Ormai ci siamo: domani torno dai miei ragazzi! Devo dire che
da qualche giorno sto vivendo sensazioni contrastanti: da un lato c’è la frenesia
di rivedere e riabbracciare i fanciulli e di mettermi subito all’opera,
dall’altro invece c’è un po’ di tristezza nel dover salutare i genitori, i
familiari e gli amici più cari nonché un po’ di nervosismo e di ansia
legata ai dubbi di aver messo tutto in valigia e di non aver superato il peso
previsto dal biglietto.
Mi sembra ieri il giorno in cui son arrivato, un po’ stanco
e deluso da come era andato l’ultimo mese in hogar: senz’ombra di dubbio avevo
le pile scariche e anche voglia di sfogarmi con chi mi è più vicino delle
tensioni vissute in quel periodo. Devo dire che il tempo è volato ed è stato
molto proficuo sotto tutti i punti di vista: ho ottenuto la possibilità di
stare altri tre anni con i ragazzi, anche se mi è stato chiesto di farmi carico
di alcune cose in più, e soprattutto ho avuto modo di staccare quasi
completamente la spina.
Ho avuto la fortuna di poter praticare al meglio la mia
passione: la corsa: ho fatto più di 500 chilometri ma quello che più importava
era godersi il paesaggio e liberarsi dalla “scorie” che le varie difficoltà
incontrate nella vita quotidiana del centro inevitabilmente lasciano. Ho avuto
anche la soddisfazione di migliorare i miei tempi e di aggiungere tre medaglie
alla mia bacheca personale: qualcosa che va oltre le mie più rosee aspettative,
proprio perché non me lo sarei mai aspettato!
La miglior cosa che potesse capitarmi è
stata l’incontro con le persone: dalla festa patronale fino agli incontri nelle
parrocchie e nelle scuole è stato un crescendo di emozioni. Ognuno ha voluto
ascoltarmi o dirmi due parole di stima, mi ha salutato con un sorriso ed uno
sguardo felice di vedermi e più di un bambino mi ha voluto abbracciare, mi ha
applaudito oppure mi ha detto un semplice ma molto sentito “grazie per quello
che fai”… Più di una volta ho dovuto piantare i piedi ben per terra per non
esaltarmi, per non montarmi la testa perché il merito di tutto questo, di
quello che faccio non è mio: sono solo uno strumento con cui il Signore
dimostra il suo amore verso i piccoli ospiti dell’hogar ed ho avuto la sorte
anche di essere il braccio con cui le buone intenzioni di molti si
materializzano… Praticamente senza chi mi sostiene non sarei in grado di fare
quello che faccio!
L’entusiasmo che mi è stato dato, l’interesse dimostrato e i
piccoli gesti che ho ricevuto mi hanno ricaricato le pile e dato nuova energia, che mi servirà moltissimo: un grazie di cuore a tutti, dalle vecchie conoscenze
a quelle nuove conosciute nelle varie occasioni! Ho la certezza che, sebbene
sia a migliaia di chilometri di distanza, c’è chi mi sostiene e fa il tifo per
me, il personale ed i ragazzi: è un bell’incentivo a non mollare, a continuare
su questa strada e, perché no, a dare qualcosa in più!
Continuate a seguirci, un posto nel mio cuore ed in quello
dei bambini ce l’avrete sempre: grazie ancora per quanto mi avete dato in
questo mio breve soggiorno in Italia!
Har baje
Carissimo marco potrai sempre contare sul nostro sostegno a distanza e sulle nostre preghiere! Ti auguro buon rientro ma sono certa che i ragazzi ti stanno aspettando con trepidazione e ti faranno una festa incredibile.
RispondiEliminaAntonella, san Nicolò mira
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