Ieri c’è stata la prima edizione del “Dia de la familia” qui
all’hogar: una sorta di festa di fine anno in cui erano invitati i genitori, i
familiari o i padrini dei ragazzi.
L’idea è nata da Liliana e devo dire che è stata una grande
trovata perché aveva l’obbiettivo di rafforzare il legame tra i bambini e la
famiglia di origine e far conoscere anche le attività svolte all’interno del
centro. Non è mancato l’impegno da parte di tutti e un po’ di tensione c’era perché,
vista che era la prima volta che si faceva una cosa del genere, si voleva far
bene e tutto doveva essere perfetto.
Inizialmente la manifestazione doveva chiamarsi “Dia de los
lazos afectivos” (ovvero giorno dei legami affettivi”, ma Padre Ottavio, il
nostro direttore, ha preferito rinominarla “Dia de la familia” perché i ragazzi
rincontravano i loro cari ma l’evento era anche l’occasione per far incontrare
i parenti con la famiglia sostitutiva, o meglio adottiva, dei loro figli o
nipoti o figliocci che è formata da tutti coloro che lavorano nel centro e che
rappresentano un punto di riferimento per i fanciulli, indipendentemente dall’incarico
svolto.
Uno dei momenti più forti è stato sicuramente quello dello
scambio reciproco in cui il bambino consegnava una lettera molto intima alla
persona che era venuta a visitarlo, ricevendo in cambio un angioletto in gomma
eva con dentro un cioccolatino: l’unica nota stonata è stata il fatto che per
alcuni ragazzi non si era presentato nessuno per cui è toccato al personale
supplirne la mancanza. In quell’atto ho visto reazioni contrastanti: c’era chi
si abbracciava forte forte, chi solamente sfoggiava il sorriso migliore, chi
dava l’impressione di volere che quegli attimi non finissero mai e chi sperava
che quei secondi passassero veloci… Emozioni diversissime e da lì si capiva chi
davvero ci teneva e chi no, si poteva intuire se esistesse o c’era la possibilità di
recuperare un legame affettivo oppure no ed ammetto che mi sono lasciato
prendere dalla cosa: ho perso il conto delle volte in cui ero davvero felice
per questi ragazzi cche con quel gesto esprimevano la gioia di poter rivedere
la persona a cui più tengono!
La giornata è terminata con un po’ di tristezza poiché i
fanciulli sono stati divisi in due gruppi, a seconda se sarebbero andati o meno
in vacanza con i propri cari: momento un po’ delicato e che ho vissuto più di
una volta, difficile da mandar giù e da gestire in quanto ci sono bambini in
lacrime per il fatto che dovranno restare nel centro. A lasciarci per poco più
di un mese è stata più della metà: ne son rimasti 30, molti dei quali hanno
meno di 10 anni, e sarà compito mio e del personale cercare di fargli passare
al meglio le giornate lontane dagli impegni scolastici. Non sarà facile ma
siamo la loro famiglia e ci impegneremo al massimo per renderli felici!
Har baje
Davvero una bellissima idea! Brava Liliana e bravi tutti quelli che hanno lavorato per la buona riuscita!
RispondiEliminaAntonella, san Nicolò, mira