giovedì 16 aprile 2015

Un bel ritrovarsi

Era da un po’ che ci pensavo ma finora non ne ho mai avuto tempo, complice il fatto che qui in hogar c’è sempre qualcosa da fare: andare a visitare Andrea, la mia figlioccia, e sua sorella Ximena che in novembre sono state trasferite in un altro centro per ricongiungersi con la sorellina di 4 anni.
Confesso che in questi mesi sentivo la mancanza di Andrea, così come il suo prendermi per il braccio e il suo venirmi incontro con un bel sorriso, e mi sembrava venir meno al mio ruolo di padrino perché l’ho un po’ trascurata, non facendomi mai sentire… Eppure è lei che mi ha scelto e questo è stato motivo di sprono perché, nel volermi, ha riposto in me così tanta fiducia che non andava tradita: l’andare a vedere come sta era il minimo! Più passavano i giorni, più questo desiderio si faceva più forte finchè la scorsa settimana ho chiesto a Sandra, l’assistente sociale che lavora da noi, se c’era qualche possibilità di farle visita. In pochi giorni la risposta è stata positiva ed oggi sono andato da loro, accompagnato da Sandra che conosceva la strada e che cortesemente mi ha fatto da garante visto che son straniero e non ho alcun legame familiare con le due bambine. Ero un po’ nervoso, agitato forse è la parola giusta, perchè non avevo idea di come rompere il ghiaccio nel riabbracciarle, mi ero più volte immaginato il momento in cui le avrei riviste ma ignoravo totalmente la mia e soprattutto la loro reazione… Mi avrebbero accolto contente? Oppure un po’ arrabbiate perché non mi son fatto vivo per molto tempo? Una quarantina di minuti di macchina e l’avrei saputo.
Arrivati al centro ne sono rimasto colpito positivamente: i fanciulli sono ospitati in varie case, con il tetto in legno e dall’aspetto confortevole. Ogni edificio ospita al massimo dodici tra ragazzi e ragazze, di tutte l’età, che vengono affidati alle cure di due educatori: qui vivono come una grande famiglia e si arrangiano a fare da mangiare, a lavare, a fare le varie faccende domestiche… Praticamente tutti danno una mano! Con Sandra conosco i responsabili della struttura e ci dicono di seguirli, praticamente attraversiamo quasi tutto il centro finchè ci ritroviamo davanti ad una porta e ci fanno segno di entrare… Qui mi trovo davanti delle poltrone, dove mi siedo, e mi accorgo che sono nella cucina della casetta. L’educatrice si allontana per chiamare Andrea… Il cuore batte all’impazzata quando ecco che la intravedo che, timidamente, sbircia da dietro la porta salvo poi corrermi incontro con un bel sorriso! La vedo un po’ più alta e soprattutto felice… Mi sembra un po’ impacciata, come il sottoscritto, non sappiamo da che parte cominciare per chiaccherare… Gli chiedo come va a scuola e lei mi dice che va bene, è la migliore di tutto l’istituto: che bella soddisfazione! Nel frattempo arriva sua sorella maggiore, Ximena, che mi accoglie con un viso contento e le due cominciano a chiedermi di come va l’hogar, se qualcun altro è andato via e che novità ci sono. Il tempo passa ed anch’io gli chiedo come va e sono contento nell’apprendere che, dopo un normale periodo di adattamento, qui stanno bene: stanno imparando molte cose (anche a cucinare), a scuola sono le prime della classe, hanno fatto nuove amicizie. L’unico neo è che nessuno finora le ha mai fatto visita nemmeno Gustavo, il loro fratello maggiore, che come loro quest’anno ha cambiato di hogar: mi chiedono di lui, di dove sta, della sua salute e di cosa sta facendo.
Mentre dialoghiamo le consegno un pacchetto di dolcetti e dei regali che volevo fargli (ad Andrea un po’ di più visto che è la mia figlioccia) e vedere la loro faccia sorpresa ed allegra non la cambierei per nulla al mondo! Poco dopo mi fanno partecipe di un loro desiderio: durante le vacanze invernali (che qui sono a luglio) vorrebbero venire un paio di giorni all’hogar, per star in mia compagnia e rivedere i vecchi compagni. Gli dico che non so se la cosa sia fattibile ma coi loro occhi imploranti mi strappano la promessa di fare il possibile per realizzare questo loro piccolo sogno: in fondo che mi costa?
Mi rendo conto che il tempo è volato ed è arrivato il momento di salutarle: Andrea mi stringe forte e l’educatrice, accortasi di ciò, la invita ad accompagnarmi con Ximena fino al cancello… Praticamente per tutto il tragitto non mi ha mai lasciato il braccio! Mi congedo nuovamente, lo faccio con un po’ di tristezza ma nel farlo mi riprometto che, visto che ora so dove si trovano, di non far passare mesi per la prossima visita: se per loro è un momento felice, cosa mi costa?
Har baje

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