi e mi dava la possibilità
di potermi esprimere nella mia lingua natale e di scambiare qualche
chiaccherata. Confesso che però a volte mi risultava difficile parlare in
italiano perché non mi ricordavo più qualche vocabolo e mi scappava sempre
qualche espressione in castellano per la forza dell’abitudine: più di una volta
mi è capitato di spiegare delle cose a mia mamma nella lingua di qui invece di
farle da traduttore.
Ho vissuto anche l’esperienza di dover far da interprete:
non è stato mica semplice! Il fatto di dover aspettare che i nostri visitatori
finissero la frase non mi agevolava perché a volte non mi ricordavo parte del
loro discorso e dovevo chiedergli la cortesia di ripeterlo mentre in altre occasioni
non riuscivo a trovare un’espressione che riuscisse ad esprimere lo stesso
concetto in castellano.
La cosa più bella di questi 20 giorni è il fatto che tutti
coloro che ci hanno fatto visita hanno regalato qualcosa ai ragazzi: il loro
essere se stessi e questo i bambini lo hanno apprezzato moltissimo, lo vedevo
dai loro visi sorridenti! Il fatto che qualcuno è venuto dall’altra parte dell’oceano
per stare un po’ con loro è ampiamente apprezzato: c’è la gara a chi sta di più
in loro compagnia! E non c’è lingua che tenga: a volte basta una carezza, un
sorriso, un abbraccio o sedersi in loro compagnia per farsi capire ed iniziare
un’amicizia! Credo anche che abbiano ricevuto molto perché l’affetto che questi
fanciulli gli hanno dato gli ha scaldato il cuore, l’unico cruccio è che quando
stavano facendo l’abitudine a tutto questo è arrivata l’ora di tornare a casa…
Pazienza, spero che quanto hanno vissuto in questi pochi giorni gli resti
dentro e possa far crescere in loro qualcosa di meraviglioso.
Un grande grazie per aver condiviso un po’ di tempo con noi
a Silvia, Francesco, Don Paolo, Silvano, Ornella, Tiziano, William, Marco,
Cosimo, Alessandra, Anna e Valentina!
Har baje
Caspita marco.....ti dico la verità. ...da mamma, leggendo queste righe mi sono venute le lacrime agli occhi! Quanta emozione, quanta gioia, quanto amore. ... tutte queste persone che ti vogliono bene continueranno a sostenerci con la preghiera, alla quale, umilmente, mi aggiungo anch'io. ....
RispondiEliminaAntonella, san Nicolò, mira
Ciao Marco, grazie mille per l'ospitalità e per averci dato la possibilità di conoscere la realtà del tuo Hogar, il sorriso e la gioia dei bambini che ci hanno accolto rimarrà sempre nei nostri cuori, continua così!!un abbraccio
RispondiEliminaWilliam e Valentina