Finalmente ha sorriso! Non ci potevo
credere, avevo ormai le speranza visto che il ragazzo da quando era
arrivato aveva sempre un'espressione infelice e stava sulle sue,
evitando qualsiasi attività che gli si proponeva e tenendosi in
disparte. Mi ha sollevato vederlo così, si è riaccesa la speranza
che le cose con lui ora possano essere in discesa!
Devo essere sincero: non c'è il mio
zampino dietro questo piccolo ma grande risultato, non mi sono
sforzato molto. L'unico merito di cui mi potrei vantare è quello di
aver messo a disposizione il mio cellulare per permettere di metterlo
in comunicazione con la sorella che si trova in un altro centro,
grazie ad una videochiamata ricevuta dall'assistente sociale di
quell'hogar: non ho fatto nient'altro, se si esclude il fatto di
averlo chiamato e portato in un posto tranquilllo, lontano da occhi
indiscreti e dove nessuno ci avrebbe disturbati in attesa che il
telefono squillasse.
Ricordo bene che rispondeva a
monosillabi alla sorella, era piuttosto timido fino a che mi ha
sorpreso vedendo un'espressione allegra nel suo volto... Non ci
credevo proprio, mi veniva voglia di gridare al miracolo! Mi è stato
così regalata una piccola gioia in una giornata faticosa e che mi ha
riservato qualche amarezza ma poco importa visto la fortuna di esser
stato testimone di questo momento.
Sono contento per lui perchè in fondo
lo capivo: era stato catapultato qui all'improvviso, trasferito da un
centro chiuso in maniera definitiva per molteplici irregolarità. Non
posso dimenticare il suo sguardo spaventato, è arrivato qui con un
pulmino carico di altri fanciulli destinati altrove: era l'unico
destinato qui, il primo di un gruppo di cinque. Gli altri sarebbero
arrivati più tardi, compresa la sorella: non si è mosso dalla panca
posta all'ingresso finchè non l'ha vista coi proprio occhi, non si
fidava delle nostre parole. Mentre aspettavamo sono riuscito a strappargli
qualche parola, si capiva lontano un miglio che si trovava in uno stato di
shock: cosa comprensibile se si pensa che si è svegliato come sempre
nel suo letto per poi trovarsi circondato dalle autorità competenti, messo in un autobus senza sapere dove stesse andando, senza nemmeno
poter prendere le sue cose e non potendo salutare come si
deve i suoi compagni, i suoi amici... Credo che se mi capitasse una
cosa del genere la mia reazione sarebbe uguale alla sua o addirittura peggiore!
E' rimasto immobile a fissare il
cancello per quasi due ore, tanta è durata l'attesa di accogliere i nuovi ragazzi che mancavano all'appello, ed è parso sollevato nel poter
vedere che la sorellina era davanti a lui. In quel momento ho tirato
un respiro di sollievo ma non potevo non nascondere un poco di rabbia
e di sorpresa, di disappunto nello scoprire che nessuno di loro si
era portato con sé qualcosa, le uniche cose che avevano erano quelle che indossavano! Non avevano neppure pranzato ed ormai era metà
pomeriggio: non ho avuto dubbi, mentre Liliana avrebbe parlato con
loro per dargli il benvenuto, sarei andato a comprare del pollo
affinchè lo mangiassero. Non c'era il tempo per lamentarsi o
criticare quanto avevamo sotto gli occhi: sicuramente il
susseguirsi così rapido degli eventi aveva prodotto questo e non potevamo
giudicare senza conoscerli, l'unica cosa da fare era aiutare questi
fanciulli e farli sentire accettati senza se e senza ma, non sarebbe servito a nulla fare polemica! Nei giorni successivi l'autorità
pubblica ci ha dato una grossa mano e continua a farlo, soprattutto
per il risvolto psicologico che un trasferimento così repentino
potrebbe aver provocato, e tutto aiuta, anche una semplice
videochiamata, soprattutto se riesce a dare qualche sprazzo di
serenità e speranza.
Har baje
Bravo Marco, sei forte! Almeno questa volta la funzione del cellulare è servita a strappare un sorriso! Un abbraccio e un saluto a tutti! Ciao! Angelina
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