L'inizio di settimana è sempre
complicato, l'agenda è bella piena mentre la voglia di fare fatica
a carburare: questo lunedì poi è più difficile viste le tante
sorprese in negativo ricevute negli ultimi giorni e perchè il
tuttofare non c'è più per cui cerco di barcamenarmi tra la
manutenzione della struttura e quello che rientra più specificamente
tra i miei compiti, inoltre cerco di aiutare per quanto posso i
ragazzi e gli educatori con la didattica a distanza che è molto più
complicata rispetto allo scorso anno. Dovrei tagliare l'erba ma già
di mattina presto fa troppo caldo e mi ritrovo con la maglietta
fradicia alle 8 di mattina, per cui faccio un tuffo nel passato e
comincio a guardarmi attorno, cercando di individuare le priorità e
studiando le possibili soluzioni.
Entro nel parco giochi, domenica avevo
notato che i più piccoli non stavano utilizzando le altalene e ne
scopro il motivo: mancava la tavola di legno dove sedersi per
dondolarsi. So che quanto ho davanti a me rappresenta uno tra i giochi più apprezzati, penso che è lì inutilizzato da tempo, forse anche troppo, a
causa del suo stato e subito nella mia testa scatta una molla che mi
dice “perchè no?”. In men che non si dica mi ritrovo col metro
in mano a misurare prima la struttura metallica del seggiolino e poi
un pezzo di legno, mi sorprendo ritrovarmi straconvinto di usare quella sega
circolare che c'è in magazzino: l'ho usata solo una volta in
compagnia del tuttofare ma ora avrei dovuto fare tutto da solo e la
cosa stranamente non mi preoccupa. Non sono un falegname e questo si vede soprattutto con la prima asse di legno, che mi ha fatto un po' penare con le
rifiniture in quanto era risultata leggermente più grande di quanto
sarebbe dovuta essere: l'importante non era lasciarsi abbattere dal risultato e difatti il
secondo tentativo è andato molto meglio. Quando sono ritornato al
parco i piccoli erano lì per la merenda e subito mi hanno circondato
visto che avevano già capito quello che ero venuto a fare: mentre
stavo appoggiando le tavole nelle sedie dell'altalena e le fissavo
facevano già a gara su chi ci sarebbe salito. Dovreste vedere le
loro facce e le loro grida di gioia nel dondolarsi! E' stato davvero
un piacere ed ero felice di poter assistere a questa scena, capace di
ripagarmi con gli interessi di quanto realizzato seppure con qualche
difficoltà. Ero entusiasta, talmente colmo di gioia perchè avevo
messo tutto il mio amore ed il mio impegno nel realizzare quelle
tavole ed avevo una gran voglia di urlare al mondo quanto fossi
contento di aver reso felice qualcun'altro!
La giornata è continuata vedendomi
impegnato nel pomeriggio coi ragazzi più grandi con le lezioni
virtuali ed i compiti di inglese, che ho dovuto riprendere in mano
dopo anni. Mi è sembrato normale farlo, vedere le tante difficoltà
che trovavano non potevano lasciarmi indifferente e così mi son
ritrovato nella situazione, che trovo per certi versi un poco comica, in cui la traduzione di alcune parole prima
la facevo in italiano e poi in spagnolo mentre contemporaneamente
cercavo di risolvere problemi di connessione. Praticamente ho passato
quasi l'intero pomeriggio con loro senza accorgermene e sentirsi dire
grazie per quanto fatto mi ha regalato una piacevole sensazione
perchè inatteso e per nulla cercato.
Il tardo pomeriggio mi ha donato
un'altra chicca: il mio figlioccio vuole aiutarmi anche dopo averlo
fatto con l'orto, preferisce stare con me anziché andare a vedere la
televisione. La cosa mi sembra un po' strana perchè è tra quelli
che battono la fiacca ma non riesco a dirgli di no per cui
mi fa da aiutante per circa un'ora. Ne è entusiasta e, tra un lavoretto e l'altro, comincia a
parlarmi della sua vita prima di venire qui, non mi dice molte cose
ma quelle bastano in quanto comincia ad aprirsi, a confidarsi in un
modo del tutto nuovo: noto dai suoi occhi e dalla sua espressione,
spesso malinconici, qualcosa di diverso, sembrano tentare di nascondere una
piccola luce di allegria e questo significa molto. Non vorrebbe
allontanarsi da me nemmeno quando tocca la campana per la doccia, quasi mi tocca spingerlo ad andare e prima di entrare nel dormitorio riesce a cogliere l'attimo per dirmi che è stato contento del tempo
passato con me: mi strappa un sorriso e non posso non essere grato
perchè senza fare niente di particolare ho ricevuto in cambio
qualcosa di grande, l'essere riuscito a far passare qualche attimo
spensierato a chi mi sta intorno.
Prima di dormire ringrazio per questi
piccoli episodi, devo dire solo grazie per averli potuti vivere e per
aver cambiato il senso di un giorno come il lunedì che di solito mi
vede ingranare al rallentatore ma che stavolta mi ha solo
arricchito.
Har baje
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