martedì 3 dicembre 2019

Se lo chiedono fai del bene!

Tempo fa l'assistente sociale mi si era avvicinata e mi aveva confidato che alla sorella minore di Sandra, una delle mie figliocce, gli era stata diagnosticata la perdita completa della vista a seguito delle operazioni e dei farmaci necessari per il trattamento dell'idrocefalo di cui è affetta: inutile negare che il cuore mi si è riempito di tristezza.
Non riuscivo a darmi una spiegazione del motivo per cui ricevevo questa notizia in quanto quella bambina l'avevo vista appena una volta ma ecco nuovamente che l'assistente sociale mi aiuta a capirne la ragione: essendo le due fanciulle in due centri distinti, diversi dal mio, non potevano vedersi e le sue colleghe le avevano chiesto se potessi accompagnare la mia figlioccia a visitare la sorellina prima che quest'ultima diventasse completamente cieca, inoltre i direttori di entrambe le strutture erano favorevoli a tale iniziativa. Praticamente tutto dipendeva da me per poter coordinare l'eventuale incontro: ammetto di non aver dato una risposta immediata, anche se il cuore aveva già preso una decisione ma c'era qualcosa che mi faceva tentennare... Ricordo che l'hogar di Lucia, così si chiama la sorellina di Sandra, era lontano, se non erro circa 40 minuti di auto, e che gli ultimi chilometri prima di arrivarci erano su una strada dissestata fatta in terra battuta: sarebbe stato necessario chiedere la camionetta del centro, anche perchè avrei dovuto andare a prendere Sandra e riportarla dove attualmente è ospitata, e la cosa mi infastidiva non poco visto che non mi piace utilizzarla per scopi prettamente personali. Dovevo parlarne con Liliana ma non riuscivo a trovare né il tempo né soprattutto il coraggio per domandarle in prestito l'auto.
Dopo pochi giorni comincia il paro indefinido e con i blocchi stradali in corso la cosa viene accantonata ma rimane sempre ben presente nella mia testa: non riesco ad immaginare come mi sentirei se mi dicessero che a breve avrei perso la vista e quello che ho la fortuna di apprezzare con i miei occhi ogni giorno sarebbe stato solo un ricordo; non posso fare a meno di pensare alla piccola Lucia ed a Sandra che chissà da quanto tempo non la vede; non vorrei che le due si rincontrassero quando ormai è troppo tardi, non sarebbe giusto.... Mi chiedo se davvero avessi una ragione per negarmi: chi sono io per impedire che qualcosa di veramente bello si potesse realizzare e che è il risultato del tanto sospirato dialogo tra i diversi hogar? Se mi offrono di far felici delle persone perchè non farlo?
Ormai la decisione l'avevo presa e con la fine del paro ed il ritorno dell'assistente sociale prendo coraggio e spiego la situazione a Liliana, che ringrazio per non avermi detto di no. E' solo questione di tempo per prendere gli ultimi accordi e, qualche giorno fa, mi ritrovo in macchina a chiacchierare con Sandra mentre ci dirigiamo verso il centro di Lucia: è un poco nervosa, mi confida che non la vede da due anni, mi ricorda che sono stato proprio io a portarla lì l'ultima volta e mi racconta poi della scuola, dei suoi progetti futuri e della sua vita, mi fa sentire davvero orgoglioso perchè è una brava ragazza e farei davvero di tutto per farla contenta.
Una volta arrivati, dopo averci perso quando mancava poco alla meta, ci fanno accomodare e vanno a chiamare a Lucia: passa qualche minuto ed eccola arrivare con un deambulatore.... Cammina molto meglio dell'ultima volta ma quello che più mi colpisce è il suo sorriso, che sembra irradiare tutto ciò che è intorno e che Sandra contraccambia. E' un momento commovente, vorrei lasciarle sole per qualche istante perchè mi sembra giusto così, tento di mettermi in disparte mentre rimango in silenzio osservando la scena. La piccola è emozionata e ride ad ogni parola dell'altra che dopo un po' mi chiama in gioco, raccontandomi qualche aneddoto su di loro: capisco che è un modo per chiedermi una mano per cui cerco di fare qualche domanda a Lucia affinchè riesca a vincere l'imbarazzo iniziale. In nostro soccorso arriva anche il cane del centro che si lascia accarezzare da tutti: la bambina ora è più tranquilla e si rivela una chiacchierona, la cosa che più mi colpisce è quel suo sguardo così dolce e pieno di amore quasi sempre fisso sulla sorella, che ascolta estasiata e con un sorriso che sembra non finire mai. Si capisce lontano un miglio che la mia figlioccia gli vuole un mondo di bene, lo noto dai suoi occhi, dal suo parlare, dal modo in cui la guarda. Ho l'impressione che aspettavano così tanto quest'incontro che ora vogliono godere di ogni momento insieme e mi stupisce che desiderano che ne prenda parte: mi riempie di gioia vederle così, il fatto di essere coinvolto nei loro discorsi e di poter ridere e giocare con loro mi fa sentire davvero fortunato di poter condividere con loro quest'occasione così speciale e vorrei tanto avere il potere di fermare il tempo affinchè tutto questo non finisca, soprattutto per le due.
L'unico aspetto negativo è il constatare che davvero Lucia ha gravi problemi di vista: non ho potuto fare a meno di notare la sua necessità di toccare i lineamenti della sorella per riconoscerla ed ha fatto poi lo stesso per capire se stesse toccando la testa del cane o la sua zampa... Per alcuni attimi ho provato della compassione perchè non credo sia giusto che le debba accadere anche questo ma ben presto questa sensazione viene spazzata via dal vedere le due sorelle strafelici nel rivedersi.
Sulla via del ritorno Sandra mi ha ringraziato di cuore, i suoi occhi brillavano di una luce che non avevo mai visto prima: non posso che esserne contento, le sue parole mi confermano che ne è valsa davvero la pena. Aver permesso a due sorelle di riabbracciarsi mi ha ripagato molto di più di quanto ho dovuto rinunciare quel giorno: mi sono sentito bene, rinvigorito e sono davvero grato a chi, in quest'occasione, mi ha spinto a fare del bene.
Har baje

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