Stamattina finalmente è arrivato il
camion del gas! Quando ho sentito il classico rumore che ne avvisa
l'arrivo quasi non ci credevo, pensavo si trattasse di un'illusione!
E' stato un bel modo per iniziare la giornata, una bella notizia
tanto desiderata quanto inaspettata perchè non sapevamo se oggi
sarebbero venuti a riempirci le due cisterne, ieri al telefono si
erano limitati a darci una piccola speranza ma non la certezza che
sarebbero passati.
La prima cosa che ho fatto è
accertarmi che riempissero i bidoni al massimo della capacità in
modo che il gas sarebbe durato per lo meno fino a metà maggio,
controllando con una certa trepidazione ed assieme all'operatore come
la freccia che indica il livello di gas contenuto nei due recipienti
continuasse a salire fino ad arrivare alla tacca più alta. Più i
secondi passavano più mi sentivo leggero perchè pian piano se ne
andavano le preoccupazioni legate al fatto che le
bombole a nostra disposizione potessero esaurirsi e come poterle sostituirle, visto che
più aumentano i giorni di quarantena più risulta difficile reperirle in
quanto qui tutti ne sono alla ricerca per far fronte alla necessità
di poter cucinare e trovarle sembra più difficile che nei gironi del
paro indefinido di novembre. Più passavano i minuti e più mi
rendevo conto che finalmente non avrei più cucinato con la legna o
almeno per un bel po' di tempo, non perchè non mi piaccia, ma per il fatto che lavorare a contatto col fuoco con un clima che in questo periodo va
ben al di sopra dei 30 gradi non è affatto semplice, soprattutto
quando lo fai per più giorni di fila perchè ti stanca, ti lascia
senza energie e sudi in maniera esagerata: è stata però
un'esperienza utile in quanto solo ora, provandola sulla mia pelle, ho potuto farmi una piccolissima idea di quello che ha dovuto penare mio
padre che ha lavorato davanti ai forni di una ditta
metallurgica per una vita... Cominciavo anche a sentire un certo senso di
liberazione, legato al fatto che avrei avuto più tempo da dedicare
alle altre faccende di cui dovrei occuparmi.
In quei frangenti ho ripensato agli
ultimi giorni in cui ricorrere all'uso del camino e del forno di
fango per risparmiare il gas a nostra disposizione è stata quasi una
necessità: visto che le pratiche burocratiche legate al rinnovo del
contratto potevano tardare e la situazione di giorno in giorno
peggiorava mi sono proposto a Liliana per dare una mano in modo che la
cuoca sarebbe rimasta in cucina per preparare la zuppa, lavare le
tazze ed i piatti e tagliare le verdure e non sarebbe dovuta andare
continuamente da una parte all'altra dell'hogar per preparare
colazione, pranzo e cena. Era mio dovere cercare di dare il mio
contributo anche per evitare il pericolo che qualche ragazza si
ustionasse o si facesse del male e non potevo certo rimanere con le
mani in mano: dovevo fare qualcosa ed è così mi sono ritrovato a
cucinare il queque, un dolce tradizionale, imparando come infornarlo
a legna sopratutto dopo che la prima volta non è risultato completamente cotto; a
cuocere la pizza che è stata apprezzata molto di più di altre volte
dai ragazzi; a fare il pollo al forno mentre friggevo
contemporaneamente nel camino le patate fritte o le banane, sebbene
io non le mangiassi, per far felici i bambini oppure a preparare il
fuoco per cucinare la frittata...Quante volte ho finito con la
maglietta zuppa di sudore così da sembrare di essere appena uscito
dalla doccia e non conto quelle in cui non smettevo di bere perchè
avevo una sete da matti! E' successo di odorare di fumo ma anche di
pranzare quando tutti erano ormai già usciti dal refettorio perchè dovevo
finire quanto iniziato: è il rovescio della medaglia visto che fare da
mangiare usando la legna contribuisce sì a dare un gusto diverso e
più saporito ai piatti ma ha bisogno di più tempo ed alle volte non
basta quello a disposizione. Nonostante questo non ho motivi per
lamentarmi perchè ho scelto io di farlo, anzi posso essere soltanto
grato per quanto ho ricevuto in questo frangente: la compagnia e le
chiacchierate di chi è stato con me per darmi una mano o soltanto
per non lasciarmi solo; le continue domande dei bambini che ad uno ad
uno si avvicinavano per capire cosa avrei fatto a legna quel giorno;
il veder formarsi a poco a poco un gruppettino davanti all'ingresso
del forno che sbirciava il mio operato e si scambiava opinioni su
cosa stessi cucinando; il vederli uscire dal refettorio con facce
contente che mi raccontavano come il pranzo gli sia piaciuto e quei
grazie che mi dicono che devo continuare così, che sono sulla strada
giusta, di non mollare anche se la voglia di farlo è tanta. Alla
fine scopro così che mi è stato donato più di quanto sono riuscito
a dare e ne sono felice, molto di più di quando l'operatore mi
consegna la bolla che conferma il riempimento delle due cisterne e
l'abbandono alla cucina a legna, almeno per un po' di tempo, facendomi tirare un bel respiro di sollievo.
Har baje
Nessun commento:
Posta un commento