giovedì 17 settembre 2020

Certe cose non cambiano mai ma...

La situazione qui a Santa Cruz sta migliorando e si sta tornando lentamente ai ritmi ed alle abitudini che c'erano prima della pandemia, ovviamente con tutte le misure di prevenzione del caso, e non mancano le novità a cui ci si deve abituare. C'è solo una cosa che sembra essere rimasta così com'era: la sanità pubblica per cui bisogna continuare ad armarsi di molta pazienza quando ci si deve averci a che fare.
Era da molto che non mi recavo all'ospedale infantile: l'ultima volta è stata il giorno successivo alla proclamazione dello stato di emergenza sanitaria che aveva comportato la chiusura temporanea di tutti i servizi specialistici e di ambulatorio. Da quel momento non ci avevo più messo piede visto che nell'ultimo periodo il servizio sanitario era al collasso ed era preferibile evitare le cliniche perchè erano i luoghi dove il contagio era molto più che probabile. Ora, a distanza di quasi 6 mesi, ero di nuovo lì perchè ci avevano chiamato chiedendoci di presentarci il prima possibile altrimenti rischiavamo di perdere il trattamento gratuito, tra l'altro molto caro, per il bambino affetto da artrite reumatoide: non potevamo permettercelo sia per il bene del fanciullo che per tutti gli sforzi fatti per ottenerlo. Mi trovavo in compagnia sia del piccolo che di Ashley, la nuova responsabile dell'infermeria, a cui dovevo insegnare tutto l'iter per poter accedere alla visita con il traumatologo e come muoversi all'interno dell'ospedale. 
L'inizio non è stato dei migliori perchè alla struttura potevano accedere il ragazzo ed un solo accompagnatore: tocca a me, mi dirigo sicuro in direzione degli ambulatori per ritirare il numero con cui sarei stato ricevuto dal medico ma appena giro l'angolo ecco l'amara sorpresa... Sono diventati zona ad accesso limitato, solo il personale autorizzato può accedervi perchè lì ora sono ospitati i pazienti affetti con covid! Poco male, penso, e vado al pronto soccorso pediatrico perchè mi ricordavo che il dottore presta servizio lì quando non è in ambulatorio. Vado allo sportello e quando faccio il suo nome nel loro volto noto un'espressione come se stessero cadendo dalle nuvole, salvo poi dirmi che le visite esterne sono state spostate in un edificio esterno alla struttura a condizione però di passare prima alla reception per verificare se il ragazzo ha tutti i requisiti necessari per essere ricevuto dallo specialista. Faccio come dicono o almeno ci provo visto che il corridoio di accesso all'ufficio indicatomi ha le porte chiuse, una delle quali ha appeso un cartello che ricorda che l'ingresso è permesso solo alle persone autorizzate. Provo a chiedere a qualcuno se c'è un'altra via per arrivare alla ricezione e solo al terzo tentativo mi rispondono che devo seguire una linea rossa dipinta sul pavimento, il problema è che questa dopo un po' scompare salvo poi ricomparire dopo una decina di metri per cui bisogna osservare bene dove si stanno mettendo i piedi.
Dopo aver ricevuto riscontro positivo per la visita medica esco dall'ospedale e mi dirigo verso gli ambulatori esterni: gli infermieri non vogliono permetterci di parlare col medico perchè hanno già raggiunto il numero massimo di pazienti da seguire per il giorno, dicono di ripassare la prossima settimana ma così facendo avremmo perso il trattamento farmacologico. Insisto ed alla fine devo chiamare il traumatologo stesso per telefono, ringraziando il Cielo di averlo tra i miei contatti, e devo far vedere  ai miei interlocutori i vari messaggi per farmi credere. Alla fine ci rilasciano tutti i documenti necessari per accedere dal medico, nonostante continuassero a brontolare. Dobbiamo aspettare alcune ore ma l'attesa è rotta dal fatto che mi danno una ricetta necessaria per ritirare la siringa con il farmaco da iniettare al fanciullo presso la farmacia dell'ospedale. Ritorniamo quindi da dove eravamo venuti e stavolta ci fanno passare tutti e tre, perchè si erano resi conto che Ashley non aveva la più pallida idea di dove andare: andiamo a farci timbrare quanto il medico ci aveva dato in reception e poi ci rechiamo allo sportello dove distribuiscono i medicinali. Lì ci sorprendono dicendo che quel farmaco non c'è: ma com'è possibile? Ci avevano chiamato proprio per cominciare ad usarlo! Insisto che controllino meglio ma le addette si negano, non mi resta che telefonare al medico che mi invia via whatsapp il documento che attesta che quanto dovevamo ritirare si trova proprio lì. Davanti all'evidenza dei fatti le inservienti non sanno più cosa replicare e non le resta che verificare dove si trovi la fiala di cui abbiamo bisogno: alla fine la trovano e con aria scocciata me la consegnano soltanto dopo aver firmato un apposito registro che ne controlla l'uscita. Contenti finalmente ritorniamo all'ambulatorio ed in pochi minuti tocca a noi: visto che assieme al bambino può entrare solo un accompagnatore invito Ashley a farlo poiché da ora in poi sarà lei a seguire la cosa .
Alla fine ci sono volute più di quattro ore ma ne è valsa la pena: il fanciullo ha potuti iniziare la tanto attesa terapia che dovrebbe aiutarlo in un modo migliore rispetto ai tanti medicinali che ha assunto fino ad ora.
La storia però non finisce qui visto che due settimane dopo devo portare il fanciullo alla visita di controllo: decido di arrivare un po' prima dell'orario consigliato dalle stesse infermerie per essere tra i primi ad essere attesi, purtroppo però avevano cominciato a distribuire i numeri ben prima dell'orario stabilito e mi sono ritrovato ad avere ben 7 persone davanti. Non mi rimaneva che aspettare: non erano ancora le 9 e il medico avrebbe iniziato a visitare alle 10.30, un'eternità che fortunatamente io ed il mio piccolo amico riusciamo a far passare velocemente. Purtroppo il traumatologo tarda ad arrivare ed i tempi si dilatano, praticamente entriamo alle 12.30 ma tutto è ripagato dai controlli scrupolosi a cui viene sottoposto il ragazzino e dalle parole del dottore con cui mi dice che grazie all'ultimo farmaco dalle ultime analisi fatte risulta che non ci sono più infiammazioni in tutto il corpo, praticamente i valori sono quelli di un bambino normale della sua età! Sono contento come lo stesso medico che ha veramente preso a cuore tutta questa vicenda e veramente è valsa la pena aspettare così tanto visto il risultato! Sebbene la sanità con la sua burocrazia e le sue lungaggini non siano cambiate proprio per niente almeno stavolta mi ha riservato delle piacevoli sorprese!
Har baje

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