Non so se l'avevo già scritto ma mai come quest'anno sono le ragazze a crearci più di un problema ed alla fine
è toccato pure a me: durante il catechismo due si sono messe a
litigare, con tanto di tirarsi i capelli l'una con l'altra!
Mi è bastato distrarmi per un attimo,
se così posso dire visto che stavo rispondendo ad alcune domande ai
vari bambini che si erano avvicinati a me sul fine dell'incontro, ed ecco che due, già richiamate in precedenza visto che si
stuzzicavano a vicenda con frecciatine, si sono avvinghiate e si
prendevano per i capelli... Al vederle sono rimasto sorpreso, non
avevo la minima idea su cosa fare: dovevo separarle ma non potevo
intervenire direttamente o farmi aiutare dalle loro compagne poteva solo peggiorare le cose. Con voce ferma e decisa le ho intimato di
smetterla, di fermarsi e queste, non so davvero come, si separano e
mi guardano: le dico di tornare ai loro posti, fortunatamente ben
separati l'uno dall'altro, e lo fanno senza ribattere. C'è ancora
rabbia in loro, mi chiedo come sia stato possibile che mi abbiano
dato retta ma il clima resta teso, anche perchè la più grande delle
due litiganti dopo qualche attimo comincia nuovamente a provocare a
parole l'altra. Non mi resta che zittirla, facendo presente che
quanto accaduto è grave e non posso non riferirlo a Liliana, che
come direttrice prenderà i giusti provvedimenti.
Termino l'incontro con la preghiera e
congedo i ragazzi, qualcuno va già alla merenda ma qualcuno resta
per aiutarmi a mettere a posto le ultime cose: tra questi c'è la più
giovane delle due contendenti, è rimasta lì seduta al suo posto e
noto che è dispiaciuta ma anche scossa dall'accaduto, visto che si è
menata con una che ha tre anni in più di lei. Non proferisce parola
e cerco di rincuorarla, di farle capire che forse la prossima volta
ci penserà due volte prima di agire in questo modo ma non ha alcuna reazione,
rimane immobile. La invito ad aiutarmi a sistemare la sala insieme a
chi è rimasto ed accetta, accennando un piccolo sorriso: sono
contento visto che in questo modo può andare più serena alla
merenda, forse in quel momento aveva bisogno più di essere
rassicurata che di un rimprovero e il mio atteggiamento può averla
aiutata in quel senso.
Ora dovevo avvisare Liliana, che di
solito il sabato lavora mezza giornata ed era già stata in centro la
mattina: mi seccava farlo, dovevo disturbarla giusto quando poteva
stare con la sua famiglia, e un po' mi vergognavo per non essere
riuscito a prevenire il litigio ma come direttrice doveva essere
informata. Le mando un messaggio audio e, nel giro di qualche minuto,
mi risponde che sarebbe arrivata a breve.
L'aspetto, sono un poco nervoso visto che non ricordo bene la dinamica di quanto successo, c'era un po' di
confusione come sempre quando sto terminando l'incontro del
catechismo e molti ne approfittano nell'avvicinarmi per chiedermi
qualsiasi cosa, l'unica cosa che ricordo alla perfezione è quando,
alzando lo sguardo, mi sono ritrovato le due ragazze in piena lite.
Vedo arrivare la macchina, scende e le vado incontro: un po' agitato,
le riporto l'accaduto e i nomi delle due contendenti.
Finalmente posso tirare un sospiro di
sollievo, quanto successo non mi è proprio andato giù, mi ha fatto
star male e parlandone mi ha fatto bene, poi sono sicuro che la cosa
non si ripeterà più.
Liliana chiama le due ragazze nel suo
ufficio, al sentire il loro nome un po' mi sento in colpa perchè
sicuramente avranno un castigo, visto che erano già avvertite del fatto che ci
sarebbe stato in casi come questi, ma non avevo scelta. Esce la
più piccola, un po' triste, e resto sorpreso quando Liliana mi
chiama nel suo ufficio: davanti a lei è seduta la più grande,
visibilmente molto più demoralizzata rispetto all'altra. La
direttrice è molto seria, sembra arrabbiata, a dir il vero anch'io
quando la vedo così mi incute un po' di timore, e mi chiede alcune
cose sull'accaduto ed io, seppur con un groppo alla gola, le
confermo. Distoglie il suo sguardo su di me ed inizia la sua
reprimenda alla ragazza: non vorrei essere nei suoi panni! Scopro che
quella lite era la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso:
le vengono ricordate tutte le mancanze dell'ultimo periodo, che
sicuramente non la aiutano e non fanno altro che peggiorare la sua
posizione. Le cose sono chiare: o comincia a cambiare, a mettere da
parte un poco alla volte la parte peggiore di sé emersa ultimamente
oppure ci saranno gravi conseguenze. La ragazza rimane scossa, cerca
di rispondere ma non riesce se non balbettando, qualche lacrima
comincia a rigarle il viso... Si vede che sta male per quanto ha
ascoltato, piange perchè si rende conto che probabilmente ha passato
il limite e forse da sola non ha la forza di cambiare, fa tenerezza
nel guardarla così. Accetta il castigo senza ribattere e, piangendo,
si alza in piedi verso di me: mi chiede di perdonarla e lo fa
singhiozzando. Ne resto sorpreso, riesco a percepire quanto dolore
traspare dal suo cuore per quanto fatto, e non mi resta che darle un
piccolo abbraccio e dirle che sì, la perdono e lascio alle spalle
quanto successo.
Ci son rimasto male per quella lite in
uno dei miei incontri di catechismo? Certo ma questo non mi dà il
diritto di avercela con le due litiganti: so della fragilità che è
nascosta dentro di loro e pronta ad emergere quando meno me
l'aspetto, so che possono sbagliare e continueranno a farlo come lo
faccio io e proprio per questo non posso né giudicarle né
allontanarle per un singolo episodio che può avermi ferito. Posso
solo perdonarle perchè è l'unico modo con cui posso prendermi cura
di loro, per dirle quanto sono importanti e che le voglio bene così
come sono, malgrado le marachelle che ogni tanto combinano.
Har baje
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