mercoledì 20 novembre 2019

Verso la normalità...

E' passata una settimana da quando è cessato il paro indefinido e finalmente, dopo ben 4 settimane, potevo andare in centro! Ho aspettato a lungo questo momento, non ne vedevo l'ora e mi sentivo come un bambino che con ansia attende di aprire i regali sotto l'albero di Natale! Ad onor del vero ci sono ancora dei disordini, con tanto di morti, dovuti al fatto che i sostenitori più accaniti dell'ex presidente stanno bloccando le strade ed impedendo gli approvvigionamenti delle grandi città.
Le ultime giornate sono state zeppe di emozioni di ogni sorta, in modo particolare il mercoledì, primo giorno in cui si poteva ricominciare a circolare senza problema: è stata una gioia poter rivedere i volti di educatrici e del personale in generale che per 3 settimane non potevano venire a lavorare! Ne ero contento in quanto mi sono veramente mancate, in questi giorni ho potuto apprezzare ancora di più quanto fanno per i ragazzi e vederle arrivare con un bel sorriso è stato stupendo: si vedeva lontano un miglio che avevano nostalgia dei fanciulli, molti dei quali le hanno attorniate per dare loro il bentornato. Con il loro ritorno non nascondo di aver tirato un respiro di sollievo perchè ora potevo davvero finalmente rallentare, la stanchezza si faceva sentire e sapere che dopo tanto eravamo al completo era motivo di allegria: la grande famiglia dell'hogar si era finalmente riunita!
Nei giorni successivi il lento ritorno alla normalità mi ha fatto provare un certo senso di sicurezza nel poter constatare che il viavai di auto e pulmini davanti all'entrata del centro era ricominciato e mi impressionava passare per la piazza di Valle Sanchez e vederla desolatamente vuota, priva dei furgoni da cui la gente si comprava frutta, verdura e tutto ciò di cui aveva bisogno e senza l'ormai famosa fila di persone in attesa di comprare le bombole del gas. Non potevo credere di averle potute comprare da uno dei tanti negozi di ferramenta della zona senza limitazioni di alcuna sorta, senza troppo aspettare sotto il sole ed essere testimone di qualche zuffa: questo momento l'ho vissuto con una grande gioia, l'ho visto come un lusso che finalmente mi potevo permettere. L'apoteosi però è arrivata il sabato sera: è arrivato il camion a caricarci i serbatoi di gas e questo significa che per almeno un mese e mezzo non dovremmo avere problemi... Addio timori che il contenuto dei bomboloni finisca sul più bello, arrivederci al dover cucinare il pane nel forno a legna, un saluto al fatto di dover sostituire ogni giorno i recipienti che ci permettevano di cucinare! E' una comodità non da poco e credo che questi giorni mi hanno fatto apprezzare una volta di più quelle piccole cose che ci migliorano la vita ma di cui spesso ne dimentichiamo l'importanza.
Uscire per andare al centro è stato poi davvero liberatorio: ho potuto finalmente riprendere il micro, che è un autobus di piccole dimensioni, e posso dire che mi era davvero mancato nonostante la posizione scomoda che ho dovuto assumere per tutto il tragitto, visto che tra un sedile e l'altro non c'era lo spazio sufficiente per poter mettere le gambe. Guardavo fuori del finestrino ed i ricordi andavano ai posti di blocco che ho dovuto passare nelle settimane passate mentre ora sembravano spariti nel nulla, salvo lasciare qualche traccia come pneumatici, rami o pietre lungo il ciglio della strada. Mi ritrovavo nel traffico caotico di Santa Cruz ed ero sorpreso nello scoprire che ne avevo nostalgia, nonostante spesso mi è fonte di stress.
Sceso dal micro comincio a camminare e non posso fare a meno di visitare un mio conoscente che ha un negozio che vende film: è una persona buona perchè mi chiede sempre dei ragazzi e mi fa degli sconti su ciò che compro. E' bello poterlo salutare dopo tanto tempo, scambiamo due parole che confermano ad entrambi che l'ultimo periodo non è stato facile per nessuno ed anche lui, come altri, mi racconta di come il prezzo di frutta e verdura stia aumentando per effetto dei blocchi delle strade: poco più tardi lo sperimenterò sulla mia propria pelle facendo la spesa, visto che ho comprato delle banane a 7,5 boliviani mentre prima le prendevo massimo a 4!
Continuo a camminare, la sensazione che provo nel poterlo fare è un misto tra felicità ed il sentirmi finalmente libero di muovermi dove volevo: mi mancava il brulicare di gente dei mercati e per le tante strade di cui è fatta Santa Cruz, il fermarmi da un venditore ambulante per poter bere il succo di arancia appena spremuto o comprarmi un sacchettino di arachidi caramellate... Tante piccole cose di cui ne sentivo la mancanza e che ora cercavo di assaporare fino in fondo. Non tutto però è rosa e fiori: nella mia passeggiata mi imbatto in diversi senzatetto, inconfondibili con i loro abiti sudici ed i piedi neri dallo sporco delle strade... Mi sembra che ce ne siano di più rispetto all'ultima volta e non riesco proprio ad ignorare il fatto di averli incrociati.
Arrivo finalmente alla mia meta, al mio angolino personale dove in pochi attimi riesco a ricaricarmi e trovare un poco di pace e serenità: è una chiesa vicina ad uno dei mercati più grandi della città ed è una delle poche che è sempre aperta. Mi basta solamente entrarci per ritrovare la tranquillità e catapultarmi in un'altra dimensione dove il tempo sembra scorrere rapidamente: a volte resto lì per più di un'ora senza accorgermene! Stavolta però c'è qualcosa di diverso, o meglio c'è qualcuno che si trova dalla parte opposta rispetto a me e richiama la mia attenzione: dal suo aspetto non ci metto molto a capire che si tratta di un giovane che vive in strada. E' lì seduto con le sue poche cose, un cartone ed un sacco di iuta, e la sua presenza non mi disturba nemmeno quando si sdraia sulla banca, preso dalla stanchezza o dal gran caldo della giornata: sembra quasi paradossale ma il sapere che lui ci sia mi conforta, mi rassicura in un momento in cui ho più dubbi che sicurezze ed ho la certezza, non so come, che rappresenta ciò in cui credo. Ringrazio per averlo incontrato perchè mi ha dato nuove forze e convinzione, in una giornata che per certi versi è stata splendida in cui ho potuto riassaporare la grandezza di quelle piccole cose che sempre mi accompagnano.
Har baje

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