E' un venerdì differente dagli altri, un po' triste visto che avrei accompagnato alcuni ragazzi in quella che sarà la loro nuova casa per diverso tempo. Sarei partito presto perchè ci si era accordati così con gli altri centri, avevo mille cose per la testa e mai avrei pensato di ritrovarmi di fronte ad un problema che pareva essere un fulmine a ciel sereno: il personale che sta entrando per il turno della mattinata mi informa che lungo la strada principale ci sono dei blocchi e che un'educatrice sicuramente arriverà in ritardo visto che non ci sono mezzi pubblici ed è difficile transitare.
Rimango incredulo, non riesco a credere a queste parole visto che non c'era stata alcuna avvisaglia circa un segno di protesta così forte: mi sale il sangue alla testa, mi dico che non è possibile che facciano una cosa così in tempo di pandemia e non mi resta che tentare la sorte in quanto i fanciulli devono essere trasferiti entro la mattinata.
Vado a prendere Liliana e le dico quanto avevo sentito: decidiamo di dirigerci comunque per il centro, non avevamo d'altronde molte alternative. Si nota che non c'è molto traffico ed è strano vista l'ora, poi ecco comparire davanti a noi una colonna di veicoli intenta a cambiare senso di marcia ed a immettersi in strade secondarie: c'è un posto di blocco proprio in prossimità dell'ultimo anello di Santa Cruz! Ci sono già moto e pietre di traverso, non ci sono molti manifestanti ma bastano visto la tenacia e la determinazione che hanno per non far passar nessuno: Liliana chiede se possono fare un'eccezione per noi visto che siamo un hogar ed abbiamo minori a bordo ma la risposta è negativa. Ci ritroviamo così, nostro malgrado, a dover trovare un percorso alternativo, sperando di non trovare altri sbarramenti. Lungo il tragitto notiamo che hanno già chiuso al traffico alcuni cavalcavia, arriviamo comunque in centro ma non possiamo passare vicino alla caserma della polizia visto che c'è un gruppo di protesta che sta cercando di bloccare la strada e tira sassi ai veicoli che si avvicinano: è proprio un agente a dirci che dobbiamo fare una deviazione per evitare qualsiasi tipo di problema.
Riusciamo a portare i ragazzi a destinazione, in centro sembra tutto tranquillo anche se si notano meno auto in circolazione ma è tornando verso casa che ci accorgiamo di come le cose stiano prendendo una brutta piega: ci ritroviamo imbottigliati perchè stanno interrompendo il traffico con pneumatici, auto macchine messe di traverso, rami e pietre. Ho l'impressione di ripiombare all'anno scorso quando proprio in questo periodo c'è stato il paro civico che ha paralizzato il Paese... Mi assale una sensazione di angoscia, comincio a sentirmi un poco nervoso perchè non ho la più pallida idea su come possa tornare all'hogar.
La situazione pare sbloccarsi quando si apre un varco e possiamo salire per un cavalcavia ma questa speranza si spegne subito in quanto rimaniamo bloccati proprio in cima per un bel po': posso cosù osservare che proprio sotto di me stiano rafforzando gli sbarramenti e comincino a non far passare più nessuno, eccezion fatta per chi va in moto, in bicicletta e a piedi. Vedo gruppi di persone, per lo più giovani, che fermano i camion e passano tra i mezzi fermi armati di bastoni o indossando la bandiera boliviana o di Santa Cruz tra i mezzi fermi: non mi sento al sicuro, ho delle brutte sensazioni, vorrei andarmene ma non posso, devo solo aspettare anche se tutto intorno a me mi dice che le cose non stanno andando nel verso giusto.
I manifestanti ci permettono di avanzare, approfittiamo di far scendere l'assistente sociale che vive in zona visto che non sappiamo se venendo con noi all'hogar potrà tornare a casa e ripartiamo. Lungo il tragitto noto già delle colonne ai distributori ma la situazione ha dell'assurdo perchè c'è chi protesta vivacemente ed a pochi metri di distanza ci sono persone che continuano a lavorare come se non stesse succedendo nulla: se non l'avessi visto coi miei occhi non ci crederei!
Per fortuna nel nostro tragitto verso caso non troviamo alcun impedimento anche se non posso non notare che in vari punti sono ammassati pietre, gomme e quanto altro: è il chiaro segnale che presto o tardi proprio lì saranno allestiti dei nuovi posti di blocco. L'unica cosa positiva è che nel distributore di benzina più vicino a noi non si vedono ancora formarsi delle file per fare le scorte di carburante: appena arrivo al centro carico in macchina tutte le taniche a disposizione e vado di corsa a riempirle mentre Liliana si occupa di ricaricare i bomboloni del gas, meglio trovarsi preparati nel caso le cose degenerassero.
Giungono notizie che le proteste ed i blocchi stanno aumentando per cui invitiamo chi viene da noi a lavorare e vive lontano a tornare a casa prima visto che non si sa cosa succederà più tardi. Nella notte sento degli spari da lontano e purtroppo so da dove provengono: hanno bloccato l'accesso alla strada principale della località dove mi trovo. Li ho potuti ascoltare anche questa mattina appena alzato e non possono che preoccuparmi visto che mi sembra di fare un tuffo nel passato, precisamente a novembre dello scorso anno: è stato un periodo a dir poco difficile, che mi ha messo alla prova, ed adesso c'è lo spettro che si ripeta! Ad aggravare la situazione poi c'è il virus che sembra riprendere forza... Comincio ad essere assalito dai dubbi, soprattutto su cosa sia meglio fare, e mi riscopro ad avere paura perchè un'altra volta gli eventi stanno stravolgendo tutti i miei piani e sento che forse stavolta le energie per affrontare una situazione simile a quella dello scorso anno proprio non ce le ho o si esauriranno molto presto.
Il motivo delle proteste non è legato ai risultati delle elezioni, anche se qualcuno denuncia dei brogli senza però portare delle prove in merito, ma alla modifiche apportate ai regolamenti parlamentari per cui tutte le leggi possono essere approvate con la maggioranza assoluta mentre prima sulle decisioni più importanti era necessario il parere favorevole dei due terzi delle camere. Non voglio entrare nel merito se siano giuste o no queste forme di manifestare ma noto come non ci sia più la coesione che c'era lo scorso anno, complice probabilmente il fatto che con tutto quello che è successo l'economia della gente è stata colpita gravemente e la maggioranza vuole andare a lavorare, non può permettersi di bloccare la circolazione: oggi ad esempio la situazione sembra essere migliorata e tutti, salvo qualche eccezione, sono venuti a lavorare regolarmente. Non nascondo di aver tirato un respiro di sollievo, so benissimo che le tensioni ci sono ancora ma spero che si arrivi ad una soluzione pacifica che guardi al bene di questo Paese e soprattutto di questi ragazzi.
Har baje
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