Domenica è la giornata missionaria
mondiale e ciò mi stimola a condividere qualche riflessione
sull'argomento, a cui sono giunto grazie alla mia esperienza
boliviana. Cosa significa missione? Per me è condivisione e,
permettetemi il termine, “sporcarsi le mani”.
Condivisione perchè in questo non sei
solo, l'azione che svolgi riguarda sicuramente un'altra persona che
in questo modo diventa protagonista assieme a te. Non si può far
qualcosa estraniandosi, senza mostrarsi per come si è o peggio
ancora mettendosi una maschera con cui nascondersi: non sarebbe
giusto nei tuoi confronti né di quelli del fratello che stai
aiutando perchè ciò non darebbe buoni frutti, sarebbe una buona
azione macchiata in quanto al suo interno manca qualcosa di tuo.
Allora condivisione diventa la parola chiave: devi metterci del tuo,
una parte di te e del tuo amore perchè soltanto così l'altro può
aprirsi e capire che dietro quei tuoi gesti non si nascondono secondi
fini ma c'è soltanto l'affetto di accettarlo per la persona che è,
abbattendo così quel muro di diffidenza che spesso ci divide.
Bisogna essere semplicemente sé stessi, mostrando le proprie qualità
ma anche le proprie debolezze: è la sola chiave con cui si riuscirà
ad aprire molte porte.
Condivisione significa svuotarsi per
ricevere e lasciare posto nel nostro cuore al prossimo, alle sue
parole, alla sua storia che è in grado di arricchirci sempre e
comunque: per fare questo ci vogliono umiltà, per non sentirci mai
superiori a nessuno ma soltanto una semplice pedina nel grande
scacchiere che è il mondo, e disponibilità, per cercare di farsi
trovare sempre pronti ad accogliere e ad ascoltare vincendo così
pigrizia e stanchezza. Non è un cammino facile ed i risultati
tarderanno ad arrivare ma vedere giorno dopo giorno le cose cambiare
ed i rapporti crescere e migliorare dà soddisfazione.
Condividere vuol dire anche crescere
assieme: io porto la mia esperienza, tu la tua e cerchiamo di unirle
per vedere cosa si ottiene. Non bisogna aver paura di fare e porsi
domande, anzi meglio farne una in più che una in meno, perchè ciò
permette di scoprire cose nuove ed è la strada che porta ad
arricchirmi come persona e ciò vale anche per l'altro. Significa
mettersi in gioco: all'inizio è difficile, perchè a volte vuol dire
mettere da parte le tue sicurezze e si è bloccati dalle proprie
convinzioni, ma la gioia di aver fatto qualcosa con gli altri
ripagherà di tutte le difficoltà incontrate.
Missione è anche “sporcarsi le mani”
perchè non puoi dire agli altri di fare qualcosa e sei il primo a
non muovere un dito, limitandoti a guardare. Così non funziona, devi
essere d'esempio: quante volte mi è capitato di rimboccarmi le mani,
sebbene riluttante all'inizio, e di mettere tutto me stesso in un
lavoro per spronare personale e ragazzi! L'orto ed i vari tentativi
per risolvere il problema dell'acqua all'ingresso sono dei piccoli
esempi ma i risultati ottenuti sono lì a testimoniare che non
sarebbero mai stati raggiunti se mi fossi limitato soltanto a parlare
e non fossi stato in prima linea a sudare con loro. La cosa bella è
che ho saputo soltanto dare il via e quanto conseguito è il frutto
del lavoro di tutti, dell'unione di intenti che mi fa dire che
missione è anche la consapevolezza che da soli non si va da nessuna
parte, è con gli altri che si può costruire e realizzare qualcosa:
questo non vale soltanto in Bolivia o in Italia ma dovunque ti possa
trovare.
Har baje
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