Siamo in dicembre e si sa che in questo periodo le cose da fare, che già normalmente sono molte, si moltiplicano! A volte manca davvero il tempo ma c'è un aspetto che non voglio prendere sotto gamba, che non devo proprio sottovalutare: i ragazzi!
Cerco di ascoltarli, di capire cosa ci sia dietro le loro parole perchè spesso nascondono un desiderio, una necessità : oggi mi sono concesso un po' di spazio, tetti da sistemare e scartoffie varie possono aspettare, ed ho deciso di dedicarmi a loro. E' fine anno ed è giusto premiare chi mi ha aiutato nell'orto e nella cappella: ho scelto un terzetto e li ho portati a mangiare fuori.
Ero titubante su cosa avremmo pranzato: quest'anno, per una serie di fattori, non si è riusciti a dare una costanza al lavoro tra gli ortaggi e forse premiarli portandoli alla churrascheria sarebbe stato un po' troppo. Cercavo di farlo intendere ai ragazzi, annuivano alle mie parole come per darmi ragione ma vedevo che qualcosa si spegneva nei loro sguardi, come se un desiderio se ne fosse andato per non tornare più. E' questo ed anche l'entusiasmo dei miei tre piccoli amici a farmi cambiare idea e sono riuscito a camuffare fino all'ultimo questo ripensamento: dovreste averli visti ed ascoltati quando si sono trovati davanti all'ingresso di quello che tanto agognavano!
Guardavo contento il più piccolo del gruppo: emozionato, gli brillavano gli occhi dalla gioia! Sprizzava allegria da tutti i pori: mi bastava osservarlo per essere sicuro che non c'era motivo per pentirmi di questa scelta. In quella tavola mi sono sentito davvero bene, stavo con una parte della mia grande famiglia boliviana e mi preoccupavo se dovevo tagliargli la carne, se avevano ancora sete: erano contenti, questo era quello che contava e, come per incanto, tutti i cattivi pensieri, l'ansia per rispettare delle date e il sovrapporsi di diversi compiti si erano allontanati, potevano aspettare visto che era il turno di questi fanciulli che avevo davanti.
Abbiamo mangiato con calma ed alla fine è avanzato qualcosa: volevano portarselo a casa ma mi sono negato, ho spiegato che oggi abbiamo già ricevuto molto ed è giusto condividere, soprattutto perchè siamo vicino al Natale. Hanno annuito, mi hanno aiutato a riempire due sacchettini e poi siamo andati verso la piazza principale per vedere gli addobbi.
Lungo il percorso passo dal mio amico Willy, sorridente come sempre, accoglie i miei piccoli amici e gli fa scegliere qualche film, regalando qualche consiglio. Lo ringrazio e continuiamo il cammino, ci fermiamo ad un semaforo e con la coda dell'occhio vedo un senzatetto che si sta sistemando quello che dovrebbe essere il suo letto, mi avvicino e gli offro uno dei due sacchetti: “è per te”, gli dico, e lui rimane sorpreso per poi letteralmente applaudire per questo gesto e guardando prima il cielo e poi io e la mia compagnia, di risposta annuisco con il pollice in su.
Continuiamo la nostra passeggiata tra le botteghe di artigianato locale e addobbi natalizi quando all'improvviso noto due giovani rovistare in pieno centro tra le immondizie: so con certezza che cercano qualcosa da mettere sotto i denti. Dico ai ragazzi di aspettarmi più in là , loro capiscono cosa ho in mente. Ammetto che ho un po' di paura, non so come reagiranno, mi avvicino e con un filo di voce gli chiedo se vorrebbero un poco di carne. Uno dei due mi fissa, il suo sguardo mi mette a disagio ma mi fa capire come sia sorpreso di vedermi lì, afferra quanto gli sporgo ed insieme mi ringraziano mentre mi allontano in direzione dei ragazzi. Non mi sento di dirgli niente sull'episodio però il più grande, che è pure mio figlioccio, fa un gesto che mi rende orgoglioso: il più giovane dei tre non ce la fa più a camminare, io mi offro di caricarlo in spalla ma lui mi precede e lo farà quasi fino al parcheggio.
Al tornare in macchina dico loro se hanno capito perchè a volte mi arrabbio quando fanno i capricci e non vogliono mangiare quanto hanno nel piatto: quei due giovani che stavano rovistando nella spazzatura sono il motivo e dovremmo dire grazie per avere ogni giorno qualcosa da mettere sotto i denti. Di quanto successo dopo non mi soffermo, credo che è bastato il mio gesto per insegnargli qualcosa: credo che mai come stavolta l'esempio è servito più di mille parole.
Har baje
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