E' martedi e fa freddo anche per i miei
gusti. Vorrei starmene a letto, approfittando del mio giorno libero,
ma preferisco fare un giro in città: ho bisogno di uscire, di
liberare la mia mente dai cattivi pensieri, di non pensare almeno per
un po' alle brutte notizie che ho ricevuto nell'ultimo periodo.
E' un azzardo perchè so che a volte quando
esco per andare a Santa Cruz ne ritorno frastornato e ciò comincia a ripetersi sempre più spesso: durante la
passeggiata mi ritrovo davanti a situazioni che sembrano volermi
comunicare qualcosa, ho la sensazione che vogliano darmi un
messaggio ben preciso ma mi guardo bene dal riceverlo. E' così anche
stavolta: dopo un centinaio di passi, svolto l'angolo e mi ritrovo
davanti, seduti su una panchina, un gruppo di giovani, tutti
minorenni. Capisco dai loro volti e dai loro abiti che non hanno una
casa dove andare e che hanno passato per strada una delle notti più fredde
dell'anno. Non posso non notare nelle loro espressioni qualcosa di strano
e questo mi mette in guardia: cerco di non fissarli e gli passo di
fianco con fare indifferente ma con la coda dell'occhio mi rendo
conto che uno di loro sta sniffando qualcosa da una bottiglietta.
Intuisco cosa possa essere, rimango come inorridito alla sola
idea di quello che potrei avere visto ma vorrei una conferma, magari
ho preso un abbaglio: dopo qualche metro mi fermo, mi volto e noto
come quello stesso contenitore passa di mano in mano soltanto dopo che ciascuno ne abbia inalato ben bene il contenuto. Praticamente si erano fatti di
alcool o non so di che sostanza davanti ai miei occhi e proprio in
una delle strade più trafficate del centro!
Ero incredulo ed impotente allo stesso
tempo: sapevo che in quel frangente non saprei e non potrei essergli di
aiuto, probabilmente mi sarei messo soltanto nei guai. Riprendo il
mio cammino, a farmi compagnia ci sono le immagini viste appena un
attimo fa, mi interrogo su come caspita sia possibile ridursi così a quell'età quando mi imbatto davanti a quella che sembra una
coperta buttata sul ciglio del marciapiede. Da lontano sembra quasi
dell'immondizia abbandonata ma più mi avvicino più mi rendo conto
che si tratta di una persona che sta dormendo raggomitolata. Qualcuno
le passa di fianco quasi senza accorgersene, come se non esistesse,
mentre a me viene la pelle d'oca giusto quando sono a una decina di
centimetri da lei. La vedo tremare e il mio cuore ha un sussulto:
vorrei comprarle qualcosa di caldo e mettergliela vicino senza che se
ne accorga ma nei paraggi è ancora tutto chiuso, c'è solo qualche
bancherella che vende snack che non aiutano di certo a scaldarsi. Mi fermo,
indugio sul da farsi e, visto che ho un appuntamento da non perdere,
mi riprometto che più tardi ripasserò e le darò una mano in qualche modo. Mi pentirò
di questa scelta: ritroverò quella figura già sveglia, accompagnata
da un personaggio con uno sguardo allucinato e poco rassicurante e
questo è bastato per farmi desistere. Per giustificarmi mi sono
detto che era un rischio troppo grande ed il gioco non valeva la
candela ma la verità è che ho avuto paura ed ho esitato giusto
quando avevo la possibilità di fare la differenza.
Deluso in parte per non aver colto
l'attimo riprendo la mia passeggiata e decido di andare a prelevare
parte delle offerte che mi sono arrivate: mi avvicino alla vetrata
dello sportello del bancomat e l'occhio cade su quel cartone che
giace al suo interno, giusto nel pavimento. Ho già una idea su cosa
si tratta e ne ho avuto la conferma appena apro la porta:
nell'angolino vedo un sacco di patatine vuoto, così come un
flaconcino di alcol ed una bottiglietta con qualche residuo di colla:
ero appena entrato in quello che era stato un rifugio da una notte
ben fredda di un senzatetto! In quel momento ho un sussulto e mi
risveglio dal mio torpore: quello che ho visto oggi non è una
semplice coincidenza, è tutto collegato e fa parte dello stesso
messaggio. Sorrido perchè so chi ne è l'autore e quanto mi sia
difficile rispondere, trovo la cosa estremamente buffa visto che il
mio essere qui oggi a Santa Cruz è legato proprio al fatto di aver
capito che Qualcuno mi stava parlando ed alla fine gli ho detto sì.
Magari stavolta mi sto sbagliando di grosso ma se non fosse così? Ho
paura a scoprirlo, sento che mi manca quel pizzico di coraggio che mi
ha spinto qualche anno fa a pormi le domande giuste ma ho anche la certezza che
quanto ho visto e vedo ogni giorno mi interroga su ciò che credo e
mi aiuta a capire cosa sia meglio per me, spingendomi sempre a cercare il bene.
Har baje
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