La scorsa domenica è stata diversa in
hogar, come penso lo sia stata per tutti, e non solo per il fatto di
non aver avuto un sacerdote che ci accompagnava per l'inizio della
Settimana Santa, questo ci era già capitato in passato. Partire con
la processione dal cancello di entrata rigorosamente chiuso per
rispettare le direttive ricevute dall'alto mi ha fatto davvero
impressione, mi pareva surreale visto che fino a qualche giorno fa rimaneva aperto fino a sera, mi fa rabbrividire il fatto che un virus, un qualcosa
che non possiamo vedere, sia capace di stravolgere in un attimo la nostra routine
quotidiana ma non posso stare fermo, devo reagire di fronte ad una
realtà che è tutta da scoprire.
Mi considero fortunato a poter
camminare assieme ai ragazzi, cantando e sventolando le palme che
avevamo in mano, dall'entrata del centro fino alla cappella dove
avremo assistito alla celebrazione domenicale via facebook: essendo
la proprietà grande ce lo potevamo permettere e farlo tutti insieme
era un lusso di cui credo solamente in pochi hanno potuto godere. L'ho
fatto perchè so che i bambini ci tengono molto, all'inizio mi sembrava
qualcosa di sconveniente visto quanto sta accadendo ma Liliana mi ha
spinto a fare la processione e non mi sono tirato indietro: avevamo l'opportunità
di realizzarla, perchè negarla? Toccava a me presiederla, ero
nervoso in quanto consapevole che si trattava di un onore, un dono che
gran parte del mondo non poteva avere ed ero uno dei pochi
privilegiati a beneficiarne. Ad ogni passo non potevo non pensare ai
miei cari, a mia mamma, a mio padre, a mio fratello, ai miei nonni,
al mio nipotino, alla mia famiglia, agli amici ed ai tanti volti che
ho potuto incontrare: era quasi come farli in loro compagnia, il mio
avanzare era anche per loro che per cause di forza maggiore
quest'anno hanno rinunciato a questo rito. Ad ogni metro il cantare a
piena voce dei fanciulli ed i loro volti carichi di allegria nello
sventolare le foglie strette nella loro mano mi dava nuove energie,
mi sentivo rinvigorito ed orgoglioso di ciascuno di loro: quegli
attimi mi rimangono incisi nel cuore, sono uno dei più bei ricordi
della giornata, molto di più delle croci fatte di palme intrecciate che mi hanno donato.
Nel pomeriggio mi ero ripromesso di
rileggermi il racconto della Passione ma non volevo farlo da solo, in
questa situazione non me la sentivo ed ho proposto ai miei piccoli amici di farmi compagnia se lo volevano: quando sono entrato all'ora
stabilita in cappella mi ha seguito un piccolo gruppetto, che si è
seduto al mio fianco mentre cominciavo a leggere a voce alta... Anche
se non mi sono mai voltato, dai rumori provenienti dall'entrata
capivo che il numero di chi ascoltava stava crescendo. Erano tutti in
silenzio ad ascoltarmi, mi sembrava di essere un papà che stava
leggendo un libro ai propri figli: quando ho rimesso la Bibbia al suo
posto mi sono sorpreso di quanti fossero lì e soprattutto di trovare facce che mai avrei immaginato di vedere in quel contesto. Li ho ringraziati, è stato un
bel regalo perchè mi sono sentito accompagnato e non è stato da
meno il momento immediatamente successivo, in cui mi hanno travolto di mille domande su quello che avevano appena sentito: vuol dire che quel tempo passato assieme l'hanno apprezzato quanto me e questa è l'unica cosa che conta.
Alla sera l'episodio più emozionante
della giornata: il personale aveva inviato dei video per salutare i
ragazzi e così li avevo riuniti in un unico filmato per farglielo
vedere. Visto che si trattava di qualcosa di speciale, ho pensato di
proiettarlo sulla parete del palco del campo coperto: i bambini erano
sorpresi, emozionati di rivedere quei volti che non vedevano più da
due settimane e questo gli ha fatto sicuramente bene, è stato un vero e proprio toccasana sia per loro che per me. Si respirava amore,
quasi lo si poteva toccare ed è stato un bel modo per augurargli la
buonanotte in una domenica delle palme che è stata differente e che
ricorderò non tanto per il coronavirus ma per quanto è riuscita a donarmi.
Har baje
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