Ieri era il giorno dedicato a San
Giovanni Battista e, come da tradizione, si accende un falò per
scaldarsi nel giorno che, a detta dei boliviani, è il più freddo
dell'anno: la serata, oltre al coinvolgimento in una piccola festa
per i bambini, mi ha riservato delle sorprese che sono riuscite a
riscaldarmi il cuore.
Dopo aver provveduto ad appiccare il
fuoco alla legna accatastata per l'occasione ed aver portato a
termine un gioco che avevo organizzato per i ragazzi, si avvicina a
me Luis Miguel, di 9 anni, che mi guarda e mi comincia a strattonare
il braccio: “vieni papà, vieni con me, portami in braccio e
siediamoci là, dai papà, andiamo!” mi diceva. La prima reazione è
stata di sorpresa, non potevo credere a quanto stavo ascoltando, e
non faccio in tempo a riprendermi che nuovamente viene ripetuta più
volte quella parola che spesso mi mette un po' a disagio perchè di
grande importanza e non credo mi possa appartenere: papà...
Lentamente comincio a rendermi conto che in quel momento il bambino
aveva bisogno di me, voleva stare un po' con me, necessitava che lo
coccolassi: i tentennamenti iniziali cedono il passo alla decisione e
così alzo Luis Miguel, lo tengo tra le mie braccia mentre lui
appoggia la sua testolina sulla mia spalla e, mentre mi dirigo dove
aveva detto di sederci, comincia a raccontarmi della sua giornata, di
com'è contento di essere andato a mangiare un gelato con Liliana
perchè sta andando molto bene a scuola.
Pochi momenti dopo stavo controllando i ragazzi e che quanto era stato
organizzato per loro andasse per il verso giusto ed ecco che mi viene
incontro Jamie che, al sentire la musica, inizia a ballare ed afferra
le mie mani per danzare insieme. Poi si stringe forte a me mentre si
avvicina Josè Armando che afferra un mio braccio per avvinghierselo
intorno a sè ed il piccolo Jonas mi abbraccia affondando il suo viso
nella mia pancia. Siamo stati un bel po' così e in quell'istante
così intenso mi è venuta in mente ancora quella parola con cui Luis
Miguel mi aveva chiamato poco prima: papà... E se avesse ragione
lui? Nel senso che non potrò mai sostituire il loro vero padre ma il
loro prendermi cura di loro, l'interessarmi a loro porta questi
ragazzi a chiamarmi così forse per ringraziarmi di quello che sto
dando loro, forse perchè non hanno altri termini per definire quello
che sono per loro forse perchè solo così riescono ad identificare
in qualche modo il loro affetto nei miei confronti. Ieri, indipendentemente dal motivo che li ha spinti, sono riusciti ancora una volta a sorprendermi ed a
emozionarmi: grazie ragazzi per il bel regalo di ieri!
Har baje
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