Finalmente ci sono riuscito! Sono soddisfatto, definirmi contento è poco perchè era una cosa che desideravo fortemente ma, tra un imprevisto e l'altro, sono stato costretto a rimandare non so quante volte: andare a Cotoca camminando! Non mi facevano paura i 16 chilometri che avrei affrontato a piedi né tantomeno il fatto che per tutto quel rettilineo non avrei trovato un filo d'ombra, so solo che andava fatto non solo per me ma anche per chi mi sta a cuore.
L'unica mia speranza era di non ritrovarmi a dover percorrere tale distanza sotto il sole cocente di qualche giorno fa e di avere come compagna di viaggio una piccola brezza di vento che mi avrebbe aiutato a sopportare il calore: ho avuto la fortuna di essere stato esaudito anche in questo e devo soltanto ringraziare di essere stato ascoltato una volta di più.
Perchè Cotoca? Perchè lì sorge il santuario mariano più importante della regione ed avevo dei validi motivi per andarci: per me doveva essere un momento in cui affidarmi nuovamente, una forma per rinnovare ciò in cui credo e per diradare le nuvole nere che si stavano addensando nella mia testa. Ne avevo assoluto bisogno, era da troppo tempo che non mi ritagliavo un po' di tempo da dedicarmi e per riflettere un po' sul mio cammino, sapevo che questo era il modo giusto per farlo e per liberare la mia mente da cupi pensieri. Devo ringraziare Liliana che mi ha portato al punto di partenza di quello che sarebbe stato per me una sorta di pellegrinaggio e di essere venuta a prendermi una volta arrivato alla meta: la sua disponibilità è stata preziosa affinchè questo mio progetto potesse andare in porto.
Il mercoledì mi sono svegliato prestissimo e alle 6.30 avevo già cominciato il cammino: ogni passo era un modo per riconciliarmi con me stesso non soltanto continuando a pregare ma anche osservandomi intorno, apprezzando ogni dettaglio di quanto avevo davanti. Ero testimone di come la vita stava riprendendo possesso della strada e dei marciapiedi con le prime luci dell'alba: tutto era molto diverso rispetto a quando faccio le levatacce per portare in ospedale i ragazzi per degli esami o per prendere appuntamento, stavolta mi sentivo come un bambino che si riempiva di stupore nell'osservare quanto lo circonda. Vedevo persone che aspettavano il micro e si coprivano per quel vento mattutino che aveva abbassato la temperatura a livelli più accettabili rispetto a due giorni fa, c'era chi ingannava l'attesa addentando un'empanada appena tolta dall'olio bollente mentre qualche venditrice friggeva al momento quanto le veniva chiesto dal cliente, notavo coppie che parcheggiavano la propria auto vicino all'entrata delle fabbriche più grandi trasformandole in un piccolo punto di ristoro dove offrivano un'abbondante colazione che per molti sarebbe stato l'unico pasto fatto prima di tornare nella propria casa a fine turno, guardavo i primi negozi aprire e non mi sfuggiva che c'era chi aveva già comprato delle foglie di coca e le stava prendendo a martellate in modo tale che, una volta messe in bocca per masticarle, le loro proprietà facessero effetto più rapidamente. E' uno spaccato di vita differente rispetto a quello che sono abituato a vedere ogni martedì passeggiando tra i mercati e le vie del centro ma riesce ugualmente ad affascinarmi, strappandomi un sorriso mentre mi accompagna tra una preghiera e l'altra.
Mi meraviglio di come i chilometri passino velocemente mentre continuo ad essere rapito da quanto mi circonda: un piccolo gregge di pecore che rimane indifferente al mio passargli a pochi metri di distanza, un'anatra le anatre coi suoi piccoli che stanno imparando a nuotare lungo un piccolo canale, un furgoncino stazionato lungo la strada che non si può non notare per il suo carico variopinto di frutta, la chioma di un albero fatta soltanto di fiori di un tono viola chiaro... Quanta bellezza inaspettata!
Comincio ad avvertire un po' di fatica anche perchè la brezza che mi ha accompagnato fin dall'inizio sembra essere sparita, il sole ha cominciato a farsi spazio tra le nubi e di ombra ce n'è veramente poca. Stringo i denti, mi ripeto che il più è fatto e quando in lontananza vedo la sagoma del campanile del santuario mi si accende qualcosa dentro, mi sento felice perchè manca poco alla meta!
Quando arrivo a destinazione, un po' in anticipo rispetto a quanto preventivato, mi sembra di toccare il cielo con un dito ed ho il tempo di guardarmi intorno: vengo attratto dal profumo e dai colori delle specialità culinarie locali, in effetti un po' di fame ce l'avrei ma non posso farmi vincere dalla tentazione, prima devo fare quello per cui ero venuto! Entro nel Santuario e mi abbandono, mi svuoto delle mie paure, delle mie incertezze, delle mie debolezze e di quanto mi ha messo in difficoltà negli ultimi mesi davanti a quella Madonnina che ha alle spalle una bella storia. Non so quanto tempo resto lì dentro ma so con certezza che mi sento svuotato, leggero come non mi capitava da tanto e soprattutto felice per aver affidato chi ha un posto speciale nel mio cuore. Mi sorprendo a ringraziare per la certezza che Dio è al loro fianco e continua ad accompagnarmi: ne esco rinfrancato, soddisfatto e felice non perchè ho trovato delle risposte ma per questo momento, così tanto cercato e finalmente arrivato.
Har baje
Nessun commento:
Posta un commento