venerdì 5 giugno 2020

Vedere la bellezza che c'è dentro

Un bambino non può essere mai un problema, a rendere il suo atteggiamento difficile e distante da quello che potrei definire come “normale” sono le situazioni che si è trovato a vivere suo malgrado e che lo hanno riempito di dolore, rabbia, tristezza e frustrazione. Ne ho visti tanti entrare in questo centri e molti mi sono sembrati come dei piccoli vasi di terracotta crepati o scheggiati: a tutti coloro che lavorano qui, me compreso, spetta l'arduo compito di sanarli con esiti spesso contrastanti tra loro perchè non esiste al mondo un manuale di istruzioni che ci possa dire come curare un cuore segnato dalle sofferenze, non c'è una regola che valga per tutti i casi perchè ogni ragazzo è differente dall'altro, è un mondo da esplorare e non è detto che quello che ha funzionato con uno possa andare bene anche per un altro. L'unica arma a disposizione è cercare di volergli bene così come sono perchè sono convinto che l'amore può aiutare a renderli persone migliori, sebbene non abbia il potere di cancellare le ferite del passato e di farli tornare come “nuovi”.
E' molto più facile a dirsi che a farsi, lo so, perchè l'ho vissuto e continuo a sperimentarlo. Mi ripeto spesso quanto scritto all'inizio, soprattutto in questi giorni visto che c'è un bambino, uno dei più piccoli, che mi sta mettendo a dura prova: è qui da più di un anno e si fa notare per i suoi scatti d'ira e le sue urla quando gli si vieta di fare quello che vuole. Si arrabbia spesso per qualcosa che mi sembra insignificante, una sciocchezza come l'aver fatto male i compiti o aver perso un tappo di bottiglia, e lo fa con una violenza inaudita: comincia a tirare le cose o a colpirle con forza e comincia a gridare molto forte come se lo stessero picchiando. Mi impressiona la forza che riesce ad avere in quei momenti, che non riesco proprio ad associare ad un fanciullo della sua età: in un'occasione è riuscito a scagliare a due/tre metri di distanza una dozzina di pietre abbastanza pesanti ed a spezzare il ramo di una piccola palma! Mi sorprende per il fatto che mentre urla a squarciagola il suo viso non viene rigato da alcuna lacrima e perchè sta ben attento a non rompere qualcosa che è suo.
E' stato provato di tutto per calmarlo, quando un metodo funziona la volta successiva non produce alcun effetto e capita che, per evitare che si faccia male o possa danneggiare ancora di più le cose che ha attorno, si è costretti a trattenerlo senza usare la forza: se ne esce senza energie, che sembrano risucchiate dal bambino durante tutto il tempo necessario a tranquillizzarlo. A volte ci si alterna nel tentativo di gestirlo nelle sue crisi, con risultati contrastanti, perchè pone in grosse difficoltà l'educatrice di turno, che deve badare ad altri 15 fanciulli: io stesso sono intervenuto in varie occasioni, qualcuna è andata bene mentre in quella peggiore il braccio mi ha fatto male per due giorni perchè l'ho tenuto fermo per evitare che picchiasse un suo compagno, cercando ovviamente di non usare tutta la mia forza per non fargli male mentre lui purtroppo non ha fatto altrettanto.
Ogni volta che sento urlare spero sempre che non si tratti di lui e, quando mi rendo conto che mi ero illuso, mi sento pervaso da un senso di impotenza e di sgomento: non riesco proprio a credere che di nuovo faccia i capricci, mi dico che così non si può andare avanti e che questa situazione mi ha proprio stancato. Mentre continua a gridare o a sbattere violentemente le porte dell'armadio mi chiedo come lo si possa aiutare, forse ha bisogno di qualcosa che noi non possiamo offrire... Nonostante la giovane età mi ha sbattuto in faccia una realtà difficile da digerire: non ho i mezzi per dargli una mano, devo affidarmi ad altri per farlo sebbene sappia che ciò rappresenta una sfida ben difficile persino per chi, nel centro, è ben preparato per dargli un sostegno psicologico: volevamo portarlo ad una visita specialistica per sincerarsi che questo comportamento non fosse legato a qualche problema di salute ma bisogna aspettare perchè per l'emergenza del coronavirus tutto risulta sospeso fino a data da destinarsi. Eppure è un fanciullo a cui piace aiutare, è affettuoso, simpatico ed intelligente, anche se a volte si lascia vincere dalla pigrizia: per questo quando lo vedo nei suoi momenti peggiori non smetto di domandarmi che gli è successo, cosa gli hanno fatto per far sì che reazioni in un modo così violento davanti ad un no perchè credo questa situazione non può essere assolutamente normale.
Oltre al piccolo si è messa ultimamente anche una ragazza, tra le più grandi, a darci da pensare e mi spinge ad interrogarmi visto che il suo comportamento attuale contrasta con il fatto che è sempre disponibile,quando le chiedi una mano non dice mai di no ed è una di quelle persone che danno il meglio che possono quando devono fare qualcosa, anzi cerca sempre di superare i propri limiti. Posso intuire soltanto che i suoi problemi nascono dal suo triste passato e dal senso di colpa che prova.
Verrebbe voglia di fregarsene, di lasciarli al loro destino semplicemente perchè è troppo anche per me ma ho capito che, nel mio piccolo, posso dargli una mano lasciando da parte il lato brutto che stanno mostrando ed ignorando tutti i commenti che tendono ad attribuire loro delle etichette negative. Ho deciso di provare a vedere la bellezza che c'è in loro, anche se è nascosta, sotterrata da chissà quanto dolore, rabbia e sofferenza e si sono dimenticati di possedere, perchè cogliendola avrò maggiori possibilità di tendergli la mano e dire loro che non sono poi così male, possono essere delle persone meravigliose e per qualche motivo se lo sono scordato: diventarlo dipende soltanto da loro e da nessun altro, io posso soltanto accompagnarli in questo percorso.
Har baje

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