domenica 20 dicembre 2020

I buoni frutti che fanno bene

Quella passata è stata una settimana a dir poco intensa e ricca di emozioni spesso contrastanti fra loro, culminata la domenica con la celebrazione di battesimi e prime comunioni. Per me la cosa era molto sentita in quanto ero doppiamente coinvolto sia come catechista che come responsabile del gruppo pastorale, chiamato a decorare l'ambiente in cui si sarebbe svolto il tutto e che su richiesta di Padre Ottavio si sarebbe svolta in un salone diverso dalla cappella.
Non appena sono stato avvisato le preoccupazioni non hanno tardato ad assillarmi: una Messa con ben due sacramenti è tanta roba, di solito già ne basta uno a spingermi a fare le cose per bene figurarsi stavolta, in più si doveva preparare una sala di solito adibita per altre attività come danze e compleanni. Il secondo punto non mi preoccupava più di tanto visto che potevo contare su un gruppo ben affiatato e preciso, costituito da me ed altre tre persone, e non mi disturbava tanto il fatto di dover svuotare la stanza: avevamo già le idee chiare in partenza e l'elasticità mentale di cambiare le cose in corsa se sorgeva un problema, in più il tempo era dalla nostra parte e ci consentiva di preparare gli addobbi da appendere alle pareti senza fretta. Erano proprio questi che mi spingevano a farmi mille domande: che avremmo preparato? Il colore bianco sicuramente l'avrebbe fatta da padrone ed avevo in mente di combinare i simboli di battesimo e comunione: su una tela avremmo posto una colomba  posta sopra un calice con l'ostia, una cosa abbastanza semplice che credo potesse risaltare l'importanza della celebrazione. All'ingresso avremmo messo un crocifisso che saliva da un'ostia spezzata: assieme al mio team questa immagine mi dava l'impressione del vero significato dell'Eucaristia, quella su cui vi sono soffermato quasi un mese coi miei ragazzi del catechismo.
E già i miei piccoli! Dovevo terminare di prepararli e fare una valutazione per verificare se erano pronti o meno a ricevere la Comunione: non una cosa da poco visto che li avrei presentati al sacerdote una settimana dopo affermando che erano ben preparati. Mi sono limitato a fargli delle semplici domande che mi sarebbero servite a sincerarmi se conoscevano bene le basi della fede e tutti mi hanno sbalordito a modo loro, cogliendo con profitto quello che ho cercato di seminare nel loro cuore: purtroppo però non tutte le ciambelle escono col buco e c'è stato soltanto un caso in cui non mi sono sentito sicuro di poter dare un parere positivo. Non sapevo che fare: se da un lato molte cose le conosceva dall'altro alcune risposte mi hanno sorpreso in negativo, negare un sacramento avrebbe sicuramente avuto ripercussioni negative sulla bambina ed era qualcosa molto più grande di me ma se chiudevo un occhio non mi sarei sentito a posto con la coscienza. Mi son chiesto e ripetuto più volte che se Gesù aveva condiviso l'ultima cena anche con Giuda, che poi l'ha tradito, chi ero io per permettermi di escludere qualcuno dal fare la Prima Comunione? Non ne avevo alcun diritto e per questo ho chiesto che la ragazzina fosse seguita ed esaminata da un altra persona, nella mia testa si era insinuata l'idea che al momento del test finale fosse andata in tilt per la tensione o che forse i miei metodi con lei non funzionassero. Alla fine tutto è andato per il meglio e sono contento che i risultati ottenuti da questa mia richiesta siano risultati positivi. 
Negli ultimi giorni dovevo dividermi tra i preparativi per abbellire il salone per la cerimonia e preparare i miei fanciulli per la confessione: per evitare di fargli sentire la pressione e per rendere più leggero il clima con cui li avrei seguiti fino all'ultimo ho deciso di fare una gita fuori porta, in un posto che di sicuro gli sarebbe piaciuto ovvero il fiume. Dopo un veloce ripasso li ho portati a fare il bagno: dovreste aver visto le loro facce, erano al settimo cielo! Ed erano contenti che per una volta sono entrato anch'io, almeno fino a dove l'acqua mi arrivava alle ginocchia. Li ho visti felici e questo mi bastava, abbiamo condiviso una merenda fatta di biscotti e succo di frutta e stavamo bene così: quegli occhi pieni di entusiasmo in quei momenti mi hanno detto tanto e mi ripagano con gli interessi di un pomeriggio che avrei potuto passare riposandomi delle fatiche della settimana.
Il giorno della celebrazione ero talmente nervoso che andavo da una parte all'altra a verificare che tutto fosse pronto e non ricordo nemmeno di aver mangiato: provavo una tensione come non l'avevo mai sentita prima. Non mi aiutavano nemmeno le parole di Padre Ottavio e di Liliana che si complimentavano per come era stata preparata la sala, la mia attenzione era tutta sui fanciulli e su uno in particolare, visto che avrebbe ricevuto i due sacramenti e ne sarei stato il padrino. Coglievo nei loro sguardi un certo nervosismo ma è bastato uno scambio di occhiate per attenuarlo e far sbocciare un timido sorriso nei loro volti: so che erano pronti e li avrei accompagnati fino all'ultimo come penso qualunque catechista farebbe. Mi hanno riempito di orgoglio mentre ad uno ad uno ricevevano l'ostia, mi ha letteralmente commosso la loro felicità trasparire a Messa conclusa e soprattutto stamattina mi hanno piacevolmente sorpreso quando hanno ricevuto la Comunione con un sorriso e un'espressione serena e che esprimeva gratitudine: sono i buoni e dolci frutti che sono maturati lungo un cammino intenso che è durato un anno ed è bello constatare che il mio cercare di seminare qualcosa nei loro cuori abbia contribuito a renderli tali.
Har baje

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