E’ qui da un
anno e la sua presenza non è mai passata inosservata: non fatevi imbrogliare
dalla foto in cui compare come un angioletto e dal suo nome, Juan Pablo che tradotto
in italiano è Giovanni Paolo, perché è un piccolo monello! In confronto Jaime,
che ora è molto più tranquillo e non crea grossi problemi, non è niente!
Ricordo i
primi giorni in cui era arrivato: ogni occasione era buona per gridare;
infastidiva le bambine arrivando ad offenderle ed a picchiarle; non ascoltava
nessuna educatrice e bisticciava con tutti. Non sono mancati vetri rotti e
porte ammaccate e prese a pugni e pedate: l’unico modo per tranquillizzarlo era
di minacciarlo di chiuderlo in una stanza buia o di fargli fare la doccia così
com’era vestito! La nostra speranza era che il fanciullo fosse in una fase di
transizione, in cui doveva abituarsi alla quotidianità del centro, e che quello
che combinava non era lontanamente paragonabile a quello che gli educatori
dell’hogar da cui veniva ci avevano raccontato che faceva, illudendoci che
forse stava cambiando. Col tempo fortunatamente le cose sono andate
migliorando, anche se di poco: non c’è giorno in cui il suo nome non si associ
a qualche litigio o a qualche marachella. Pare che gli piaccia dare fastidio
fino al punto che la sua “vittima” non reagisca e che non sappia ascoltare: le
romanzine che gli diamo paiono entrare da un orecchio ed uscire dall’altro
visto che solo qualche istante dopo torna a fare la cosa per cui è stato
rimproverato.
Da dove
viene questo suo comportamento? Se si conosce la sua storia è facile da
intuire: a neanche 8 anni di età ha già cambiato 4 hogar, il primo l’ha
conosciuto a soli pochi mesi di vita perché era stato abbandonato in pessime
condizione di igiene. Sua madre è muta e per questo non è riuscito a creare con
lei un vincolo affettivo, tanto che lui stesso dice che non la capisce quando
cerca di parlare e la prende in giro , mentre il padre l’ha sempre maltrattato:
basti pensare che l’ha strappato con la forza dalle cure della nonna, a cui il
giudice l’aveva affidato, e che in una notte in cui era ubriaco l’ha preso a
morsi ed a pugni fino a fratturargli le ossa della gamba… Basta sapere questo
per darsi una ragione di quel che combina!
Personalmente
non ho mai avuto grossi problemi con lui perché appena gli dico una cosa la fa,
salvo poi ritornare sui suoi passi una decina di minuti dopo, e cerco di
trovare la giusta dose tra l’essere severo e il dargli affetto ed attenzione: i
risultati sono alterni ma rispetto agli altri posso dire di avere con lui un
canale preferenziale. Certo, a volte è talmente irritante che verrebbe voglia
di dargli due sberle ma so che ciò non servirebbe: bisogna fargli capire ciò
che è giusto e cosa è sbagliato e ci vuole tempo e soprattutto pazienza… Questa
settimana, ad esempio, è scappato dall’hogar, procurandomi più di una
preoccupazione e tornando accompagnato dalla polizia felice e tranquillo come
non fosse successo nulla, ha rubato alla scuola ed ha rotto la zanzariera della
sua stanza: non vi dico cosa mi è passato per la testa in quei momenti! Per
fargli comprendere i suoi errori mi sono ripromesso di non parlargli e di non
badarlo per qualche giorno: lo vedo che ne soffre e non è facile nemmeno per
me… Quando guardo quei suoi due occhietti neri vedo un gran bisogno di affetto,
di qualcuno che stia con lui e gli presti l’attenzione che merita... Mi
verrebbe voglia di coccolarlo, di stare in sua compagnia e quando lo rimprovero
o lo metto in punizione mi sento un po’ in colpa perché in fondo se è così è
per quello che altri gli hanno fatto vivere, è una conseguenza di una brutta
storia di violenza e d abbandono ma, d’altro canto, se non lo facessi non farei
il suo bene affinchè un domani possa diventare un uomo migliore, ben diverso da
quello che è suo padre.
A volte però
tutto questo non basta: alla luce degli ultimi eventi, si è optato per il
trasferimento immediato ad un’altra struttura che si spera gli possa dare l’aiuto
e le attenzioni di cui necessita… La cosa mi dispiace e so già che mi mancherà,
nonostante tutto, ma gli auguro che in questo modo il suo futuro possa essere
migliore del suo passato.
Har baje
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