lunedì 9 settembre 2013

PARCO "SAN MIGUEL"

Vedere i bambini sprizzare gioia ed entusiamo da tutti i pori: questa è la cosa che mi appaga di più per il tanto tempo e la fatica impiegati per realizzare un piccolo parco giochi all'interno dell'hogar. Quanto fatto non è solo opera mia ma è il frutto di un operare comune in cui tutti hanno dato una mano, nessuno escluso, ed è anche per questo che il risultato raggiunto mi riempie d'orgoglio e soddisfazione.
Il tutto è nato quando, all'incirca un mese e mezzo fa, Liliana (l'amministratrice) mi chiama e mi chiede un consiglio su come chiudere una parte del giardino presente tra il secondo cancello d'ingresso e la struttura, al fine di ricavare uno spazio in cui i ragazzi possano giocare ed in cui gli educatori li possano tenere d'occhio senza problemi: facendo un sopralluogo, le rispondo che la cosa è fattibile e si possono sfruttare le colonne di un corridoio coperto che delimita un lato della parte da recintare ed i pali e le reti che giacciano inutilizzati in varie parti dell'hogar.
Aproffittando anche della presenza di Davide, un ragazzo di Vercelli, con don Claudio cominciamo a realizzare la cosa: dopo aver tolto alcuni pali e una rete dalla zona da delimitare, ci accorgiamo che sarebbe opportuno tagliare delle palme, in modo che i bambini possano avere più spazio per correre e giocare, e così facciamo. Spostiamo anche un cespuglio in un'altra parte dell'hogar, dove non possa dare fastidio.
Da cosa nasce cosa e, terminata la recinzione, noto che all'interno dell'area interessata ci sono diversi calcinacci da rimuovere: visto che avevamo del cemento da utilizzare, li ricicliamo per fare una pedana vicino al marciapiede di entrata per favorire lo scarico del materiale che si compra o che viene donato ed agevolare l'accesso dei disabili alla camionetta.
Poichè la parte di giardino che avevamo chiuso era grande ed appariva abbastanza vuota nonostante la presenza di qualche gioco, mi balena una nuova idea: realizzare un piccolo campo di pallavolo al suo interno, tanto la rete ce l'avevano regalata da poco ed i pali per metterla giacevano inutilizzati dall'altro lato dell'hogar. Lo spostamento di questi ultimi non fu affatto semplice: alla base presentavano dei grossi blocchi di cemento ma in qualche modo e con molta fatica siamo riusciti a portarli dove volevamo collocarli. Ora si presentava il problema che, per fare il campetto, si dovevano spostare le altalene, tutte ben cementate: parlando con Liliana, si opta per ingaggiare due muratori per provvedere al loro trasloco in un'altra parte posta all'interno di quello che ormai cominciamo a chiamare parco dell'hogar.
Poichè si doveva realizzare un cancello di ingresso e le giostrine non erano in buone condizioni e necessitavano di una mano di pittura, si contatta un fabbro per entrambe le cose: parte del lavoro viene pagato consegnandogli del materiale ferroso che avevo raccolto facendo un po' di pulizia e che non si poteva utilizzare in alcun modo.
Nell'attesa che venissero gli operai a lavorare, con qualcuno dei ragazzi più grandi si pota uno degli alberi del parco perchè grande e si era dell'idea di cogliere l'occasione in quanto era un lavoro che, prima o poi, doveva essere fatto. Nel procedere a sfoltire la chioma, le ragazze sono venute di loro iniziativa ad aiutare a ripulire la zona e a rimuovere i rami tagliati.
Si affronta anche il problema dell'illuminazione poiché il parco verrà usato non solo nel pomeriggio ma anche nelle serate del sabato e della domenica: si posizionano dei neon, sfruttando le connessioni elettriche già presenti, cercando di evitare che ci siano delle zone d'ombra ed ascoltando i preziosi consigli del guardiano notturno.
Dopo aver spostato e ridipinto i vari giochi, acquistato un'ulteriore giostra girevole, impiantato i pali e la rete da pallavolo ecco che il parco comincia a prendere forma e l'aspetto è gradevole: dobbiamo però aspettare l'installazione del cancello prima di far entrare i ragazzi. Parlando con loro si capisce che l'area già gli piace e che non vedono l'ora di entrarci: emerge però il desiderio di uno scivolo, che effettivamente manca. Ne parlo con Liliana e si decide assieme di acquistarlo.
Nell'attesa del nuovo gioco penso a come segnare il campo di pallavolo in modo permanente: la soluzione è quella di sfruttare le bottiglie vuote di plastica, riempiendole di sabbia e sotterandole per circa tre quarti. Affido il compito di colmarle ai più piccoli, che si sono divertiti un sacco nel farlo, in modo da renderli partecipi della realizzazione del parco.
Giovedì scorso finalmente arriva lo scivolo e devo ammettere che è stata una corsa contro il tempo perchè volevamo fare una piccola inaugurazione il sabato pomeriggio: lo abbiamo cementato per fissarlo al terreno, provvediamo a segnare il campo con le bottiglie e purtroppo siamo stati costretti a tagliere un 'altro albero perchè troppo vicino all'area di gioco ed i bambini rischiavano di farsi male.
Ma perchè si è pensato di chiamare l'area “Parco San Miguel”? La risposta è abbastanza semplice: poiché ho deciso di sostenere parte delle spese necessarie a realizzarlo con le offerte consegnatemi dalle persone del mio paese, ho ritenuto che sarebbe stato bello intitolare l'area al santo patrono di Quarto d'Altino, che è appunto San Michele Arcangelo. La mia speranza è che col tempo quest'area possa diventare un simbolo di un legame di amicizia ed affetto tra l'hogar e la mia terra. Per onore di cronaca, la cifra che ho utilizzato ammonta a 2300 boliviani, circa 250 euro.
Il sabato pomeriggio è il momento della tanto attesa inaugurazione, dovevate essere presenti: i bambini erano strafelicissimi della novità, appena ho aperto il cancello si sono catapultati a provare lo scivolo o l'altalena e a giocare a pallavolo, i loro occhi e le loro grida di gioia dicevano tutto! Ero contento, soddisfatto nel vederli così!
Grazie Quarto d'Altino e grazie a tutti coloro che hanno contribuito a realizzate tutto questo, ragazzi compresi!
Har Baje




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