Tempo fa l'assistente sociale mi si era
avvicinata e mi aveva confidato che alla sorella minore di Sandra,
una delle mie figliocce, gli era stata diagnosticata la perdita
completa della vista a seguito delle operazioni e dei farmaci
necessari per il trattamento dell'idrocefalo di cui è affetta:
inutile negare che il cuore mi si è riempito di tristezza.
Non riuscivo a darmi una spiegazione
del motivo per cui ricevevo questa notizia in quanto quella bambina
l'avevo vista appena una volta ma ecco nuovamente che l'assistente
sociale mi aiuta a capirne la ragione: essendo le due fanciulle in
due centri distinti, diversi dal mio, non potevano vedersi e le sue
colleghe le avevano chiesto se potessi accompagnare la mia figlioccia
a visitare la sorellina prima che quest'ultima diventasse
completamente cieca, inoltre i direttori di entrambe le strutture
erano favorevoli a tale iniziativa. Praticamente tutto dipendeva da
me per poter coordinare l'eventuale incontro: ammetto di non aver
dato una risposta immediata, anche se il cuore aveva già preso una
decisione ma c'era qualcosa che mi faceva tentennare... Ricordo che
l'hogar di Lucia, così si chiama la sorellina di Sandra, era
lontano, se non erro circa 40 minuti di auto, e che gli ultimi
chilometri prima di arrivarci erano su una strada dissestata fatta in
terra battuta: sarebbe stato necessario chiedere la camionetta del
centro, anche perchè avrei dovuto andare a prendere Sandra e
riportarla dove attualmente è ospitata, e la cosa mi infastidiva non
poco visto che non mi piace utilizzarla per scopi prettamente
personali. Dovevo parlarne con Liliana ma non riuscivo a trovare né
il tempo né soprattutto il coraggio per domandarle in prestito
l'auto.
Dopo pochi giorni comincia il paro
indefinido e con i blocchi stradali in corso la cosa viene
accantonata ma rimane sempre ben presente nella mia testa: non riesco
ad immaginare come mi sentirei se mi dicessero che a breve avrei
perso la vista e quello che ho la fortuna di apprezzare con i miei
occhi ogni giorno sarebbe stato solo un ricordo; non posso fare a
meno di pensare alla piccola Lucia ed a Sandra che chissà da quanto
tempo non la vede; non vorrei che le due si rincontrassero quando
ormai è troppo tardi, non sarebbe giusto.... Mi chiedo se
davvero avessi una ragione per negarmi: chi sono io per impedire che
qualcosa di veramente bello si potesse realizzare e che è il risultato
del tanto sospirato dialogo tra i diversi hogar? Se mi offrono di far
felici delle persone perchè non farlo?
Ormai la decisione l'avevo presa e con
la fine del paro ed il ritorno dell'assistente sociale prendo
coraggio e spiego la situazione a Liliana, che ringrazio per non
avermi detto di no. E' solo questione di tempo per prendere gli
ultimi accordi e, qualche giorno fa, mi ritrovo in macchina a
chiacchierare con Sandra mentre ci dirigiamo verso il centro di
Lucia: è un poco nervosa, mi confida che non la vede da due anni, mi
ricorda che sono stato proprio io a portarla lì l'ultima volta e mi
racconta poi della scuola, dei suoi progetti futuri e della sua vita,
mi fa sentire davvero orgoglioso perchè è una brava ragazza e farei
davvero di tutto per farla contenta.
Una volta arrivati, dopo averci perso
quando mancava poco alla meta, ci fanno accomodare e vanno a chiamare
a Lucia: passa qualche minuto ed eccola arrivare con un
deambulatore.... Cammina molto meglio dell'ultima volta ma quello che
più mi colpisce è il suo sorriso, che sembra irradiare tutto ciò
che è intorno e che Sandra contraccambia. E' un momento commovente,
vorrei lasciarle sole per qualche istante perchè mi sembra giusto
così, tento di mettermi in disparte mentre rimango in silenzio
osservando la scena. La piccola è emozionata e ride ad ogni parola
dell'altra che dopo un po' mi chiama in gioco, raccontandomi qualche
aneddoto su di loro: capisco che è un modo per chiedermi una mano
per cui cerco di fare qualche domanda a Lucia affinchè riesca a
vincere l'imbarazzo iniziale. In nostro soccorso arriva anche il cane
del centro che si lascia accarezzare da tutti: la bambina ora è più
tranquilla e si rivela una chiacchierona, la cosa che più mi
colpisce è quel suo sguardo così dolce e pieno di amore quasi
sempre fisso sulla sorella, che ascolta estasiata e con un sorriso
che sembra non finire mai. Si capisce lontano un miglio che la mia
figlioccia gli vuole un mondo di bene, lo noto dai suoi occhi, dal
suo parlare, dal modo in cui la guarda. Ho l'impressione che
aspettavano così tanto quest'incontro che ora vogliono godere di
ogni momento insieme e mi stupisce che desiderano che ne prenda
parte: mi riempie di gioia vederle così, il fatto di essere
coinvolto nei loro discorsi e di poter ridere e giocare con loro mi
fa sentire davvero fortunato di poter condividere con loro
quest'occasione così speciale e vorrei tanto avere il potere di
fermare il tempo affinchè tutto questo non finisca, soprattutto per
le due.
L'unico aspetto negativo è il
constatare che davvero Lucia ha gravi problemi di vista: non ho
potuto fare a meno di notare la sua necessità di toccare i
lineamenti della sorella per riconoscerla ed ha fatto poi lo stesso
per capire se stesse toccando la testa del cane o la sua zampa... Per
alcuni attimi ho provato della compassione perchè non credo sia
giusto che le debba accadere anche questo ma ben presto questa
sensazione viene spazzata via dal vedere le due sorelle strafelici
nel rivedersi.
Sulla via del ritorno Sandra mi ha
ringraziato di cuore, i suoi occhi brillavano di una luce che non
avevo mai visto prima: non posso che esserne contento, le sue parole
mi confermano che ne è valsa davvero la pena. Aver permesso a due
sorelle di riabbracciarsi mi ha ripagato molto di più di quanto ho
dovuto rinunciare quel giorno: mi sono sentito bene, rinvigorito e
sono davvero grato a chi, in quest'occasione, mi ha spinto a fare del
bene.
Har baje
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