sabato 21 settembre 2013

Vedere con occhi nuovi

Dopo aver letto un'articolo interessante sull'esperienza di una volontaria qui a Santa Cruz (clicca qui per visualizzarlo), ho potuto constatare come sia cambiato o meglio come si è trasformato il mio modo di vedere le cose che mi circondano.
L'esempio più lampante è quando vado in centro il mercoledì, che è il mio giorno libero: durante il tragitto mi capita di vedere ai semafori ragazzi che fanno i giocolieri ai semafori oppure madri con i propri piccoli, con capelli e piedi che definire sporchi è dir poco, che chiedono l'elemosina. Andando verso la piazza principale, ci si imbatte sempre in qualcuno che dorme per la strada ignorando il traffico caotico che gli transita accanto e fa specie vederlo coprirsi con una misera coperta, specialmente in questa settimana caratterizzata dagli ultimi sprazzi di freddo: qui nelle case non c'è riscaldamento ma avere un tetto sopra la testa, nonostante gli infissi siano ricchi di spifferi, e più di una coperta da usare aiuta molto a tenersi caldi.
Da due settimane mi capita di trovarmi davanti a due fratellini, il più grande avrà 10 anni, che dormono avvinghiati in una coperta appena fuori di un uscio di una casa abbandonata: ho cercato di vedere se magari almeno uno dei genitori fosse nei paraggi ma niente. Da quest'incontro puramente casuale noto com'è cambiato il mio modo di vedere il mondo: in Italia avrei pensato che, prima o poi, forse avrei fatto qualcosa per loro e ciò molto probabilmente sarebbe rimasta soltanto una buona intenzione. Ora che vivo qui e pian piano sto cominciando a capire come funzionano le cose, la certezza è che qualcosa si debba fare, anche se a volte prevale il senso di impotenza, e mi pongo una serie di domande: perchè si trovano in quella situazione, qual'è la loro storia e sopratutto qual'è il loro nome. Cose che non mi sarei mai chiesto prima e che ritengo siano il frutto della mia vita in hogar: interrogativi che dovremmo porci sempre, perchè per essere delle persone buone non dovremmo soltanto limitarci all'aiuto ma anche a conoscere un poco la persona che stiamo aiutando. Se non ci interessiamo veramente all'altro, quell'aiuto che riusciamo a fornirgli potrebbe perdere di significato perchè si trasforma in qualcosa di meccanico, magari fatto per vedere i propri valori o il proprio credo tradotti in realtà: ciò che lo rende un gesto d'amore, non importa quanto piccolo o grande, è l'incontro con l'altro che è un essere umano come noi e in quanto tale meritevole delle nostre attenzioni. 
Har baje

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