Rieccomi di nuovo in terra boliviana! Un po’ mi mancava non
essere qui, ormai mi sento come a casa e non vedevo l’ora di rivedere i
ragazzi: mi hanno accolto alla grande, con un bel cartellone di benvenuto, e
sono corsi dietro alla macchina che mi ha riportato all’hogar. Appena sono
sceso, sono stato letteralmente sommerso da abbracci, tutti non facevano altro
che ripetere il mio nome ed ho visto volti pieni di gioia per il mio ritorno:
si leggeva lontano un miglio quanto gli fossi mancato! A pochi giorni dal mio arrivo ancora mi
corrono subito incontro appena mi vedono abbracciandomi e non mollandomi più,
sembrano voler recuperare i due mesi che ci hanno separato: è davvero
gratificante, vuol dire che tutti gli sforzi che faccio per loro sono
ampiamente apprezzati.
In questi primissimi giorni ho potuto vedere le opere che
sono state terminate o realizzate in mia assenza: l’infermeria, resa possibile
grazie a dei benefattori lombardi; la costruzione di un piccolo muro per
impedire l’allagamento dell’entrata, avvenuta grazie all’interessamento di
Padre Henke; un tetto al lato del magazzino degli attrezzi e la sistemazione
dei tubi dell’acqua delle docce dei bambini, ottenuti utilizzando delle offerte
che avevo raccolto nel corso dell’anno. Ho potuto constatare però nuovi
problemi nella struttura, primo fra tutti le condizioni del tetto del corridoio
esterno: le prime piogge lo hanno danneggiato pesantemente fino a farne
crollare alcuni pezzi e bisognerà intervenire. Ci son molte cose da fare ma,
senza farsi prendere dal panico e dalla frenesia, son sicuro che si riuscirà a portarle a
termine e non mancano gli imprevisti: ad esempio il consorzio dell’acqua ci ha
detto che devono cambiarci la conduttura e per questo ora mi trovo nella
situazione di dover scavare per circa 150 metri, fortuna che i ragazzi mi
stanno aiutando!
Altre note negative sono nell’aver appreso che il governo,
in aperto conflitto con la Chiesa, sta rendendo difficile la vita degli hogar
attraverso molte ispezioni, spesso a sorpresa, ed ogni occasione è buona per
metterli sotto inchiesta o denuncia: si è arrivati a querelare persino un
educatore per aver solo detto ad un bambino di stare tranquillo! L’atmosfera è
un poco cupa anche perché lo Stato non aiuta e mette i bastoni sulle ruote,
arrivando ad esigere che si controlli in maniera dettagliata l’operato dei centri
di accoglienza per minori e pretendendo di comandare senza dare un soldo in
più. Poiché i costi stanno aumentando e le entrate, per effetto della crisi,
sono diminuite si è deciso di ridurre il numero dei ragazzi e, di conseguenza,
il personale: non è stata una scelta facile ma bisogna essere realisti, se non
ci sono i fondi questa era l’unica soluzione. Ad andarsene saranno i più grandi
che andranno dai Salesiani mentre altri andranno in altri hogar o ritorneranno
in famiglia: la cosa un po’ mi dispiace perché con molti di loro avevo
instaurato un bel rapporto ma quanto è stato deciso è per il loro bene e sapevo
che la loro permanenza qui non sarebbe stata eterna ma rappresenta soltanto una
tappa della loro vita, in cui ho avuto la fortuna di accampagnarli.
Non sono mancati però gli aspetti positivi: tutti, personale
compreso, ha gradito il mio ritorno e soprattutto ho avuto il piacere anche
quest’anno di essere padrino di due ragazzi. Il primo, Jorge Daniel, è stata un
po’ una sorpresa: un anno fa aveva fatto la prima comunione ma soltanto pochi
giorni fa si è scoperto che non era stato battezzato per cui bisognava
rimediare! Visto che la madrina della comunione non poteva venire, la scelta è
ricaduta su di me e, visto che al fanciullo non dispiaceva questa possibilità,
non mi è rimasto che accettare. Il secondo è David, un bel bambino che non parla
molto ma è un monello: non aveva nessuno che si era offerto di fargli da
santolo per la prima comunione e non potevo di certo tirarmi indietro, visto che
ci teneva. La domenica pomeriggio per festeggiarli li ho portati in città a
passeggiare, a mangiare un gelato ed infine siamo finiti in sala giochi dove ci
siamo divertiti un sacco: a volte basta davvero poco per renderli felici! Ed è
bello poter ricominciare così, ripartendo da dove ci si era lasciati, ma con
tanto entusiasmo in più!
Har baje
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