Mi sono davvero mancati e me ne sono
reso conto quando li ho visti tutti lì, all'ingresso dell'hogar, che
fremevano nel veder avvicinarsi la camionetta che mi stava riportando
da loro... Più mi avvicinavo più il mio cuore batteva
all'impazzata, potevo sentire sempre più forti le loro voci mentre
sentivo crescere in me una grande emozione: non mi aspettavo che i
ragazzi fossero lì al completo per darmi il benvenuto!
Per la sorpresa sono rimasto senza
parole ma sono bastati solo pochi istanti per vincere l'imbarazzo e
farmi sommergere da una marea di abbracci: ero contento di vederli,
sono i miei ragazzi e devo dire che mi sembrava strano non aver visto i loro volti e sentire le loro voci, le
loro grida e le loro risate per così tanti giorni. E' stato un benvenuto caloroso che mai
mi sarei sognato di ricevere ed è un bel modo per poter ricominciare
il mio cammino con questi fanciulli.
Il mese passato lontano da loro mi è
servito moltissimo, sia per ricaricare le pile dopo mesi
particolarmente difficili sia per avere un tempo tutto per me,
prezioso per poter in qualche modo fare il punto della situazione e
su cosa voglio fare “da grande”. Ho potuto parlare con molta
gente, conoscere nuovi volti che si sono rivelati essere delle persone davvero belle e trascorrere del tempo con gli amici e la famiglia,
sentendomi anche un po' coccolato ed è stato piacevole scoprire che ne avevo davvero bisogno.
Sono grato a tutti perchè, insieme all'affetto dei ragazzi,
sono riuscito a fare il pieno di quell'energia che, nell'ultimo periodo, sentivo svanire poco a poco. Questa forza mi permette di poter
affrontare le nuove sfide che mi attendono nei prossimi mesi visto
che quest'anno al centro abbiamo molti bambini piccoli e questo un
poco mi disorienta, è la prima volta che mi capita da quando sono
qui, e succede di chiedermi se sarò in grado di affrontarla. Un
assaggio l'ho avuto martedì, in cui ho vestito i panni
dell'educatore, e devo dire che non è andata male anche se ho dovuto
faticare le famose sette camicie: stiamo imparando a conoscerci a
vicenda e ci vorrà del tempo per farlo, per cui bisognerà avere
molta pazienza.
Mi sento carico e so che in questi
giorni devo tirare il freno a mano, pur sapendo che devo rimettermi
alla pari con la vita del centro che è già ripartita pochi giorni
dopo la mia partenza. Non ho l'ansia però di fare tutto di corsa anche se queste mie prime giornate in hogar sono parecchio intense perchè devo
capire tutte le novità e proporre subito le attività di Quaresima del
gruppo pastorale, di cui sono stato confermato responsabile. La cosa
che più mi preme è stare coi ragazzi e così il lunedì mi sono messo
in cucina e fatto aiutare per preparargli le frittelle oppure vado a
giocare con loro, ascoltando un po' di musica. C'è chi già mi
chiede per l'orto oppure chi mi domanda sulle mie vacanze italiane,
altri vengono per un abbraccio o per rassicurarsi che rimanga e non
vada via così a lungo: tutti segnali che mi fanno capire che questo sarà un anno
fantastico!
Har baje
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