Sono appena finite le feste, periodo in cui si ricevono dei regali e penso a cosa il 2024 mi ha lasciato in dono: ho avuto molto, malgrado mi ci sia voluto abbastanza tempo per trovare un equilibrio e mi sono buttato a capofitto nei mille problemi del centro, ed al primo posto metto l’onore di essere scelto come padrino ancora una volta.
Non è una cosa da poco, soprattutto quando sono questi ragazzi a sceglierti: l’ho imparato con Alex, da un paio di anni nell’hogar Don Bosco, che mi ha letteralmente invitato ad andarlo a trovare con una certa frequenza, spingendo addirittura la psicologa del centro a cercarmi con insistenza. Non ha nessuno al mondo, a parte due sorelle che si trovano in altri due centri e l’unico punto di riferimento è il sottoscritto, padrino di battesimo e di prima comunione (e sì, qui c’è questa consuetudine): quando ho cominciato a fargli visita l'ho trovato triste, svogliato e così ho cercato di spronarlo per migliorare a scuola, di dargli consigli su come ignorare le provocazioni che subisce a scuola ed evitare di venire alle mani, chiacchierando poi su cosa ci capita durante la giornata. La cosa più bella è che mi ascolta, è stato promosso e mi confida cose che difficilmente racconta a qualcuno, sebbene sappia che sono pronto a fargli la ramanzina se combina qualcosa che non va bene. Ci sono affezionato e mi preoccupo per lui, a volte mi chiedo quale sarà il suo futuro se le difficoltà che tutti i centri stanno vivendo continueranno e se potrò aiutarlo in qualche modo. E’ proprio lui che una volta, all’improvviso, mi guarda e mi fa “Marco, sai che l’anno prossimo (2025) farò la Cresima?”, “Sì, certo che lo so” gli rispondo e lui mi ribatte “E sai anche che tu sarai al mio fianco come hai fatto col battesimo? Voglio che continui ad essere il mio padrino”… Che dire, mi ha davvero sorpreso e riempito d’orgoglio, è stato un dono inatteso.
Malgrado l’esperienza con Alex quest’anno non volevo proprio avere altri figliocci, non tanto per l’impegno che avrebbe comportato ma per come mi sentivo dentro. Durante il catechismo i ragazzi spesso cercavano di virare sull’argomento e sono stato bravo a schivarlo ma mai dire mai! A pochi giorni dal battesimo ecco che Liliana chiama il gruppetto che avrebbe dovuto riceverlo per parlarci insieme e sapere chi avevano scelto come padrino o madrina. Dagli autoparlanti sento chiamare prima un nome, poi un altro e un altro ancora: ogni volta tiravo un respiro di sollievo visto che non era il mio e ciò significava che nessuno mi voleva come santolo. Ad un tratto mi vengono a cercare, mi dicono di andare in ufficio da Liliana, mi chiedo il motivo e mi convinco che sarà per il fatto che sono il catechista e il responsabile della pastorale: niente di tutto ciò perchè, attorniato dai ragazzi, mi viene detto che due maschietti avrebbero il desiderio di avermi come padrino… Capisco chi sono, cosa abbastanza facile visto che erano rossi in viso, e scorgo i loro occhi carichi di speranza: come potergli dire di no? Nella loro vita hanno conosciuto più rifiuti che altro, chi sono io per negare questa loro richiesta? So che non sono degli stinchi di santo, uno ha la tendenza ad alzare le mani e l’altro ne combina di tutti i colori di nascosto, ma non è un motivo per dirgli di no, anzi l’avermi scelto significa che hanno visto qualcosa in me di bello e che personalmente non riesco a vedere.
Quel giorno non tutti i fanciulli avevano scelto, c’era chi era a scuola e non era presente: lo avrebbe fatto il giorno dopo. L’indomani, prima della cena, mi si avvicina una ragazza, arrivata qui all’inizio dell’anno e con la quale non ero andato subito d’accordo, anzi più di una volta mi ha risposto per le rime: mi guardava e capivo che voleva dirmi qualcosa ma era frenata dalla presenza di una moltitudine che mi circondava per scambiare qualche parola. Al tocco della campana, quando gli altri entrano nel refettorio, mi guarda, prende coraggio e mi chiede se posso essere suo padrino: rimango di stucco, pareva fosse uno scherzo visto i precedenti, sebbene ultimamente le cose tra noi fossero migliorate. Appena ha sentito il mio sì mi ha trascinato subito da Liliana, forse per paura che cambiassi idea: è così che il destino ha giocato con me, dal non volere nessuno mi son ritrovato ad avere tre figliocci in un colpo solo! Ma va bene così: sono un dono prezioso, nonostante siano tra quelli che più si fanno sentire in hogar per quante ne combinano, perché spesso mi cercano per un consiglio che provano a mettere in pratica, anche se con risultati alterni, e mi danno fiducia, sebbene ci conosciamo da poco, facendomi tirare fuori il meglio di me. Albeiro, Miguel, Danicsa grazie per avermi scelto!
Har baje
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