domenica 18 ottobre 2020

La missione è un sorriso sulle labbra

 “Che non debba mai dir di no ma sempre un sì con un sorriso sulle labbra”: sono le parole di una bella canzone che non smettono di accompagnarmi da quando sono tornato in febbraio all'hogar e mentre mi faccio tante domande davanti a tutto ciò che la vita ogni giorno mi pone davanti.... Sì perchè grazie anche ad un anno balordo come questo mi ritrovo a mettermi in discussione, gli oltre 7 anni vissuti al servizio di questi fanciulli non mi permettono di vivere di rendita anzi i problemi si moltiplicano, si fanno più complicati e diventa quasi un dovere guardarsi dentro per capire se le ragioni per cui mi ritrovo qui siano ancora valide o meno. 
Ho perso il conto delle volte in cui avrei voluto gettare la spugna negli ultimi mesi perchè la realtà mi pone di fronte a cose che spesso vedo più grandi di me, mi schiaccia con tutto il suo carico di dolore e sofferenza e mi fa sentire impreparato, vinto dalle mie tante debolezze e tentato non so bene in quante occasioni dal prendere l'aereo e tornare a casa... Mi sono chiesto perchè continuare, perchè farlo quando un fanciullo mi insulta o mi risucchia tutte le energie e mi ferisce mentre lo trattengo per evitare che faccia del male a sé stesso o agli altri e la risposta è stata sempre che mi ritrovo qui perchè Qualcuno lo ha scelto e voluto sapendo che è il posto giusto per me, anche se spesso mi è difficile capirne il motivo. Inutile girarci intorno: non è un caso, una semplice coincidenza il fatto di aver preso l'aereo in direzione di Santa Cruz giusto un giorno prima che in Italia si prendessero i primi provvedimenti per contrastare l'epidemia!
Eppure arrivano i momenti in cui i dubbi mi assalgono, mi chiedo “ma che ci sto a fare qui?” ed è proprio in quegli istanti che spesso mi viene incontro uno dei ragazzi e mi abbraccia o vedo qualcuno in un angolino con l'espressione corrucciata: è un segno e le sensazioni negative che avvertivo svaniscono in un attimo. Mi ritrovo così a fare cose che mai avrei pensato di realizzare in vita mia: passare ore con chi stava piangendo e non spiaccicava una parola, aspettando con pazienza che si decida a parlare facendogli sentire che io ero lì per lui e difficilmente me ne sarei andato lasciandolo in quello stato; aiutare qualcuno a non vedere solo il male ma il bene che ha dentro; farsi abbracciare dai più piccoli quando ne hanno bisogno; lavargli bene i piedi per poi curare bene il fungo che hanno; preoccuparsi quando indossano delle magliette strappate o al rovescio ed insegnarli ad allacciarsi le scarpe; piangere per loro e con loro ma anche ridere in loro compagnia. Posso dire senza ombra di dubbio che sì, la missione trasforma: mi ha reso più “umano”, più vicino a chi mi sta vicino e mi spinge, mi invita a tendergli la mano perchè se qualcuno è in difficoltà non posso fare finta di niente, non posso di certo ignorare il suo problema ma ho imparato a farlo mio anche se fa male e non ho la soluzione a portata di mano. 
Mi sorprendo così a sorridere perchè nonostante la stanchezza e le fatiche della giornata arrivo a dormire senza rimorsi o pentimenti, perchè malgrado il giorno sia stato uno di quelli tosti mi capita sempre quell'imprevisto a cui devo dare una soluzione: quante volte mi è capitato ad esempio durante il lockdown, proprio nei giorni in cui il nostro tuttofare era in riposo! In quelle occasioni avevo due opzioni: o aspettare e quindi fregarmene oppure rimboccarmi le mani, anche se al principio non è che mi andasse tanto di farlo, soprattutto quando avevo scoperto che c'erano problemi col sistema fognario! Ho scelto la seconda e in queste circostanze mi scappava da ridere visto che pensavo fosse l'ennesima prova che mi veniva inviata e di certo non l'avrei persa, testardo come sono: magari avrei pasticciato un poco all'inizio ma certamente me la sarei cavata in quanto ero più che sicuro che Chi mi ha messo in quella situazione sapeva già che sarei riuscito a sbrigarmela, grazie al Suo aiuto. Mi ritrovo così a riscoprirmi di non essere mai solo, di non essere in fondo così debole come pensassi perchè Colui che mi accompagna mi fa forte e mi rende strumento del Suo immenso Amore ecapace di realizzare quanto mi chiede: è questa la fonte della mia scelta!
Sorrido perchè essere utile, servire questi ragazzi mi entusiasma, mi appaga e mi sento felice per il fatto di dare il meglio di me in ogni occasione perchè chi mi circonda lo merita nonostante i capricci, le brutte parole, le marachelle. Non sempre è tutto rose e fiori, ci mancherebbe, ma non c'è ricompensa più grande se non quella di vedere i bambini cercarmi  e confidarsi dandomi quella fiducia che so che gli costa dare per un sacco di motivi, realizzare o raggiungere qualcosa assieme a loro partendo dalle loro idee, guardarli ridere, suscitare in loro la gioia di sentirsi importanti, accettati per come sono e riuscire a fargli brillare gli occhi di una luce che da troppo tempo si era fatta debole: tutto questo mi fa ricco e mi permette di andare avanti con quell'espressione di gioia sulle labbra chiamata sorriso. 
Har baje 

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