Il tutto è nato quando, all'incirca un
mese e mezzo fa, Liliana (l'amministratrice) mi chiama e mi chiede
un consiglio su come chiudere una parte del giardino presente tra il
secondo cancello d'ingresso e la struttura, al fine di ricavare uno
spazio in cui i ragazzi possano giocare ed in cui gli educatori li
possano tenere d'occhio senza problemi: facendo un sopralluogo, le
rispondo che la cosa è fattibile e si possono sfruttare le colonne
di un corridoio coperto che delimita un lato della parte da recintare
ed i pali e le reti che giacciano inutilizzati in varie parti
dell'hogar.
Aproffittando anche della presenza di
Davide, un ragazzo di Vercelli, con don Claudio cominciamo a
realizzare la cosa: dopo aver tolto alcuni pali e una rete dalla zona
da delimitare, ci accorgiamo che sarebbe opportuno tagliare delle
palme, in modo che i bambini possano avere più spazio per correre e
giocare, e così facciamo. Spostiamo anche un cespuglio in un'altra
parte dell'hogar, dove non possa dare fastidio.
Da cosa nasce cosa e, terminata la
recinzione, noto che all'interno dell'area interessata ci sono
diversi calcinacci da rimuovere: visto che avevamo del cemento da
utilizzare, li ricicliamo per fare una pedana vicino al marciapiede
di entrata per favorire lo scarico del materiale che si compra o che
viene donato ed agevolare l'accesso dei disabili alla camionetta.
Poichè si doveva realizzare un cancello di ingresso e le giostrine non erano in buone condizioni e necessitavano di una mano di pittura, si contatta un fabbro per entrambe le cose: parte del lavoro viene pagato consegnandogli del materiale ferroso che avevo raccolto facendo un po' di pulizia e che non si poteva utilizzare in alcun modo.
Nell'attesa che venissero gli operai a
lavorare, con qualcuno dei ragazzi più grandi si pota uno degli
alberi del parco perchè grande e si era dell'idea di cogliere
l'occasione in quanto era un lavoro che, prima o poi, doveva essere
fatto. Nel procedere a sfoltire la chioma, le ragazze sono venute di
loro iniziativa ad aiutare a ripulire la zona e a rimuovere i rami
tagliati.
Si affronta anche il problema
dell'illuminazione poiché il parco verrà usato non solo nel
pomeriggio ma anche nelle serate del sabato e della domenica: si
posizionano dei neon, sfruttando le connessioni elettriche già
presenti, cercando di evitare che ci siano delle zone d'ombra ed
ascoltando i preziosi consigli del guardiano notturno.
Nell'attesa del nuovo gioco penso a
come segnare il campo di pallavolo in modo permanente: la soluzione è
quella di sfruttare le bottiglie vuote di plastica, riempiendole di
sabbia e sotterandole per circa tre quarti. Affido il compito di
colmarle ai più piccoli, che si sono divertiti un sacco nel farlo,
in modo da renderli partecipi della realizzazione del parco.
Giovedì scorso finalmente arriva lo
scivolo e devo ammettere che è stata una corsa contro il tempo
perchè volevamo fare una piccola inaugurazione il sabato pomeriggio:
lo abbiamo cementato per fissarlo al terreno, provvediamo a segnare
il campo con le bottiglie e purtroppo siamo stati costretti a
tagliere un 'altro albero perchè troppo vicino all'area di gioco ed
i bambini rischiavano di farsi male.
Ma perchè si è pensato di chiamare
l'area “Parco San Miguel”? La risposta è abbastanza semplice:
poiché ho deciso di sostenere parte delle spese necessarie a
realizzarlo con le offerte consegnatemi dalle persone del mio paese, ho ritenuto che sarebbe
stato bello intitolare l'area al santo patrono di Quarto d'Altino,
che è appunto San Michele Arcangelo. La mia speranza è che col
tempo quest'area possa diventare un simbolo di un legame di amicizia
ed affetto tra l'hogar e la mia terra. Per onore di cronaca, la cifra
che ho utilizzato ammonta a 2300 boliviani, circa 250 euro.
Il sabato pomeriggio è il momento
della tanto attesa inaugurazione, dovevate essere presenti: i
bambini erano strafelicissimi della novità, appena ho aperto il
cancello si sono catapultati a provare lo scivolo o l'altalena e a
giocare a pallavolo, i loro occhi e le loro grida di gioia dicevano
tutto! Ero contento, soddisfatto nel vederli così!
Grazie Quarto d'Altino e grazie a tutti
coloro che hanno contribuito a realizzate tutto questo, ragazzi
compresi!
Har Baje
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