Finalmente un poco di tempo tutto per me! Era dall'inizio dell'emergenza sanitaria che non passavo così tante ore fuori dal centro per potermi distrarre e rilassarmi: per tutto questo periodo ho cercato di ritagliarmi degli spazi da dedicare a me stesso ma vivendo qui non è facile riposare visto che c'è sempre qualcuno che mi cerca e la vivacità dei ragazzi non permette di rilassarsi troppo.
In altre occasioni ero uscito per fare delle commissioni e ne approfittavo per fare anche qualcosa di mio ma stavolta era diverso, ero entusiasta all'idea: sarei andato al centro per comprarmi delle scarpe, visto che quelle che avevo ormai erano da buttare, e starmene un po' per conto mio. Prima però avevo dei doveri da compiere: andare a prendere una donazione di cibo e poi l'orto coi ragazzi, un appuntamento a cui tengo in modo particolare. Più si avvicinava il momento di andare e più non stavo nella pelle, cosa che i fanciulli hanno subito notato: erano passati 6 mesi dall'ultima volta che sono stato a passeggiare, liberando la mente per qualche ora dalle tante preoccupazioni che la vita quotidiana dell'hogar regala, ed avevo il timore di non ricordare più come si facesse.
Ricordo bene che finita l'attività con i ragazzi sono volato di corsa a cambiarmi, ho preso la camionetta dopo aver chiesto il permesso di usarla e mi sono diretto a Santa Cruz. Lungo la strada il solito traffico caotico ma non mi disturbava più di tanto, anzi l'aspettare di avanzare mi permetteva di ripensare a tutte le cose che avrei dovuto fare e se mi stessi dimenticando qualcosa. Decido di parcheggiare dove faccio di solito, indosso la mascherina, mi metto in tasca l'alcol in gel e mi dico delle parole che miravano a contenere l'emozione del momento ed ad incoraggiarmi perchè finalmente avrei potuto passeggiare senza avere i minuti contati ma dovevo anche stare molto attento a non abbassare la guardia ed a rispettare le distanze. Ad ogni passo avvertivo una sorta di leggerezza, godevo sentirmi nuovamente libero di andarmene dove volessi. Per prima cosa mi sono diretto a comprare le scarpe ed appena entrato nel negozio mi sono disinfettato da solo visto che non c'era nessun addetto a farlo. Non so quanto tempo ci sono rimasto perchè ero talmente affascinato dal vedere così tanti articoli per la corsa podistica con ottimi sconti che mi son dimenticato tutto il resto: sono persino caduto nella tentazione di provarne più di qualcuno visto che si tratta di una delle mie passioni che solo ora sto riprendendo a poco a poco.
Sono passato poi per la piazza della cattedrale e non potevo non rallegrarmi del fatto che le panchine erano piene, c'era tanta gente: non era cambiato niente rispetto a qualche mese fa se non la presenza di mascherine che coprivano il volto della maggioranza. Vedevo i carretti di chi vende spremute di arance fatte al momento o chi vende degli snack di frutta secca o somo, una bevanda locale fatta di mais bollito, ed è un'immagine che mi rende felice perchè piano piano forse le cose stanno tornando come prima seppur con qualche difficoltà in più: sono tentato di fermarmi per comprare qualcosa da mettere sotto i denti ma rinvio questo desiderio a più tardi, dopo avermi comprato dei calzini e delle ciabatte.
Mi dirigo sicuro verso uno dei mercati più grandi della città chiamato Los Pozos ed è lì che vengo assalito dalla sorpresa e da un po' di paura perchè c'è molta gente, alcuna senza mascherina... Quasi mi vien voglia di tornare sui miei passi, penso che se c'è la possibilità di potermi beccare il virus sicuramente è passando proprio di lì ma poi mi faccio coraggio e decido di proseguire. Vado alla ricerca del modello di ciabatta che volevo e mi accorgo di come il numero di negozi chiusi sia aumentato per effetto della crisi mentre il numero dei venditori ambulanti senza licenza è più che quadruplicato e rende difficoltoso il cammino poiché la strada è letteralmente ricoperta dai loro prodotti. Finalmente riesco a trovare quanto desideravo, anche se devo interrompere il pranzo della negoziante, ed opto per entrare nell'edificio principale della zona per comprare le ultime cose: mi sorprendono i controlli fatti all'ingresso ed il fatto che non ci sia una ressa di persone come fuori. L'unica nota stonata è rappresentata dalla commessa che mi serve senza alcuna protezione ma mi disinfetta prontamente il cambio che deve darmi.
Ormai l'ora di pranzo era passata da un pezzo ma vedere i ristoranti nei paraggi tutti pieni e dove non c'è alcuna misura di distanziamento sociale mi fa passare la fame, troppo rischioso, per cui scelgo di comprarmi un po' di mango secco da sgranocchiare: sarà l'appetito o il fatto che erano da mesi che non lo mangiavo ma era veramente delizioso. Lo accompagno con una coca colla, una bevanda locale, che ho apprezzato molto sorseggiare e gustarne il sapore, ringraziando per l'opportunità di poterla provare nuovamente.
Visto che avevo terminato tutto quello che mi ero promesso di fare non mi resta che tornare alla macchina prendendo una strada più lunga perchè volevo far tappa ad un negozio di film gestito da un amico peruano che è sempre generoso coi miei ragazzi: avevo una gran voglia di vederlo e sapere come stava, magari con un pizzico di fortuna lo avrei beccato proprio nel suo turno di lavoro. Così è stato ed è stato bello scambiarci quattro chiacchiere e la cosa bella è sapere che vuole continuare ad aiutarmi nel suo piccolo coi fanciulli, facendomi degli sconti su quanto avrei acquistato, nonostante gli affari per lui vadano maluccio e tardano a ritornare ai livelli a cui era abituato.
La mia passeggiata si conclude così nel migliore dei modi, mi sento rigenerato ma manca ancora qualcosa: appena rivedo un carretto carico di piccoli snack di frutta secca stavolta non resisto e mi compro un sacchettino di arachidi caramellate... Mi piacciono da morire ed avevo una gran voglia di mangiarle: le gusto una per una ed il loro sapore mi racconta la bellezza di poter di nuovo uscire a fare quattro passi liberamente, prendendo le giuste precauzioni, e di quanto mi erano mancati quei piccoli gesti, quegli incontri che sono capaci di arricchirmi e di ricaricarmi. A poco a poco mi rendo conto che quelle noccioline per me rappresentano una sorta di liberazione, un ritorno ad una quotidianità che avevo dimenticato ed era stata stravolta all'improvviso, mi danno la fiducia che le cose stanno migliorando e riassumono in modo perfetto questa mia giornata.
Har baje
Ricordo bene che finita l'attività con i ragazzi sono volato di corsa a cambiarmi, ho preso la camionetta dopo aver chiesto il permesso di usarla e mi sono diretto a Santa Cruz. Lungo la strada il solito traffico caotico ma non mi disturbava più di tanto, anzi l'aspettare di avanzare mi permetteva di ripensare a tutte le cose che avrei dovuto fare e se mi stessi dimenticando qualcosa. Decido di parcheggiare dove faccio di solito, indosso la mascherina, mi metto in tasca l'alcol in gel e mi dico delle parole che miravano a contenere l'emozione del momento ed ad incoraggiarmi perchè finalmente avrei potuto passeggiare senza avere i minuti contati ma dovevo anche stare molto attento a non abbassare la guardia ed a rispettare le distanze. Ad ogni passo avvertivo una sorta di leggerezza, godevo sentirmi nuovamente libero di andarmene dove volessi. Per prima cosa mi sono diretto a comprare le scarpe ed appena entrato nel negozio mi sono disinfettato da solo visto che non c'era nessun addetto a farlo. Non so quanto tempo ci sono rimasto perchè ero talmente affascinato dal vedere così tanti articoli per la corsa podistica con ottimi sconti che mi son dimenticato tutto il resto: sono persino caduto nella tentazione di provarne più di qualcuno visto che si tratta di una delle mie passioni che solo ora sto riprendendo a poco a poco.
Sono passato poi per la piazza della cattedrale e non potevo non rallegrarmi del fatto che le panchine erano piene, c'era tanta gente: non era cambiato niente rispetto a qualche mese fa se non la presenza di mascherine che coprivano il volto della maggioranza. Vedevo i carretti di chi vende spremute di arance fatte al momento o chi vende degli snack di frutta secca o somo, una bevanda locale fatta di mais bollito, ed è un'immagine che mi rende felice perchè piano piano forse le cose stanno tornando come prima seppur con qualche difficoltà in più: sono tentato di fermarmi per comprare qualcosa da mettere sotto i denti ma rinvio questo desiderio a più tardi, dopo avermi comprato dei calzini e delle ciabatte.
Mi dirigo sicuro verso uno dei mercati più grandi della città chiamato Los Pozos ed è lì che vengo assalito dalla sorpresa e da un po' di paura perchè c'è molta gente, alcuna senza mascherina... Quasi mi vien voglia di tornare sui miei passi, penso che se c'è la possibilità di potermi beccare il virus sicuramente è passando proprio di lì ma poi mi faccio coraggio e decido di proseguire. Vado alla ricerca del modello di ciabatta che volevo e mi accorgo di come il numero di negozi chiusi sia aumentato per effetto della crisi mentre il numero dei venditori ambulanti senza licenza è più che quadruplicato e rende difficoltoso il cammino poiché la strada è letteralmente ricoperta dai loro prodotti. Finalmente riesco a trovare quanto desideravo, anche se devo interrompere il pranzo della negoziante, ed opto per entrare nell'edificio principale della zona per comprare le ultime cose: mi sorprendono i controlli fatti all'ingresso ed il fatto che non ci sia una ressa di persone come fuori. L'unica nota stonata è rappresentata dalla commessa che mi serve senza alcuna protezione ma mi disinfetta prontamente il cambio che deve darmi.
Ormai l'ora di pranzo era passata da un pezzo ma vedere i ristoranti nei paraggi tutti pieni e dove non c'è alcuna misura di distanziamento sociale mi fa passare la fame, troppo rischioso, per cui scelgo di comprarmi un po' di mango secco da sgranocchiare: sarà l'appetito o il fatto che erano da mesi che non lo mangiavo ma era veramente delizioso. Lo accompagno con una coca colla, una bevanda locale, che ho apprezzato molto sorseggiare e gustarne il sapore, ringraziando per l'opportunità di poterla provare nuovamente.
Visto che avevo terminato tutto quello che mi ero promesso di fare non mi resta che tornare alla macchina prendendo una strada più lunga perchè volevo far tappa ad un negozio di film gestito da un amico peruano che è sempre generoso coi miei ragazzi: avevo una gran voglia di vederlo e sapere come stava, magari con un pizzico di fortuna lo avrei beccato proprio nel suo turno di lavoro. Così è stato ed è stato bello scambiarci quattro chiacchiere e la cosa bella è sapere che vuole continuare ad aiutarmi nel suo piccolo coi fanciulli, facendomi degli sconti su quanto avrei acquistato, nonostante gli affari per lui vadano maluccio e tardano a ritornare ai livelli a cui era abituato.
La mia passeggiata si conclude così nel migliore dei modi, mi sento rigenerato ma manca ancora qualcosa: appena rivedo un carretto carico di piccoli snack di frutta secca stavolta non resisto e mi compro un sacchettino di arachidi caramellate... Mi piacciono da morire ed avevo una gran voglia di mangiarle: le gusto una per una ed il loro sapore mi racconta la bellezza di poter di nuovo uscire a fare quattro passi liberamente, prendendo le giuste precauzioni, e di quanto mi erano mancati quei piccoli gesti, quegli incontri che sono capaci di arricchirmi e di ricaricarmi. A poco a poco mi rendo conto che quelle noccioline per me rappresentano una sorta di liberazione, un ritorno ad una quotidianità che avevo dimenticato ed era stata stravolta all'improvviso, mi danno la fiducia che le cose stanno migliorando e riassumono in modo perfetto questa mia giornata.
Har baje
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