A volte accadono cose che ti riportano con i piedi per
terra, facendoti aprire gli occhi sulla realtà che ti circonda e risaltando
aspetti su cui non ci avevi mai pensato, forse perché si dava per scontato che
non potessero mai accadere: è il caso di quanto successo alle prime ore del
venerdì appena trascorso.
Stavo tranquillamente dormendo quando sento la voce di Don
Eliseo, il nostro guardiano notturno, chiamarmi e poi bussare alla mia camera:
mi son alzato quasi subito, complice il fatto che ero in stato di dormiveglia forse perchè
avevo la sensazione che che qualcosa stava per accadere, e vedo che l’orologio
segnava le due. Il mio primo pensiero era che uno dei ragazzi stesse male perché
era inusuale che mi chiamasse a quell’ora, di solito lo faceva molto prima, e
devo ammettere che son risultato molto sorpreso nel sentirmi dire di seguirlo
verso l’entrata dell’hogar. Non avevo idea del motivo di questa sua richiesta
ed ero allarmato perché il suo volto era teso e preoccupato: quando arriviamo
in prossimità dell’infermeria si ferma, mi indica un punto ben preciso davanti
a me e mi dice che proprio lì aveva visto un uomo, un estraneo camminare e che
è scappato scavalcando il cancello non appena si era accorto della sua
presenza. Rimango di sasso, senza parole, gli chiedo se è sicuro di ciò che
aveva visto perché il cane non aveva abbaiato e ricevo come risposta la
descrizione dettagliata di come era vestito.
Che fare? Prima di tutto mi faccio dire bene il cammino
fatto dal visitatore, mi armo di torcia ed assieme a don Eliseo andiamo a
controllare i saloni delle due televisioni, che si trovano proprio in
prossimità della zona in cui è stato intravisto il losco individuo, per vedere
se tutto era a posto. Fortunatamente non c’era niente di anomalo, nessun segno
di infrazione: nel frattempo cerco di chiamare Liliana per informarle della
cosa. Mentre tentavo di contattarla con il guardiano ci accordiamo per non
uscire dal primo cancello: è pericoloso in quanto, al di fuori del cammino
usato dal personale e dalle auto, per uscire la zona è incolta e l’erba alta
per cui la possibilità che ci possano fare un’imboscata è alta. Si decide di
avvisare dell’accaduto le due ragazze che dormono nella capanna un poco al di
fuori della recinzione: restare lì è un rischio, si deve valutare come
procedere in quanto hanno logicamente paura dopo aver sentito quanto riferito.
I miei tentativi di contattare Liliana non producono
risultati, così procedo ad esaminare le finestre della dispensa e dei dormitori
della ragazze più vicine al luogo in cui è avvenuto l’avvistamento, le uniche
senza un’inferriata alle finestre: meglio sincerarsi di tutto, non si sa mai
che sia successo qualcosa di irreparabile. Don Eliseo accende i riflettori del
campo da gioco e controlla i saloni di studio e il centro fisioterapico: per
fortuna è tutto a posto.
Finalmente ricevo la chiamata di Liliana: la informo dei
fatti, è preoccupata, mi dice che va subito dalla polizia che è a cento metri
da casa sua e mi consiglia di evacuare le due ragazze dalla capanna per la loro
sicurezza, facendole riposare in uno dei dormitori delle bambine. Così faccio,
ricevo una nuova telefonata da parte di Liliana che mi informa che dal presidio
vicino a lei non c’è nessuno, ha dovuto chiamare la centrale a Warnes, lontano
una decina di chilometri circa, che assicurano che verranno a vedere, promessa
che non verrà mantenuta. Rimango con Don Eliseo fino alle tre e mezza, gli dico
di chiamarmi per qualsiasi cosa che possa risultare strana e poi cerco di
andare a riposare, anche se non è facile perché la paura c’è e la
preoccupazione pure per quanto successo.
Il giorno dopo ci si accorda sulle prime misure urgenti da
adottare perché dobbiamo rinforzare il sistema di sicurezza: si chiama un fabbro
per realizzare le inferriate mancanti, si opta per installare dei neon da
collocare nei punti più oscuri e si decide di potare gli alberi e togliere le
siepi per avere più visibilità e per impedire che qualcuno possa nascondersi.
Il venerdì abbiamo lavorato parecchio su questo punto e di lavoro ce n’è ancora
tanto ma non possiamo tirarci indietro, soprattutto dopo quello che è passato! Stiamo
valutando se dotare il guardiano anche di un apparecchio capace di dare una
scossa elettrica ad un possibile aggressore, visto che attualmente non utilizza
alcuna arma di difesa, a meno che non si consideri come tale un palo della
scopa!
In questi giorni mi sto interrogando su questo episodio:
cosa stava cercando quell’uomo? Voleva accertarsi se qui ci sia qualcosa da
portar via, in vista di una seconda visita accompagnato da qualche complice?
Era in qualche modo interessato alle ragazze del nostro centro? E’ entrato
nella nostra proprietà soltanto per avere un accesso agevolato alla scuola,
visto che dagli altri lati è circondata da una strada pubblica ben illuminata?
Oppure ha osservato che c’è un viavai continuo di volontari stranieri (da
qualche giorno sono arrivati i genitori di una delle due ragazze olandesi) ed è
convinto che hanno portato molto denaro con sé? Purtroppo non c’è una risposta,
l’unica certezza è che dobbiamo assicurarci di proteggere questi fanciulli nel
miglior modo possibile perché ci sono stati affidati e per questo non possiamo
far finta di nulla, dicendo che è stato solo un caso.
Tutto questo mi ha dato una scossa, mi ha riaperto gli occhi
sui possibili rischi che si possono correre durante la notte… Mi hanno sempre
detto che è consigliabile non uscire quando il sole tramonta, la gente si
ubriaca, il rischio di vere e proprie imboscate è sempre presente soprattutto
vivendo in campagna: tutto tristemente confermato dai quotidiani locali e dai
pettegolezzi di quartiere. Ho sempre preso le mie precauzioni però dentro le
mura dell’hogar mi sono sempre sentito al sicuro, forse convinto che nessun
malintenzionato si sarebbe avvicinando ad un centro di accoglienza per ragazzi
sfortunati: purtroppo mi son sbagliato di grosso, la Provvidenza per questa
volta ci ha aiutato ed ha protetto i nostri fanciulli però ora tocca a tutti
noi fare la nostra parte, cercando di rendere più efficace il controllo della
struttura specialmente di notte.
Har baje
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