martedì 19 maggio 2020

La doccia

Finalmente posso lavarmi con l'acqua calda, senza ombra di dubbio è stata una dolcissima sensazione! Da più di una settimana infatti mi si era bruciata la doccia elettrica del bagno e, visto che non abbiamo le condutture per poter scegliere la temperatura dell'acqua, l'unica opzione era usare quella fredda per bagnarmi proprio nei giorni in cui un vento fresco aveva cominciato a soffiare ed ad abbassare le temperature fino a circa 10 gradi. Mi era già capitato di ritrovarmi a fare il bagno con l'acqua gelata o nelle ore più calde della giornate per le basse temperature oppure di rinunciarci proprio ma era stata questione al massimo di due giorni, questa volta la cosa è durata molto più a lungo e forse questo, assieme al freddo, mi ha messo veramente alla prova.
Questa situazione mi ha creato un certo disagio, non mi è stato facile lavarmi e spesso mi son ritrovato a stare in apnea quando dovevo mettermi sotto la doccia: non riuscivo proprio a respirare per la sensazione di freddo! Mi sono un po' vergognato perchè i miei ragazzi sono abituati a lavarsi in questo modo mentre io proprio non ci riuscivo, anzi vivevo con una certa ansia gli attimi che mi dividevano dal farmi il bagno. Mi ritrovavo davanti ad un mio limite che per molti può sembrare una sciocchezza ma per me proprio non lo era e per questo arrossivo nel confidarlo con qualcuno del personale, ci rimanevo un poco male se sorridevano alle mie parole sebbene fossi consapevole che quanto stessi vivendo in quei giorni rappresentasse per molti un fatto normale, che si ripete ogni giorno: in effetti credo che poter avere un apparato elettrico che scaldi l'acqua, sebbene alla fine non risulti proprio caldissima, sia un lusso in questa realtà e che non sono in molti a potessero permetterlo... Penso a chi vive nei canali o in strada, che pagherebbero chissà cosa la possibilità di potersi ripulire anche solo con l'acqua fredda, e mentre mi lavavo i miei pensieri andavano alla gente che vive in quelle case fatiscenti che sembrano più delle dimore improvvisate di tavole di legno e teloni di plastica, a quanti ho potuto conoscere a Parlamento che si lavano nello stesso laghetto dove fanno il bucato e beve il loro bestiame: li ammiro e mi sento davvero piccolo davanti a loro, so che quanto mi sono trovato a vivere sarebbe stata una questione di giorni ed avevo il coraggio di lamentarmene mentre per loro era una realtà da cui non potevano fuggire e che dovevano per forza accettare.
Certo, avrei potuto scaldarmi l'acqua su un recipiente per lavarmi ma non era una soluzione pratica sopratutto non avevo una bacinella delle dimensioni di cui avevo bisogno ma anche la pigrizia ci metteva del suo; potevo fare la doccia a mezzogiorno quando le temperature sono più alte come fanno i fanciulli ma visti i miei ritmi ed i miei compiti sicuramente sarei arrivato alla sera nuovamente sporco: ho provato a docciarmi alla sera ma non era proprio il massimo, così ho optato di farla alla mattina presto e devo dire che è risultato più agevole, riuscivo a sopportare meglio la temperatura dell'acqua.
L'ideale era quello di sostituire il pezzo che si era bruciato: cosa più facile a dirsi che a farsi viste le restrizioni per uscire. Il primo passo è stato quello di arrivare fino alla piazza principale il lunedì, giorno in cui posso circolare liberamente grazie al numero finale del mio documento di identità, e chiedere in tutti i negozi di ferramenta il ricambio di cui necessitavo: il risultato è stato negativo, avevo girato per quasi due ore per niente, anzi era emersa la possibilità di acquistare un nuovo dispositivo che mi sarebbe costato quasi il quadruplo rispetto al pezzo da sostituire e non mi era parso proprio il caso, lo avrei preso soltanto se ciò fosse stata l'ultima opzione possibile. Tornato a casa mi sono informato se potevo comprare in rete quanto avevo bisogno, se era possibile pagare in contanti al momento del ricevimento e soprattutto se quanto avrei richiesto mi sarebbe stato recapitato in hogar, visto che si contano sulle dita di una mano le ditte che effettuano consegne in zona a causa della distanza: appena scoperto che tutto ciò era fattibile ero raggiante e quasi immediatamente ho fatto l'ordine, inserendoci anche altre cose che sarebbero state necessarie alla manutenzione ma non avevo in casa. Non vedevo l'ora che mi arrivasse il tutto ma il mio entusiasmo è stato smorzato non appena il negozio mi ha contattato per avvisarmi che c'era tutto quello che avevo chiesto ad eccezione di quella resistenza necessaria per scaldare l'acqua della doccia: non ci potevo credere, era proprio quella che mi aveva spinto a fare il mio acquisto via online! Bisognava portar pazienza e dovevo aspettare questo lunedì per poter comprare una nuova doccia, nel frattempo ormai mi stavo abituando al fatto di dovermi lavare senza acqua calda anche se in cuor mio contavo i giorni che mi separavano dalla mia prossima uscita, desideravo fortemente che il tempo passasse rapidamente. Arrivato il fatidico giorno sono uscito molto presto in direzione del negozio dove avevo visto il tanto desiderato dispositivo, nella speranza che fosse ancora disponibile: al mio arrivo la commessa mi dice che era l'ultimo disponibile, l'ho visto come un segno del destino!
La sera mi sono fatto aiutato nella sostituzione della doccia ed ho apprezzato e ringraziato per avere di nuovo l'opportunità di lavarmi con un acqua che magari non sarà calda come quella dei bagni in Italia ma che qui è già una gran cosa: ho goduto ogni singolo istante di quel momento, pensando come fosse un privilegio potermi trovare in quella situazione.
Non tutto però in questa vicenda è stato negativo, anzi voglio coglierne il lato positivo: ho potuto provare sulla mia pelle, almeno in parte, quello a cui i bambini sono ormai abituati, ovvero bagnarsi con l'acqua fredda, e così ho potuto conoscere le loro emozioni e quello che provano al momento della doccia. Sono convinto che in tutto questo ci sia stato davvero lo zampino di Qualcuno per cui quest'esperienza dovevo assolutamente viverla affinchè potessi capire e scoprire quanta strada devo ancora percorrere per arrivare ad una più completa condivisione e comprensione dell'altro: se da una parte non smettevo di ripetermi “ma chi me l'ha fatto fare?” o “cosa ho fatto per meritarmi questo?”, dall'altra ho potuto mettermi nei panni di chi mi sta vicino ogni giorno, in modo da apprezzarlo una volta di più, e di questo devo solo ringraziare.
Har baje

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