sabato 26 ottobre 2013

Tra nuovi incarichi e piacevoli sorprese

Don Giuseppe Minghetti, fondatore dell'hogar, stava realizzando un asilo nido per bambini dai 2 ai 5 anni a Terracor, un villaggio che dista da me circa una ventina di minuti a piedi, quando, all'incirca un anno e mezzo fa, è dovuto tornare in Italia per problemi di salute ed ha affidato a Liliana il compito di portarlo a termine, dandole i soldi necessari con la richiesta di informarlo tempestivamente sull'avanzamento dell'opera. A lavori ultimati, l'Arcivescovo si è mosso in prima persona per cercare una congregazione religiosa che potesse gestire la struttura ed ha ottenuto un riscontro positivo dalle Piccole Serve di Maria, un gruppo di suore provenienti dalla Sud Corea.
Nel prendere possesso dell'edificio, le religiose si sono accorte di varie imperfezioni e difetti, prime fra tutti fessure nelle porte e infiltrazioni dal tetto: ciò era anche dovuto al fatto che durante i lavori non c'era nessuno che vigilava constantemente sul loro avanzamento e non si può dare nessuna colpa a Liliana che ha fatto tutto ciò che le era possibile, dovendo anche occuparsi dell'hogar e della sua famiglia. Per questo motivo nell'ultimo incontro con l'Arcivescovo mi è stato chiesto di aiutare Liliana a vigilare che tutto ciò che non andava bene nella costruzione fosse sistemato: non potevo non accettare poiché come missionario, nell'essermi messo a disposizione della Diocesi di Santa Cruz, questa richiesta rientrava nel mio mandato e perchè è stata riposta fiducia in me e nel mio operato. A dir la verità, non appena il Vescovo Sergio mi ha conferito questo compito ero tra il sorpreso ed il preoccupato perchè avevo dei dubbi riguardo le mie capacità di portalo a termine, poi però mi son detto che se me l'ha proposto sarò in grado di portarlo al termine, anche grazie all'aiuto di Dio e di chi porrà al mio fianco.
In questi giorni sono andato con le suore e Liliana a visionare l'edificio: effettivamente ci sono delle chiazze di umidità nel soffitto, cosa anomala per una struttura che non ha nemmeno un anno, e il giardino non ha drenaggio per cui rischia di diventare un'enorme pozzanghera con la pioggia. Ho appurato la necessità di collocare del filo spinato sopra il muro di recinzione per avere maggiore protezione e l'esigenza di acquistare dei neon e delle lampadine a basso consumo energetico per l'illuminazione. Non sono però mancate delle richieste un po' troppo esigenti da parte delle religiose come ridipingere le pareti (ammetto che c'è qualche imperfezione ma imbiancarle nuovamente mi sembra esagerato) ed avere per ogni stanza un ventilatore: per quest'ultima cosa gli abbiam detto che questo rappresenterebbe un lusso per la popolazione locale che, volente o meno, si è abituata a convivere con il caldo afoso. Quest'episodio mi ha fatto un po' sorridere e venire in mente che anch'io, appena arrivato, avevo in mente delle priorità che erano più legate al mio modo di vivere in Italia che non alle reali necessità dell'hogar: è soltanto vivendo qui e condividendo la giornata con la gente che si possono comprendere i loro bisogni e, per farlo, non si deve avere fretta ma ci si deve prendere tutto il tempo necessario per osservare ed ascoltare.
In questo periodo ho avuto anche una bella sorpresa inaspettata, anzi due: tra due settimane sarò padrino della prima comunione (qui c'è questa tradizione) di due bambine che vivono qui in hogar! Me l'avevano chiesto qualche domenica fa, prima una e dopo l'altra, con la richiesta di parlarmi in privato: mi ha stupito e riempito d'orgoglio che abbiano pensato subito a me! Siccome non sapevo se potevo esserlo per entrambe e non volevo dire di no ad una di loro (anche perchè sono tra le bambine che hanno più bisogno), ho chiesto a Padre Ottavio se ciò fosse possibile: una volta ricevuta la risposta positiva, ho parlato con Andrea e Ruth Karen (questi sono i nomi delle mie due figliocce) e gli sono brillati gli occhie mi hanno abbracciato per la gioia di apprendere che potevo essere il padrino di entrambe! Non avevo mai pensato un giorno di diventare santolo di qualcuno e la cosa un po' mi spaventa, dovrò cercare di farmi trovare sempre pronto ad ascoltare e consigliare le due bambine: se mi hanno scelto, un motivo ci sarà!
Har baje

Ruth Karen e Andrea


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