mercoledì 18 novembre 2015

Realtà dure da mandare giù

Eccomi di nuovo qui sgomento, inorridito, disgustato ed incredulo dopo aver letto la documentazione dei nuovi arrivati durante la mia assenza, cosa che reputo fondamentale per sapere come avvicinarmi a loro e capire quale sia il modo migliore per parlarci.
Le cose che subito mi balzano all’occhio sono il motivo dell’ingresso, identico per 5 casi sui 6 esaminati e poco importa che la cosa sia dovuta al fatto che si tratta di fratelli, e gli anni degli interessati: rispettivamente abuso sessuale ed una età media attorno ai 9 anni… Un colpo al cuore quando mi soffermo sulla relazione sui primi due fratelli, vittime innocenti di una famiglia in cui i genitori si sono separati e delle voglie malate di un patrigno che li costringeva a dormire nel suo stesso letto e minacciava di uccidere qualunque persona a cui avessero raccontato cosa gli facesse. Dal racconto dei piccoli l’uomo di mattina approfittava dell’assenza della madre per spogliare e baciare le parti intime dei due e di sera obbligava la donna a mettersi degli auricolari per non fargli sentire le loro grida di orrore e di dolore nel momento in cui li violentava.
Scosso, domandandomi come si può fare questo a dei bambini e facendomi un’idea purtroppo vaga di quanto abbiano sofferto, trovo la forza di continuare e comincio a leggere la seconda documentazione, relativa a tre fratellini, nella convinzione o meglio nella speranza che non potesse nascondere qualcosa di peggio rispetto a quanto avevo appena di leggere: mi sono sbagliato di grosso! Abbandonati dalla madre per la reiterata violenza domestica subita i fanciulli si sono ritrovati a vivere col padre che molto spesso era violento ed ubriaco. In più di una occasione sono state vittime di abuso, soprattutto mentre dormivano, e venivano costretti a spogliarsi, persino la più piccola che da poco ha compiuto 7 anni. Rimango schifato, senza parole e l’unica reazione che riesco ad avere è quella di rabbia: come si può fare questo ai propri figli?
Guardando il rovescio della medaglia l’unico aspetto che si può dire “positivo” è che leggendo queste righe ho capito il comportamento delle nuove arrivate, un po’ schive e diffidenti: come non esserlo dopo quello che hanno vissuto? Quel che impressiona è il loro bisogno di affetto: lo intravedo soprattutto nei maschietti che senza troppi timori da subito mi hanno cercato, abbracciato e cercano la mia mano quando stiamo camminando uno di fianco all'altro oppure quando le bambine timidamente si siedono vicino a me, in cerca di una carezza… Col passare dei giorni cominciano ad aprirsi di più, si avvicinano anche soltanto per strappare un sorriso ed a volte mi domando dove trovino la forza di affidarsi ad un perfetto sconosciuto, soprattutto quando la persona a cui volevano più bene li ha traditi.
Casi di questo tipo stanno purtroppo aumentando, a dimostrarlo è il crescente numero di bambini che ci arrivano con questa motivazione e non si riesce a capirne il motivo, cosa ci sia dietro a tutto questo: c’è chi dice che si tratti di un retaggio culturale, altri del fatto che ora si ha meno paura a denunciare questi fatti. L’unica cosa certa è che questi bambini hanno bisogno del nostro aiuto, di qualcuno che li possa far sentire amati e rispettati, di riacquistare fiducia in sé stessi e negli altri: non è semplice e la mia speranza è di poter riuscire a dare il mio piccolo contributo.
Har baje

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1 commento:

  1. Decisamente un pugno allo stomaco....anzi non uno....molti! Davvero incomprensibile, disgustante, orribile.....eppure non sono casi isolati. Potranno mai questi fanciulli recuperare un corretto equilibrio e rapporto con gli altri? Signore aiutaci ad aiutarli....
    Antonella san Nicolò, mira

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