Eccomi di nuovo qui sgomento, inorridito, disgustato ed
incredulo dopo aver letto la documentazione dei nuovi arrivati durante la mia
assenza, cosa che reputo fondamentale per sapere come avvicinarmi a loro e
capire quale sia il modo migliore per parlarci.
Le cose che subito mi balzano all’occhio sono il motivo
dell’ingresso, identico per 5 casi sui 6 esaminati e poco importa che la cosa
sia dovuta al fatto che si tratta di fratelli, e gli anni degli interessati:
rispettivamente abuso sessuale ed una età media attorno ai 9 anni… Un colpo al
cuore quando mi soffermo sulla relazione sui primi due fratelli, vittime innocenti di
una famiglia in cui i genitori si sono separati e delle voglie malate di un
patrigno che li costringeva a dormire nel suo stesso letto e minacciava di
uccidere qualunque persona a cui avessero raccontato cosa gli facesse. Dal
racconto dei piccoli l’uomo di mattina approfittava dell’assenza della madre
per spogliare e baciare le parti intime dei due e di sera obbligava la donna a
mettersi degli auricolari per non fargli sentire le loro grida di orrore e di
dolore nel momento in cui li violentava.
Scosso, domandandomi come si può fare questo a dei bambini e
facendomi un’idea purtroppo vaga di quanto abbiano sofferto, trovo la forza di
continuare e comincio a leggere la seconda documentazione, relativa a tre
fratellini, nella convinzione o meglio nella speranza che non potesse
nascondere qualcosa di peggio rispetto a quanto avevo appena di leggere: mi
sono sbagliato di grosso! Abbandonati dalla madre per la reiterata violenza
domestica subita i fanciulli si sono ritrovati a vivere col padre che molto
spesso era violento ed ubriaco. In più di una occasione sono state vittime di
abuso, soprattutto mentre dormivano, e venivano costretti a spogliarsi, persino
la più piccola che da poco ha compiuto 7 anni. Rimango schifato, senza parole e
l’unica reazione che riesco ad avere è quella di rabbia: come si può fare
questo ai propri figli?
Guardando il rovescio della medaglia l’unico aspetto che si
può dire “positivo” è che leggendo queste righe ho capito il comportamento
delle nuove arrivate, un po’ schive e diffidenti: come non esserlo dopo quello
che hanno vissuto? Quel che impressiona è il loro bisogno di affetto: lo
intravedo soprattutto nei maschietti che senza troppi timori da subito mi hanno
cercato, abbracciato e cercano la mia mano quando stiamo camminando uno di
fianco all'altro oppure quando le bambine timidamente si siedono vicino a me, in
cerca di una carezza… Col passare dei giorni cominciano ad aprirsi di più, si
avvicinano anche soltanto per strappare un sorriso ed a volte mi domando dove
trovino la forza di affidarsi ad un perfetto sconosciuto, soprattutto quando la
persona a cui volevano più bene li ha traditi.
Casi di questo tipo stanno purtroppo aumentando, a
dimostrarlo è il crescente numero di bambini che ci arrivano con questa
motivazione e non si riesce a capirne il motivo, cosa ci sia dietro a tutto
questo: c’è chi dice che si tratti di un retaggio culturale, altri del fatto
che ora si ha meno paura a denunciare questi fatti. L’unica cosa certa è che
questi bambini hanno bisogno del nostro aiuto, di qualcuno che li possa far
sentire amati e rispettati, di riacquistare fiducia in sé stessi e negli altri:
non è semplice e la mia speranza è di poter riuscire a dare il mio piccolo contributo.
Har baje
Decisamente un pugno allo stomaco....anzi non uno....molti! Davvero incomprensibile, disgustante, orribile.....eppure non sono casi isolati. Potranno mai questi fanciulli recuperare un corretto equilibrio e rapporto con gli altri? Signore aiutaci ad aiutarli....
RispondiEliminaAntonella san Nicolò, mira