Un bambino non può essere mai un
problema, a rendere il suo atteggiamento difficile e distante da
quello che potrei definire come “normale” sono le situazioni che
si è trovato a vivere suo malgrado e che lo hanno riempito di
dolore, rabbia, tristezza e frustrazione. Ne ho visti tanti entrare
in questo centri e molti mi sono sembrati come dei piccoli vasi di terracotta
crepati o scheggiati: a tutti coloro che lavorano qui, me
compreso, spetta l'arduo compito di sanarli con esiti spesso
contrastanti tra loro perchè non esiste al mondo un manuale di
istruzioni che ci possa dire come curare un cuore segnato dalle
sofferenze, non c'è una regola che valga per tutti i casi perchè
ogni ragazzo è differente dall'altro, è un mondo da esplorare e non
è detto che quello che ha funzionato con uno possa andare bene anche per un altro. L'unica arma a disposizione è cercare di volergli bene così
come sono perchè sono convinto che l'amore può aiutare a renderli
persone migliori, sebbene non abbia il potere di cancellare le ferite
del passato e di farli tornare come “nuovi”.
E' molto più facile a dirsi che a
farsi, lo so, perchè l'ho vissuto e continuo a sperimentarlo. Mi ripeto spesso quanto scritto all'inizio, soprattutto
in questi giorni visto che c'è un bambino, uno dei più piccoli, che
mi sta mettendo a dura prova: è qui da più di un anno e si fa
notare per i suoi scatti d'ira e le sue urla quando gli si vieta di
fare quello che vuole. Si arrabbia spesso per qualcosa che mi sembra
insignificante, una sciocchezza come l'aver fatto male i compiti o
aver perso un tappo di bottiglia, e lo fa con una violenza inaudita:
comincia a tirare le cose o a colpirle con forza e comincia a gridare
molto forte come se lo stessero picchiando. Mi
impressiona la forza che riesce ad avere in quei momenti, che non
riesco proprio ad associare ad un fanciullo della sua età: in
un'occasione è riuscito a scagliare a due/tre metri di distanza una
dozzina di pietre abbastanza pesanti ed a spezzare il ramo
di una piccola palma! Mi sorprende per il fatto che mentre urla a
squarciagola il suo viso non viene rigato da alcuna lacrima e perchè
sta ben attento a non rompere qualcosa che è suo.
E' stato provato di tutto per calmarlo, quando un metodo funziona la volta successiva non
produce alcun effetto e capita che, per evitare che si faccia male o
possa danneggiare ancora di più le cose che ha attorno, si è
costretti a trattenerlo senza usare la forza: se ne esce senza
energie, che sembrano risucchiate dal bambino durante tutto il tempo
necessario a tranquillizzarlo. A volte ci si alterna nel tentativo di
gestirlo nelle sue crisi, con risultati contrastanti, perchè pone in grosse difficoltà
l'educatrice di turno, che deve badare ad altri 15 fanciulli: io stesso sono intervenuto in varie
occasioni, qualcuna è andata bene mentre in quella peggiore il
braccio mi ha fatto male per due giorni perchè l'ho tenuto fermo per
evitare che picchiasse un suo compagno, cercando ovviamente di non
usare tutta la mia forza per non fargli male mentre lui purtroppo non ha fatto
altrettanto.
Ogni volta che sento urlare spero
sempre che non si tratti di lui e, quando mi rendo conto che mi ero
illuso, mi sento pervaso da un senso di impotenza e di sgomento: non
riesco proprio a credere che di nuovo faccia i capricci, mi dico che
così non si può andare avanti e che questa situazione mi ha proprio
stancato. Mentre continua a gridare o a sbattere violentemente le
porte dell'armadio mi chiedo come lo si possa aiutare, forse ha
bisogno di qualcosa che noi non possiamo offrire... Nonostante la
giovane età mi ha sbattuto in faccia una realtà difficile da
digerire: non ho i mezzi per dargli una mano, devo affidarmi ad altri
per farlo sebbene sappia che ciò rappresenta una sfida ben difficile
persino per chi, nel centro, è ben preparato per dargli un sostegno
psicologico: volevamo portarlo ad una visita specialistica per
sincerarsi che questo comportamento non fosse legato a qualche
problema di salute ma bisogna aspettare perchè per l'emergenza del
coronavirus tutto risulta sospeso fino a data da destinarsi. Eppure è
un fanciullo a cui piace aiutare, è affettuoso, simpatico ed
intelligente, anche se a volte si lascia vincere dalla pigrizia: per
questo quando lo vedo nei suoi momenti peggiori non smetto di
domandarmi che gli è successo, cosa gli hanno fatto per far sì che
reazioni in un modo così violento davanti ad un no perchè credo
questa situazione non può essere assolutamente normale.
Oltre al piccolo si è messa
ultimamente anche una ragazza, tra le più grandi, a darci da pensare
e mi spinge ad interrogarmi visto che il suo comportamento attuale
contrasta con il fatto che è sempre disponibile,quando le chiedi una
mano non dice mai di no ed è una di quelle persone che danno il
meglio che possono quando devono fare qualcosa, anzi cerca sempre di
superare i propri limiti. Posso intuire soltanto che i suoi problemi
nascono dal suo triste passato e dal senso di colpa che prova.
Verrebbe voglia di fregarsene, di
lasciarli al loro destino semplicemente perchè è troppo anche per
me ma ho capito che, nel mio piccolo, posso dargli una mano lasciando
da parte il lato brutto che stanno mostrando ed ignorando tutti i
commenti che tendono ad attribuire loro delle etichette negative. Ho
deciso di provare a vedere la bellezza che c'è in loro, anche se è
nascosta, sotterrata da chissà quanto dolore, rabbia e sofferenza e
si sono dimenticati di possedere, perchè cogliendola avrò maggiori
possibilità di tendergli la mano e dire loro che non sono poi così
male, possono essere delle persone meravigliose e per qualche motivo se lo sono scordato: diventarlo dipende soltanto da loro e da nessun altro, io posso soltanto accompagnarli in questo percorso.
Har baje
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