martedì 12 novembre 2019

Il paro indefinido è terminato!!!

Alla mezzanotte di oggi finisce ufficialmente il paro indefinido, che ha bloccato Santa Cruz per tre settimane! Tutto questo grazie alla nomina a Capo dello Stato di una donna: non è stata facile quest'elezione dopo le dimissioni di Morales e di tutte le cariche costituzionali che potevano ambire alla nomina e per il fatto che i senatori ed i deputati del Mas, partito dell'ex presidente, non si erano presentati in aula sebbene rappresentassero i due terzi della stessa.
Spero tanto che sia la volta buona per un lento ritorno alla normalità: la rinuncia alla carica presidenziale da parte di Morales non aveva sortito l'effetto sperato, anzi i gruppi che lo sostengono avevano cominciato a saccheggiare ed a distruggere tutto ciò che gli capitava a tiro a La Paz ed in altre parti della Bolivia, come la stazione radio e televisiva che i Salesiani hanno ad una ventina di chilometri circa da qui. La controparte non è stata da meno, visto che si è resa protagonista di saccheggi ed atti vandalici nelle case dei maggiori esponenti del Mas: a due chilometri del centro è stata letteralmente presa a sassate la casa dell'ormai ex sindaco, molto vicino al presidente dimissionario. In generale c'è una caccia ai responsabili dei brogli elettorali, gran parte dei quali sono già in carcere in attesa di processo.
L'atmosfera non poteva, quindi, non essere che tesa: nei vari posti di blocco i controlli erano massicci, come mi conferma Jones che vi è stato trattenuto a lungo prima di poter venire a lavorare, e si arrivava a fermare la gente con intimidazioni, come è successo a due lavoratrici del centro che sono state minacciate di botte e quindi hanno rinunciato al tentativo di venire all'hogar. Correvano voci che i sostenitori di Morales erano pronti per delle imboscate e volevano approfittare del calare delle tenebre per scatenare la loro rabbia: visto quel che era successo la notte prima a La Paz, i timori erano fondati. Oggi Jones mi ha detto che è stato sveglio fino alle 5 di mattina perchè nel suo quartiere era stato dato l'allarme di un possibile arrivo di gruppi vicini al Mas che volevano saccheggiare e mettere a ferro e a fuoco la zona: mi racconta che c'era un continuo scoppiare di petardi, manco fosse capodanno, e la polizia era al loro fianco, pronta a fermare i possibili assalitori... Per fortuna non è successo nulla e le voci sono rimaste tali, anche se la paura è stata molta.
Nonostante la tensione che si respirava oggi ho voluto uscire dal centro, approfittando del mio giorno libero: ormai ero stanco di non poter andare in città, così ho voluto fare una passeggiata che mi portasse lontano dai ragazzi e dai problemi che viviamo al centro. Ho passato la piazza principale di Valle Sanchez e non potevo non notare l'interminabile fila che aspettava di comprare le bombole di gas, un'immagine che spero rimanga un ricordo grazie agli ultimi avvenimenti. Mi dirigo verso il mercato, volevo comprarmi un po' di verdura e di frutta ma mi tocca desistere per la moltitudine di gente che ho davanti: vedrò al mio ritorno di fermarmi, sperando sia rimasto qualcosa da acquistare. Passo davanti alla dimora dell'ex sindaco, mi fermo per la curiosità visto che mi era giunta voce che per protesta era stata presa d'assalto: vedo le finestre rotte, i segni indelebili dei sassi tirati sulle vetrate... Mi chiedo che senso abbia prendersela con le cose, che colpa ne hanno? Capisco la rabbia repressa della gente che ha dovuto sopportare in silenzio ed a lungo ma non mi spiego un atto simile. Noto sul cancello l'ordine di sequestro dell'abitazione per i reati commessi dal suo proprietario: giustizia è fatta, penso tra me, perchè pagherà per tutti i mali che ha fatto, visto che ora nessuno lo proteggerà più.
Arrivo alla strada che porta a Santa Cruz e comincio a muovermi in direzione della stessa: i chilometri passano e la strada per lunghi tratti è deserta, per me è una situazione irreale visto che l'ho sempre vista trafficata. Incontro qualcuno che cammina come il sottoscritto, incrocio biciclette, moto e quei pochi veicoli e camion che hanno il permesso di circolare... Mi pare di essere in un altro mondo! Qualcuno mi chiede se voglio un passaggio ed alla fine accetto, almeno potrò riposarmi qualche attimo e ripararmi dal sole che di mattina già picchia forte. Decido di scendere all'ottavo anello, il penultimo di cui è costituita Santa Cruz: l'autista mi chiede 10 boliviani e glieli do, nonostante ritenga si tratti di un furto vero e proprio visto che per la tratta da Valle Sanchez al centro della città pago 2,5 boliviani. Passo la barriera a piedi senza problemi, anzi saluto i manifestanti che contraccambiano con un sorriso: c'è un aria più distesa, non c'è la tensione dei giorni scorsi, è come se si sappia con certezza che le cose stanno per migliorare. Vedo uno sportello automatico e la tentazione è quella di prelevare un po' di offerte che mi sono arrivate: rimango deluso quando il monitor mi segnala che al momento non si può ritirare del contante perchè non ne ha a disposizione.
Proseguo a piedi fino al cavalcavia del settimo anello: rimango stupito che ne hanno bloccato l'accesso con pneumatici e quant'altro. Vorrei proseguire ma il caldo e la fatica si fanno sentire, ho già fatto una decina di chilometri ed è meglio tornare indietro in quanto non so come sarà la situazione più tardi. Poco dopo mi fermo in un chiosco improvvisato per bere qualcosa: è uno dei tanti che si trovano durante il tragitto, soprattutto in prossimità dei posti di blocco è un modo come un altro per guadagnare qualcosina, visto che per tutti è difficile recarsi al lavoro e bisogna comprare da mangiare. C'è anche chi lungo la strada si offre di riparare le biciclette o di gonfiarne le gomme: sorrido ed apprezzo l'iniziativa. Quello che proprio non riesco a sopportare sono le richieste dei tassisti, che siano in auto o in moto: sono cifre esose, partono dal doppio per arrivare al quadruplo del normale e mi sembra un modo per lucrare sulle necessità delle persone. Poichè la vedo come un'ingiustizia e tengo tutta la giornata a mia disposizione decido di tornare a piedi verso il centro, anche se la strada è molta: prima però faccio tappa ad un supermercato... Una meraviglia! A differenza di quello di Valle Sanchez, che ha gli scaffali ormai vuoti, questo è rifornitissimo: vorrei comprarmi un po' di tutto ma desisto per il fatto che le borse della spesa le avrei portate con me per chilometri.
La mia passeggiata continua, sono in buona compagnia visto che sono in molti che camminano verso la mia destinazione, facendo orecchia da mercante a chi proponeva un passaggio a pagamento in moto o in auto. Ci sono tante bici e i veicoli sono un po' di più rispetto a prima, sarà il fatto che ormai è mezzogiorno, ma mi sembrano lontani i giorni in cui rimanevo a lungo bloccato nel traffico. Attraverso un altro punto di blocco, accolto da un sorriso, e mi convinco che qualcosa sta cambiando in bene, passo dopo passo cerco di convincermi che le cose miglioreranno mentre l'occhio sembra dirmi il contrario, osservando che l'accesso alle strade laterali è inibito con rami, fusti di metallo e di cemento e da pneumatici.
Dopo una piccola pausa al mercato, ritorno al centro e mi butto a letto: sono stanco, il calore mi ha letteralmente sopraffatto ma mi sento soddisfatto perchè ho potuto capire almeno in parte le difficoltà che ogni giorno la gente deve affrontare per il paro indefinido. Adesso finalmente si potrà tornare poco a poco alla normalità, sperando che la nuova presidente riesca a portare pace e serenità per tutti.
Har baje

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