Ormai l'anno sta per finire, le scuole tra due settimane chiuderanno i battenti per le vacanze estive (ricordo che qui in Bolivia le stagioni sono invertite rispetto all'Italia) ed è arrivato anche il periodo dei sacramenti, che mi vede in prima fila sia come catechista che come accolito.
Devo ammettere che mai come quest'anno sono stato preso d'assalto da così tanti dubbi: ho preparato bene i ragazzi? Sono davvero pronti oppure c'è ancora un aspetto che vale approfondire con loro?
Me lo chiedo dopo quasi un anno, al termine di un cammino iniziato a febbraio, vissuto intensamente fino all'ultimo in cui ho dato tutto, cercando di dare la mia testimonianza di fede, e interrotto per ben due volte, uno per il mio periodo di riposo e l'altro purtroppo per delle vicissitudini familiari. Mi interrogo perchè in un periodo così breve il rischio di perdere per strada qualcosa di importante è alto, mi interrogo soprattutto per le ragazze della Cresima perchè so che seguire Gesù non è facile, soprattutto quando la loro storia personale è segnata dal dolore e dalla sofferenza, e non so se sia stato in grado di rispondere in modo efficace alle loro tante domande. Ho tante incertezze, forse perchè non sono un catechista “normale”, nel senso che vede i suoi ragazzi soltanto agli incontri e a Messa, visto che ho il privilegio o l'onere, dipende dai punti di vista, di stare con loro tutto il giorno per cui so come pregano, come a volte detestino il Rosario o vadano spontaneamente in Cappella: credo che sia proprio questa la fonte dei miei tanti dubbi, perchè vivendo accanto a loro pecco di obiettività.
La settimana scorsa c'è stata la celebrazione delle Cresime presso i Salesiani, visto che avevo seguito soltanto cinque ragazze nella preparazione al Sacramento: ero nervoso come e più di loro, da fuori doveva essere divertente vedere come cercavo di rasserenarle mentre io stesso non nascondevo l'emozione del momento, ma ero contento per loro perchè avevamo raggiunto il traguardo che ad inizio anno ci eravamo prefissati. Ricordo che all'inizio siamo partiti col freno a mano tirato, difficilissimo strappargli anche una sola parola ma poi con qualche dinamica il ghiaccio si è spezzato, con tante domande da parte loro che sinceramente mi hanno spiazzato più di una volta ma anche con qualche aneddoto sulle nostre vite che ci hanno fatto conoscere meglio. Mi torna in mente quanto ho insistito, con risultati altalenanti, affinchè ricevessero la Comunione per prepararsi al meglio, cercando di comprendere le loro ragioni e venendo loro incontro, interrogandomi spesso sulla possibilità di chiudere un occhio visto che almeno la teoria, le basi le conoscevano bene. Su qualcuna avevo più di una perplessità ma mi sono meravigliato quando, ad esempio, in una dinamica sul perdono una di loro ha risposto alla grande ed ha capito meglio delle sue compagne il valore di quanto proposto: in quell'occasione mi ha arricchito moltissimo e dato una bella lezione di vita.
C'è stato un momento ben preciso in cui tutti i miei timori si sono dissipati: quando le ho portate a confessarsi. Si sono confidate, non erano del tutto convinte di quello che dovevano dire e attraverso qualche esempio le ho dato quel pizzico di coraggio che le serviva in quel momento: il risultato è averle viste rasserenate dopo l'incontro col sacerdote, un'aurea di felicità le circondava come mai avevo notato e tutto come per incanto mi è sembrato chiaro, erano pronte! Mi sono ricordato di quando era toccato a me ricevere la Cresima, col senno di ora posso dire che probabilmente l'avevo ricevuta con idee meno chiare delle loro ma ho la certezza che con gli anni ha dato dei frutti e continua a produrli: il mio augurio è che questo accada anche per loro, quanto ho cercato di seminare nel loro cuore potrà crescere soltanto se lo vorranno.
Che dire poi invece dei miei ragazzi di prima comunione? Un gruppo difficile, forse il più complicato mai avuto, visto che il cammino con loro è stato un continuo saliscendi, tra chi purtroppo è uscito dal gruppo perchè non gli andava di starci e qualche piccolo incidente di percorso contornato da risposte e domande che mi scaldavano il cuore perchè capaci di centrare il bersaglio al primo colpo quando chiedevo di metterci qualcosa di loro. Mi sono ritrovato a fargli da guida, anche se a volte erano proprio loro a illuminarmi la via quando non sapevo proprio che pesci pigliare, e mi hanno arricchito molto con le loro riflessioni perchè essere catechista non è insegnare qualcosa ma è camminare insieme facendo un percorso di fede in cui tutti danno e ricevono qualcosa. Rispetto alla Cresima tutto mi è più semplice e chiaro: quanto riceveranno è il più bel regalo in assoluto e, se è stato dato anche a chi Lo ha tradito o rinnegato, com'è possibile negarlo? L'unica speranza è che ne capiscano l'importanza e continuino a riceverlo ogni volta che ce ne sia l'occasione. A me basta e avanza quanto mi hanno risposto quando gli ho chiesto cos'è per loro la Prima Comunione: lo custodisco nel cuore perchè mi raccontano che ho seminato bene.
C'è ancora del tempo prima che possano ricevere l'Eucaristia per la prima volta e starò al loro fianco fino a quel momento: so che hanno ancora bisogno di me, di qualcuno che gli dia fiducia come quando, al momento di rispondere alle ultime domande per testarne la preparazione, erano già agitatissimi. Personalmente credo che in quel momento fossi più teso di loro ma allo stesso tempo gli ho infuso coraggio perchè certo che ce l'avrebbero fatta visto che sapevo benissimo chi li aveva preparati e com'era stato il loro percorso, consapevole che potevano cadere ma allo stesso tempo erano capaci di rialzarsi sapendo qual'era la loro meta. Per me è un onore, un privilegio averli potuti accompagnare e continuare a farlo: ciò mi ripaga tantissimo nonostante i tanti dubbi che come catechista continuo ad incontrare lungo il cammino.
Har baje
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