Il giovedì è il mio giorno libero e, come da tradizione, in
questo periodo porto con me chi è dovuto rimanere suo malgrado nel centro,
nella speranza di fargli passare qualche ore felice e diversa dalla solita
routine.
Ogni volta ne porto via 5 o 6 e si va a passeggiare per il
centro, non mancando di passare per un negozio di cd al fine di farmi aiutare nell’acquisto di alcuni film che siano di loro gradimento.
Camminando per la strada ci si ferma a guardare attorno e gli insegno su come
si attraversa la strada, o aspettando il semaforo pedonale oppure guardando dai
due lati della strada. Spesso capita, specialmente coi più piccoli, che
timidamente mi prendano la mano per non mollarla più e la tengono stretta per non perdersi e per
sentirsi al sicuro in posti che difficilmente vedono tutti i giorni e li
intimorisce un poco: grazie a questo piccolo gesto posso capire quanto valgo
per loro e quanta fiducia che pongono in me ed è un momento che mi appaga
molto.
Nelle uscite non manca mai la piazza della Cattedrale con
annessa visita alla torre campanaria, che permette di vedere la città dall’alto:
ai ragazzi piace moltissimo salire per gli scalini e contemplare il panorama,
mi cominciano a far tante domande per capire dove si trova l’hogar o altri
posti, altri scoprono di avere paura delle altezze e si afferrano a me per
timore di cadere. Ieri non è mancata una tappa all’interno della Cattedrale
allo scopo di rendere omaggio al Cardinale Julio Terrazas, morto di recente e
che è rimasto nel cuore di tutti: con mia sorpresa i bambini che mi
accompagnavano sono rimasti in silenzio davanti alla tomba e gli hanno voluto
dedicare una preghiera.
Prima di andare a pranzare si passa per Los Pozos, uno dei
grandi mercati di Santa Cruz, dove si può respirare un po’ di quella
quotidianità di cui non possono godere questi fanciulli: per me è una tappa
importante per fargli un po’ capire come funzionano le cose fuori dalle mura
del centro e mi faccio aiutare da loro in qualche piccola commissione che devo
fare.
Una volta usciti dal mercato arriva il momento più atteso:
si mangia! Dove? Forse li ho viziati un po’ ma i ragazzi mi chiedono di
portarli in churrascheria: come dirgli di no? E’ un loro desiderio, perché non
realizzarlo per fargli vivere una giornata davvero diversa? Quando
arrivo i gestori mi danno sempre lo stesso tavolo, ormai mi conoscono e
soprattutto sanno chi sono i miei piccoli amici. Una volta ordinata la carne, li accompagno a coppie a servirsi al buffet in attesa della portata principale
e non vi dico la soddisfazione che provo a fine pasto: mi dicono che sono
pieni, che non hanno più fame ed è una cosa che non accade spesso nell’hogar!
In queste uscite non mancano degli episodi che fanno
sorridere, come quando più di un negoziante mi chiede se son tutti figli miei e fanno delle facce sorprese nel vedermi attorniato da dei bambini che mi chiedono di tutto…
La scena più bella è stata fuori da una chiesa, dove una signora mi ferma e si
complimenta per i miei figli, tutti bellissimi. Arrossisco un poco e cerco di spiegare alla donna che c'è stato un malinteso, che sono un missionario che lavora in un hogar e che questi sono alcuni dei ragazzi
del centro ma lei mi ribatte di rifletterci bene: mi preoccupo di loro quando
stanno male, li consolo quando piangono, cerco di dargli dei consigli quando sbagliano, gli compro da vestire… Da cosa mi
differenzio da un papà? Afferma che sto facendo molto di più di quanto i loro
genitori abbiano fatto per loro, anzi forse incontrarmi è stato un bene per
loro: parole che mi fanno ritenere che, sotto certi aspetti, ha ragione ma mi portano anche a capire che aver avuto la fortuna di conoscere questi fanciulli e
condividere qualcosa con loro è un bene per me.
Har baje
Sei sicuro che fosse una donna e non un angelo di Dio che ti portava il suo messaggio?
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Antonella san Nicolò mira