martedì 14 aprile 2020

Un po' di riposo

Finalmente posso tirare un po' il fiato e poter ricaricare le energie perchè ieri sono tornati al lavoro in 7: non ci ho voluto credere finchè non li ho visti varcare il cancello, il timore di rimanere ingannati dalla speranza di poter rallentare e concedersi un po' di riposo era forte. Ammetto che dopo 3 settimane di quarantena cominciavo a sentire la stanchezza, così come le ragazze che ci stavano dando una mano per gestire i fanciulli e gli altri quattro funzionari della struttura: è vero che non mi sono mai tirato mai indietro, mettendomi a disposizione di qualsiasi cosa e non contando le ore in cui stavo in servizio, ma avvertivo la necessità di fermarmi ma non ne avevo proprio la possibilità.
Quando Liliana mi ha detto che stava cercando di vedere chi del personale era disposto a venire per darci una mano subito ho cominciato a sperare per il meglio, so che non dipendeva da lei ma in tutti i modi cercavo di essere ottimista perchè non volevo proprio immaginare cosa sarebbe successo se avessimo continuato con questi ritmi: tutti avevamo bisogno di staccare la spina. Durante la settimana c'erano le prime adesioni ma l'annuncio della militarizzazione della regione per il mancato rispetto delle norme anticontagio mi ha fatto dubitare e temere il peggio: ed ora sarà che vengono o preferiscono rinunciare e stare a casa? Francamente, vista la situazione, non avrei potuto biasimarli se avessero scelto di rimanere con le proprie famiglie: credo che a parità di condizioni io avrei fatto altrettanto.
Ieri mi son svegliato presto pieno di speranza ma anche preoccupato perchè sapevo che Liliana sarebbe andata a prendere il personale, rischiando persino il carcere nel caso in cui l'avessero fermata e negato la validità dei documenti che le avevano dato per permettere di circolare con l'auto. Ero allarmato visto che non la vedevo ancora arrivare e non mi aveva chiamato, cercavo di nascondere i miei turbamenti ai ragazzi ma il mio sguardo andava sempre verso l'entrata ogni volta che ne avevo la possibilità. Quando finalmente ho sentito la camionetta arrivare ho tirato un respiro di sollievo e mi sono fiondato all'entrata: Liliana era arrivata sana e salva e con lei quasi tutti coloro che avevano promesso di tornare al lavoro. Ero contento di vederli perchè mi erano mancati e un po' li vedevo come la mia ancora di salvezza, in cuor mio già sapevo che ora sarebbe stato diverso, avrei potuto staccare per un po' la spina dopo così tanto tempo! So che staranno qui una settimana, poi riposeranno 7 giorni per poi tornare e sarà così fino a quando dureranno queste misure di isolamento ma è stata una vera liberazione!
Parlando con loro è cresciuta in me la stima che già avevo nei loro confronti: ognuno ha fatto dei sacrifici per venire qui visto che hanno lasciato figli ed affetti per vari giorni, dato che dormiranno qui per evitare qualsiasi rischio, e non è facile soprattutto ora che c'è un susseguirsi di notizie allarmanti. Ho potuto ascoltare direttamente da ciascuno di loro le proprie inquietudini e paure, ho cercato di farle mie e non posso non provare ammirazione per tutti loro perchè hanno risposto ad un appello di aiuto e dimostrano un grande attaccamento verso questi fanciulli. Personalmente gli sono grato in quanto ora posso stare più tranquillo e potrò fare quelle cosa che avevo momentaneamente accantonato di fronte alle necessità che erano sorte, magari potrò scrivere un po' di più sul blog ma non prometto niente, ma il più grazie più grande è l'avermi reso testimone dell'affetto che i ragazzi provano nei loro confronti, visto che sono stati accolti da una marea di sorrisi ed abbracci poiché fanno parte della grande famiglia dell'hogar e sono mancati davvero a tutti, me compreso.
Har baje

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