venerdì 28 novembre 2014

Tra addii ed arrivederci

Un orsetto nero e un cane di peluche: questo il regalo, tanto bello quanto inaspettato, della mia figlioccia Andrea che così ha voluto congedarsi da me… Eh sì, perché con la sorella Ximena andrà in una sorta di casa famiglia che già ospita la sorellina più piccola: decisione sofferta perché le due erano tra le più brave ed ubbidienti e so che tutti qui ne sentiremo la mancanza ma era l’unica soluzione possibile per mantenere saldo il legame tra loro.

Quella di oggi è stata una giornata di forti emozioni: a stento sono riuscito a trattenere le lacrime quando Jorge Daniel, che ho tenuto di recente al battesimo, mi ha abbracciato e poi, dopo aver salutato alcuni educatori, con gli occhi lucidi mi è venuto a stringere forte ancora una volta “costringendomi” ad accompagnarlo fino al cancello un’ultima volta, visto che d’ora in poi sarà la nonna ad occuparsi di lui;  non riuscivo a capacitarmi che probabilmente era l’ultima volta che vedevo il volto di Noemi, di solito allegro mentre ora era triste, mentre il padre mi ringraziava per l’aiuto dato alla figlia; mi sentivo un groppo in gola e non riuscivo a parlare nel vedere Andrea e Ximena congedarsi dal fratello maggiore e quando la prima mi ha stretto forte forte, quasi per non lasciarmi andare, dicendomi che non si scorderà mai di me.
Da un lato tutto questo mi rattrista perché col tempo io ed i ragazzi ci siamo conosciuto ed abbiamo camminato insieme, mi ci sono affezionato con il mio stargli accanto nei loro momenti di pianto e di difficoltà, con il ridere e scherzare nei loro momenti di gioia, con il mio stupore nei loro slanci di affetto e di amicizia nei miei confronti, nonostante le sgridate e le punizioni che a volte dovevo dargli per qualche marachella di troppo. E’ vero che all’hogar i ragazzi sono di passaggio, la cui durata può essere o breve o lunga, ma è impossibile non provare affetto nei loro confronti quando vieni a sapere delle loro storie, quando vedi quegli occhi e ti accorgi dai loro gesti che non gli è sufficiente trovare qui un letto, del cibo e dei vestiti ma quel che più hanno bisogno è un qualcuno che gli stia vicino e se ne prenda cura, che si interessi di loro e li apprezzi per così come sono, cercando di trovare il buono che c’è in loro.
Con questi ragazzi sto camminando da febbraio dell’anno scorso, crescendo insieme a loro, e molti di loro mi hanno sorpreso perché hanno colto di me una parte che finora mi era sconosciuta: si sono affidati a me senza paura e qualcuno mi ha persino chiesto di esserne il padrino, e per questo gliene sarò sempre grato. Per questo c’è un po’ di tristezza nelle partenze ma affiora anche un po’ di speranza perché c’è la possibilità che vadano in un posto che gli possa offrire un futuro migliore, dove vengano amati ed aiutati nella loro crescita: questo mix di emozioni deve però cedere posto anche alla consapevolezza che gli sforzi fatti fin qui non saranno stati vani e devono continuare per aiutare i nuovi arrivati e coloro che sono rimasti e poi, chissà, un giorno avrò la fortuna di poterli reincontrare!
La giornata non si è solo caratterizzata da questi addii ma è coincisa anche con l’inizio delle vacanze estive per più della metà dei ragazzi: rimarranno per un mese con qualche parente o con qualcuno che ha avuto il buon cuore di volerli con loro… Praticamente l’hogar si svuota! Dispiace per chi resta, che vede gli amici andare via e loro sono qui per il fatto che nessuno li può portare con sè: rimarrò in loro compagnia e cercherò di stargli vicino il più possibile giocando, passeggiando, scherzando e divertendomi assieme a loro… Non sarà semplice ma mi impegnerò al massimo per riuscirci perché meritano come tutti di passare dei bei momenti in questo periodo di vacanza.
Har baje

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