E’ già passato qualche giorno dal mio ritorno qui all’hogar
e devo dire che son state subito delle giornate intense, soprattutto dal lato
emotivo.
Una volta uscito dall’aeroporto subito un bel sussulto al
cuore: Liliana è venuta a prendermi accompagnata da un gruppetto di ragazzi
che esibiscono un bel cartellone di benvenuto e non sono mancati gli abbracci
ed i sorrisi. Presa la camionetta, ci si dirige all’hogar e non faccio ora a metterci
piede che vedo correre verso di me un mucchio di bambini scandendo il mio nome
e che mi salutano, mi abbracciano, non vogliono mollarmi un attimo e sono
contenti che finalmente son tornato da loro, come io lo sono per essere di
nuovo qui! Sono stati momenti davvero indimenticabili!
Una volta disfate le valigie ed aver parlato con Liliana di
come ho passato i giorni lontano da qui e per informarmi sulle novità, ho
voluto subito far un giro per vedere come sono stati ultimati i lavori che
avevo visto iniziare: i due serbatoi d’acqua rialzati sono diventati realtà,
così come qui piccoli lavori di manutenzione che avevo programmato, e devo
ammettere di aver provato una certa soddisfazione nel vederli conclusi,
consapevole che avevo contribuito a renderli possibili.
Appena mi vedevano, i ragazzi mi venivano subito incontro
per star con me per recuperare il tempo in cui sono stato assente e c’era chi
non si staccava più: non posso negare che anch’io avevo una voglia matta di
star con loro e così, complice il fine settimana, ho avuto l’occasione di star
in loro compagnia a lungo. Ho conosciuto i nuovi, quasi tutti con un’età
inferiore ai 10 anni e che subito si sono affezionati a me, ed ho notato la
mancanza di chi se n’era andato, prime fra tutte le 5 ragazze che ci avevano
dato più di qualche grattacapo prima della mia partenza per l’Italia. Sono
stati attimi meravigliosi ma il più bello di tutti è stato sicuramente domenica
sera: mentre i fanciulli erano sul campo da gioco ho preparato e messo un po’ di musica e,
quasi come fosse un incantesimo, ad uno ad uno si sono avvicinati a me, ognuno
a suo modo, fino a ritrovarci tutti riuniti in uno spazio ristretto in cui si
respirava una gran voglia di star insieme … Un momento unico! Tra me e me ho
pensato “eccomi di nuovo a casa tra i miei ragazzi, la mia piccola grande
famiglia boliviana” e la magia è continuata anche dopo la preghiera serale,
dove c’è stato chi mi ha abbracciava o mi salutava dicendomi “buonanotte papà
Marco” o “ti auguro di sognare con gli angeli, papi”… Che dire, sono parole che
lasciano davvero il segno!
Tornando ho trovato delle belle novità: ci sono due
volontarie olandesi, Bente e Naomi, che staranno qui fino ad aprile; il comune
ci pagherà l’acqua e forse anche la corrente elettrica e probabilmente aiuterà
a sistemare il tetto nei punti dove risulta più danneggiato. Non mancano però
le note dolenti: tre del personale ci lasceranno a fine anno e c’è difficoltà
nel reperire nuove forze perché nessuno vuole venire a lavorare qui per la
distanza e per la paga, in quanto possiamo soltanto garantire il salario
minimo; l’impianto elettrico comincia a dare più di un problema e non c’è
giorno in cui non i contatori non scattano; ci sono parecchi lavori di
manutenzione da fare ed i ragazzi hanno bisogno urgente di medicine e di
ciabatte. Ci sono poi le riunioni, che mi permettono di fare il punto sulla
situazione, e domani devo andare ad un corso di pronto soccorso patrocinato
dalla regione, visto che mi occupo dell’infermeria: come vedete non c’è tempo
per annoiarsi e l’importante è affrontare il tutto con calma e senza avere alcuna
fretta perché solo così si potranno realizzare tutti gli impegni che si hanno
davanti.
Har baje
Che bello! Leggendo il tuo racconto mi sono venute le lacrime agli occhi. ... davvero tanta emozione e tanto amore. ....
RispondiEliminaAntonella - san Nicolò Mira