Ricordate il tentativo dell’anno passato di realizzare un
orto coi ragazzi? Sta continuando con buoni risultati e con una grande novità: anche le ragazze vi prendono parte!
Al ritorno del mio ultimo viaggio in Italia ero demoralizzato
nel vedere che quanto fatto nei mesi precedenti era andato perduto: dove
c’erano i pomodori ora era presente un buco e l’erba alta la faceva da padrona,
praticamente si doveva ricominciare da capo! A parte la parte dove era
cresciuta la yuca bisognava nuovamente zappare e pulire dalle erbacce… Un po’
per altre priorità o un po’ per aver visto che quanto fatto in precedenza
sembrava soltanto un lontano ricordo quest’iniziativa l’ho potuta riprendere
solo a fine gennaio.
La prima cosa da fare era scegliere chi dei ragazzi poteva
darmi una mano visto ben otto di quelli che mi avevano aiutato l’anno passato
se n’erano andati: non potevo fare una rotazione che coinvolgesse tutti in
quanto era necessaria un po’ di continuità e così, parlandone con Liliana, mi
viene proposta l’idea di far lavorare nell’orto anche le ragazze. All’inizio
ero un po’ titubante, forse scettico visto che sono più a contatto coi
maschietti ma ad oggi i risultati sono stati buoni e non mi pento di aver
seguito questo suggerimento. Sulla falsariga della precedente esperienza opto
per coinvolgere 12 fanciulli, suddividendoli in quattro gruppi: ai quattro che
sono rimasti si aggiungono due maschi e sei femmine che vengono scelti tra chi
si è proposto, considerando anche il fatto di andare a scuola la mattina o il pomeriggio.
Una volta suddivisi ecco che comincia il lavoro più faticoso
e forse più noioso, soprattutto per i miei piccoli aiutanti: pulire l’area
adibita all'orto, togliendo le erbacce e rivoltando la terra e delimitandola
con delle bottiglie di plastica e delle latte vuote. Memore dell’esperienza
fatta l’anno passato, si cambia il posto dove piantare la yuca nella speranza
che cresca di più e si raccoglie quella già cresciuta, cercando di concentrare
il tutto in una sola parte per dargli un aspetto più ordinato… Qui mi son
munito di pazienza nel spiegare come rastrellare, usare la zappa e la pala,
estirpare le erbacce e nel cercare di motivare i ragazzi che sembravano
arrendersi, gli sembrava un lavoro inutile!
Le cose cambiano quando li porto a prendere il letame
necessario a fare da concime: chiedendo ad un allevatore che abita vicino, lo
abbiamo ottenuto gratuitamente a patto che fossimo andati personalmente a
prenderlo e a caricarlo… E che avventura è stata, visto che ci ha dato anche
l’opportunità di poter raccogliere qualche mandarino direttamente dall’albero!
In un’occasione ci siamo ritrovati davanti ad una mucca con il suo vitellino e
mi è toccato distrarla per far uscire i ragazzi che ne avevano timore, ma
quante risate ci siamo fatti!
Cominciando a seminare e raccogliendo anche i mandarini
dagli alberi dell’orto ecco che i miei piccoli amici pian piano si affezionano
al momento in cui vengono a darmi una mano, complice anche il fatto che
parliamo del più e del meno: il loro stupore, misto a meraviglia, nel vedere
che cominciano a crescere l’insalata, le carote ed ora i pomodori ed i peperoni
li coinvolge e li spinge a fare mille domande… Vedono il loro lavoro dare i
frutti e quando vedono comparire nel piatto la lattuga che hanno contribuito a
far nascere e crescere si riempiono d’orgoglio, così come per il succo fatto
con quanto raccolto dagli alberi con le proprie mani! Mi guardano e mi
sorridono dicendo se questo è il frutto dei nostri sforzi, gli brillano gli
occhi, e io gli faccio un cenno di assenso: ciò gli stimola a continuare e li
ripaga delle loro fatiche!
Ma orto non significa soltanto lavorare: è un’occasione che
mi permette a me ed ai ragazzi di conoscerci di più attraverso qualche
chiacchere e qualche battuta, molto spesso capita che è più quello che si parla
che quello che si fa! E’ una cosa importante perché così apprendiamo qualcosa
dell’altro che ignoravamo e spesso è occasione per confidarsi, per domandare
qualcosa che in altri momenti non è possibile chiedere, per parlare di sé ed
aprirsi in un modo del tutto nuovo: ogni volta si scopre qualcosa di nuovo! E’
anche un modo per scoprire delle potenzialità nascoste: alcuni di loro mi hanno
sorpreso in positivo perché li ho visto mettersi d’impegno ed essere anche
propositivi, non me lo sarei mai aspettato visto che in altre occasioni non
avevano evidenziato queste doti! Quando l’ho detto a Liliana o a qualcuno del
personale, quasi non ci credevano: a volte basta dare fiducia a questi
fanciulli, sostenerli e lavorare fianco a fianco con loro e non mancheranno di
stupirti! Col passare del tempo si instaura un legame speciale a cui non riesco
a sottrarmi e lo stesso vale per loro: se per il maltempo o per un imprevisto
un gruppo non può lavorare, tutti i suoi componenti vengono ad assillarmi per
poter recuperare il tempo perduto perché si tratta di un momento speciale,
tutto nostro… E’ una bella soddisfazione! Così come fa piacere che Liliana, che
all’inizio non era proprio convinta di questa cosa, ora mostra con
soddisfazione e con un certo orgoglio a chi ci fa visita o ai nuovi assunti il
nostro orto: per tutti noi è motivo per sorridere e gioire!
Visto il gran lavoro fatto fin qui ho pensato di premiare i
ragazzi: li ho portati in churrascheria e il ringraziamento più grande è averli
visti abbuffarsi come non mai e sentirsi dire che avevano la pancia piena! Se
lo son proprio meritati: grazie Juan Carlos, Abel, Percy, Emanuel, David,
Rodrigo, Pamela, Jamile, Heidi, Alejandra, Arabel e Sisy per condividere con me
quest’esperienza!
Har baje
È un racconto bellissimo. ...sembra di vedere i volti sorridenti dei tuoi ragazzi e i frutti del loro lavoro. ... lo spirito santo continui a soffiare e a ispirarti queste belle iniziative!
RispondiEliminaAntonella mira