Ieri mattina ho avuto un piccolo
incidente cercando di sistemare la lavatrice industriale: mi ero
ferito ed il taglio era profondo, non usciva molto sangue e per
fortuna muscoli e nervi non sembravano lesionati. Per prima cosa ho
ringraziato ancora una volta la mia buona stella ma subito sono stato
assalito dai dubbi: e adesso? Andare in ospedale o in una clinica
privata era un problema, consapevole del fatto che il sistema
sanitario pubblico e privato era al collasso per il forte aumento dei
casi di coronavirus ed in più recarsi proprio lì significava
aumentare di molto le possibilità di contagio, ma allo stesso tempo sapevo di aver assoluto bisogno di assistenza medica.
Con una freddezza che mi ha sorpreso mi
son pulito la ferita e medicato, poi ho chiesto alla cuoca se mi
poteva chiamare Liliana: non potevo dirlo ad un'educatrice visto che
era impegnata con la colazione dei ragazzi e non volevo scatenare la curiosità di quest'ultimi o farli preoccupare... Purtroppo però non è andata
come desideravo visto che, mentre ero in infermeria a tamponarmi la ferita, in
parecchi sono venuti a vedere come stavo ed altrettanti guardavano da
lontano visibilmente impensieriti. Visto che Liliana tardava ad
arrivare e non avvertivo dolore, ho sdrammatizzato la situazione con
delle battute per rassicurare tutti, cercando anche di consolare le
ragazze che stavano in lavanderia perchè convinte che mi fossi fatto
male per colpa loro. Ero tranquillo ma ho tirato un respiro di
sollievo quando Liliana è arrivata, mi sentivo un po' in colpa per
aver creato un problema in un periodo in cui di certo in hogar non
mancano ma non potevo non raccontarle com'era successo. Mi chiede se
era profondo, gli confermo che avevo bisogno di punti ed anche lei si
fa la mia stessa domanda: “dove possiamo andare visto che le
cliniche sono strapiene?”. Mi ricordo del piccolo ambulatorio
privato ad un paio di chilometri da noi, che già mi era stato utile
quando avevo preso la dengue.
Andiamo lì mentre noto le strade
deserte, per fortuna non c'è nessuno in sala d'attesa così vengo
atteso subito: nel medicarmi, il dottore ci racconta dei suoi timori
visto che in quella zona ci sono molti casi di coronavirus. Gli
chiediamo se sa in quali aree nelle vicinanze ci sono più malati, la
cosa ci interessa per capire se le misure adottate per proteggere i
ragazzi debbano essere rinforzate o meno, e ci fa un elenco che non
può non farci preoccupare. Ci confida che in molti non fanno i
tamponi perchè sono costosi e mi dice qualcosa che mi fa
rabbrividire: quando suona al campanello gente che non smette di
tossire e mostra chiari sintomi di Covid-19 preferisce non farli
entrare. Non sta a me giudicare, nei suoi panni non so cosa avrei
fatto: posso solo dire che c'è tanta paura in giro perchè se ci si
ammala non c'è un letto d'ospedale libero in tutta la città.
Capisco i suoi timori: certamente non vuole essere fonte di contagio
quando la sua professione è quella di curare le persone e non di
infettarle, l'unica via per farlo è correre rischi il meno possibile
visto che non è attrezzato per far fronte ad una simile emergenza.
Le sue parole continuano ancora adesso
a rimbombarmi in testa, provocandomi amarezza e qualche brivido
visto che cozzano non poco col mio pensiero: non sono nessuno per
giudicarlo, anzi lo stimo per la sua franchezza, la sua onestà. Non
lo biasimo perchè probabilmente mi comporterei come lui se mi
trovassi nella medesima situazione, semplicemente per il fatto che
quando mi capita di leggere le cifre dei nuovi casi giornalieri mi
assale un po' di paura in quanto so che tutti i miei sforzi possono
non bastare per proteggere i miei ragazzi. Confesso che quando
qualche bambino ha manifestato febbre alta e vomito dopo un paio di settimane dal
mio rientro ho sudato freddo e mi son chiesto se ne fossi la causa,
magari ero asintomatico: prima che si scoprisse che si trattava di dengue ho passato dei brutti momenti in cui mi
sentivo in colpa.
Credo si tratti di quello stesso stato d'animo che quel medico sta cercando di evitare con quella sua scelta: la capisco perchè altrimenti si rischia di convivere con qualcosa che
personalmente mi ha turbato non poco e per questo posso solo
rispettarla.
Har baje
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