giovedì 3 ottobre 2019

Una serata... biblica!!!

Anche quest'anno mi ritrovo ad essere il responsabile del gruppo pastorale del centro: rispetto allo scorso anno la cosa risulta un po' più complicata per il fatto che il numero ed i componenti dello stesso sono variati più volte nel corso di questi mesi. Attualmente siamo in tre: io, don Eliseo e Jones, il nuovo tuttofare dell'hogar. Nonostante questo nessuna delle difficoltà incontrate ci ha potuto fermare e siamo riusciti a portare fino in fondo quello che ci eravamo proposti di fare, cogliendo grosse soddisfazioni, ma quello che abbiamo realizzato venerdì per me è stato il massimo e non posso negare di essere felice e fortunato di lavorare in questa squadra.
Venivamo da una piccola delusione per i risultati ottenuti nell'ultimo nostro intervento in occasione del giorno dedicato a Santa Maria degli angeli e avevamo voglia di riscattarci: la nostra chance era a settembre, in occasione del mese della Bibbia. Volevamo proporre qualcosa di completamente differente rispetto alle altre volte, visto che non c'era alcuna connessione con una festa religiosa in particolare: parlando tra noi è nata l'idea di proporre dei giochi con tema la Bibbia ed una cena basata su cibi in Essa menzionata, in modo che i ragazzi potessero apprendere qualcosa divertendosi.
I giochi dovevano essere tre: uno basato sull'arca di Noè, in cui i ragazzi si sarebbero sfidati su chi avrebbe portato attraverso un gioco di memoria più coppie di animali sulla barca, facendo attenzione a non cadere nella trappola di includere un paio di intrusi; l'altro aveva come tema i 10 comandamenti, che dovevano essere pronunciati a seconda del numero riportato in uno dei tappi che a turno venivano estratti da una bacinella piena di riso; il terzo invece era una specie di “Chi vuol essere milionario?” a sfondo biblico e consisteva in una serie di domande a cui rispondere scegliendo una tra le quattro opzioni proposte. A parole sembrava tutto semplice però nei fatti bisognava fare delle sagome in legno delle tavole della legge e dell'arca, bisognava ritagliare delle figure di animali ed incollarle in varie tavolette di legno mentre per il gioco finale si sarebbe dovuta fare una specie di presentazione al computer in modo da proiettarla poi su una parete per far vedere a tutti il quesito proposto: un lavoro che avrebbe richiesto un bel po' di tempo ma, eravamo sicuri, ne sarebbe valsa la pena!
Paradossalmente la cosa più semplice fu pensare al menù della cena: quaglie grigliate, accompagnate da erbe cotte, pane azzimo e da del succo uva! Tutti elementi riconducibili ad eventi narrati dalla Bibbia e che dovevano essere necessariamente essere spiegati ai ragazzi: a nostro avviso sarebbe stato un modo del tutto nuovo ed originale per insegnarli qualcosa. Anche in questo caso ci siamo divisi i compiti, aiutati dalla signora della cucina: come responsabile ho dato una mano in tutti gli elementi del piatto sia per valutare il risultato finale che per trovare una rapida soluzione in caso di qualche piccolo imprevisto.
Qualche giorno prima della nostra attività cominciavo ad essere nervoso, ero preoccupato che le cose non andassero nel verso giusto e per il fatto che sarei stato il presentatore della serata, cosa che non mi piace molto visto che mi piace più stare nell'ombra che in prima fila: sono stato spinto a farlo dai miei compagni di avventura perchè, dicono, sono il più afferrato in materia dei tre e, quindi, non potevo tradire la fiducia che mi avevano riposto. Da un lato ero però soddisfatto perchè i preparativi stavano andando a gonfie vele, i ragazzi erano già stati divisi in quattro gruppi omogenei e nessuno sarebbe stato escluso dai giochi, ideati in modo che tutti avrebbero dato il loro contributo alla loro squadra, persino i più piccoli: chi avrebbe vinto almeno uno dei primi due avrebbe ottenuto un vantaggio importante per quello finale, per cui tutti risultavano essere importanti e decisivi per il proprio team.
Nelle ore immediatamente precedenti la serata pareva fossimo in ritardo con la preparazione della cena, complice un piccolo imprevisto, e quasi andavo di matto perchè ciò mi metteva più agitazione di quanta già ne avessi e mi riduceva il tempo per preparare il luogo dove si sarebbe svolgo il tutto: devo ringraziare per avermi dato una grossa mano due piccole aiutanti, Alejandra e Yandira, che non mi hanno lasciato mai solo nemmeno quando potevano vedere la televisione ed anche don Eliseo e Jones che, appena si sono liberati dei propri compiti, si sono precipitati a vedere se mancasse qualcosa e per coordinare con me gli ultimi dettagli.
All'inizio tutti eravamo un poco tesi, ci eravamo preparati per molto tempo ed ora il momento era arrivato: toccava a me rompere il ghiaccio coi ragazzi e, nonostante un po' di imbarazzo, riesco a riscaldare gli animi. Devo cambiare la scaletta perchè Liliana non è ancora arrivata e faccio partire i giochi: ai fanciulli pare gli piacciano, li vedo coinvolti come non mai! Non posso che essere felice nel vedere questo e quasi mi spiace fermarli visto che erano talmente presi che si erano dimenticati di tutto il resto! Liliana arriva e le faccio fare il suo intervento mentre mi accorgo con preoccupazione che stiamo sforando la scaletta, devo intervenire e lo comunico ai miei compagni di squadra che mi fanno capire che stanno dalla mia parte.
Arriva il momento che più temo: la cena. So che di solito i ragazzi sono diffidenti quando vedono qualcosa di nuovo nel piatto e mi preoccupa la loro reazione: dopo avergli spiegato il motivo per cui si trovano quegli ingredienti nel piatto mi meraviglio del fatto che stanno mangiando in silenzio, assaporando ogni boccone... E' l'inconfondibile segnale che avvisa che il cibo gli piace: tiro un sospiro di sollievo, mi congratulo per la cottura delle quaglie con Jones perchè è perfetta! Non posso godermi troppo il momento perchè è già ora del gioco finale: comincio con la prima domanda e non posso non notare che gli animi si fanno prendere dall'entusiasmo, soprattutto quando vedono nell'immagine proiettata sul palco illuminarsi la risposta corretta. Mi faccio contagiare dall'euforia del pubblico: il mio porre le domande e svelare quale opzione sia giusta diventa più sciolto e divertente, il tempo vola via e vorrei che non finisca mai... Però è quasi ora di mandare i ragazzi a dormire e devo decretare un vincitore, che è il gruppo che meno pronosticavo alla vigilia! Nel salutarli ho visto una marea di volti sorridenti, felici per una serata ben diversa dalle solite: è bello essere riusciti a coinvolgere tutti e non vedere alcuna faccia imbronciata. Più di qualcuno dei bambini mi si è avvicinato e mi ha detto che gli è piaciuto, i giochi sono stati bellissimi e non c'è niente che avrebbe cambiato: sono parole che pesano perchè tutto è stato pensato per loro e mi dicono che il risultato è stato raggiunto.
Di solito non mi fermo mai sugli allori e cerco di vedere cosa non ha funzionato: in questa occasione mi risulta quasi impossibile trovare una pecca, l'unica certezza è che abbiamo lavorato di squadra e lo abbiamo fatto uniti, senza aver paura di confrontarci ed appoggiandoci a vicenda. Grazie don Eliseo, grazie Jones perchè se la serata è andata bene è per merito vostro!
Har baje

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