giovedì 7 novembre 2013

Un arrivederci

Ci sono momenti in cui tristezza e felicità convivono nel proprio cuore: ieri sera ne ho vissuto uno in prima persona.
Raquel, di 9 anni, e sua sorella Meliza, di 8 anni, hanno lasciato l'hogar per tornare dalla loro mamma: è una bellissima notizia perchè le due bambine avevano nostalgia di casa ed ora possono riabbracciare la propria madre senza alcuna restrizione e vincoli di sorta. Sono contento perchè a questa famiglia è stata data una seconda possibilità e sembra che i problemi di alcolismo che avevano provocato l'allontanamento delle due piccole siano stati superati: non mi resta che affidarmi al Signore perchè le cose vadano per loro nel verso giusto.
Dall'altra parte però nell'avere appreso che le due sorelline sarebbero andate via e nel salutarle mi stringeva il cuore: ho vissuto con loro 9 mesi, ho condiviso con loro le mie giornate giocando e scherzando, mi hanno preso in simpatia già nei primi giorni del mio arrivo riponendomi pian piano fiducia e non mancavano mai di dimostrare in vari modi l'affetto che hanno verso di me. Nel congedarmi da loro sentivo un piccolo nodo alla gola ma vedendole abbracciare e prendere per mano la loro mamma mi sentivo soddisfatto perchè potevano tornare finalmente tra i loro cari.
Se ne sono andate con le loro cose, tutte racchiuse in due grandi borse che si usano per fare la spesa: tutta la loro vita, i loro beni erano racchiusi lì... Guardandole pensavo agli armadi pieni di cose che abbiamo nelle nostre case, davvero ci serve tutta quella roba? Non è che ci riempiamo di oggetti perchè ci dimentichiamo che quello che veramente più importa non si può comprare o toccare? Ieri sera Raquel e Meliza hanno riavuto il bene più prezioso che in quel momento potessero desiderare: l'amore di una madre e la possibilità di stare con lei sotto lo stesso tetto.
Ciao Raquel, ciao Meliza: vi auguro tutto il bene di questo mondo, con la speranza che possiate ricordarvi di me e di poterci rivedere un giorno.
Har baje

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