E' caduto l'ultimo "muro": un sacchetto di arachidi caramellate, un piccolo peccato di gola che a volte mi concedo quando vado in città, ora costa 2,50 boliviani e non più 2! Sono stato fortunato visto che uno dei muratori mi ha detto che è arrivato a pagarlo addirittura 3 boliviani!
L'aumento non sarebbe rilevante se ragionassi in euro, me ne sono reso conto quando a giugno sono venuti da Venezia a visitarmi: il tasso con cui hanno potuto convertire gli euro nella moneta locale è stata molto vantaggiosa in quanto per un euro si ricevevano 19 boliviani, mentre quello ufficiale che usano le banche è di 8 boliviani. Mi faceva sorridere il fatto che i miei ospiti, nel fare la spesa, facevano la conversione dei prezzi per poter fare un paragone ed ovviamente rimanevano sorpresi di quanto le cose in Bolivia costassero meno: mi ricordavano me stesso durante i primi mesi a Santa Cruz, quando tutto era una novità.
Confesso che mi sono vergognato e non poco quando ero con loro al supermercato perchè l'importo pagato, per la decina di giorni del loro soggiorno, è difficilmente sostenibile da gran parte delle famiglie del luogo: mi è venuto spontaneo suggerirgli di comprare delle mele o dei limoni al mercato perchè costavano molto meno. In quell'occasione mi sono accorto di come sia cambiato il mio punto di vista: i prezzi non li vedo più con occhio europeo, felice di constatare che il proprio potere d'acquisto qui è elevato, ma come boliviano, preoccupato dal costante ed inesorabile aumento del valore di tutte le cose.
Lo so, come mi dice sempre mio papà e come mi hanno confermato i visitatori italiani, anche in Italia tutto sta costando sempre di più ma posso testimoniare che qui a Santa Cruz la situazione è decisamente preoccupante, non è solo il sacchettino di arachidi che costa di più (e questo sarebbe il male minore) ma a rincarare è davvero tutto! Ad esempio l'anno scorso riuscivo ad acquistare un litro d'olio a circa 10 boliviani, la scorsa settimana l'ho preso a 20; il pane a giugno ha raddoppiato il prezzo, da 0,50 è passato a 1 boliviano facendomi sballare completamente i conti del progetto per garantire ai ragazzi di poterlo trovare in tavola; un chilo di riso è aumentato fino a 13 boliviani quando fino a pochi mesi ne valeva meno di 10, la carne è ormai considerata un lusso visto che il suo valore è più che raddoppiato così come le uova ed il pollo! Emblematico il caso del Nescafè, il caffè liofilizzato che veniva usato anche da alcune mie conoscenze: fino a metà del 2024 la confezione di 200 grammi valeva 35 boliviani, ora si trova solo il vasetto di 160 grammi che ne vale 115! Davanti a questi aumenti bisogna fare delle rinunce, anche se a malincuore: l'altro giorno ero al supermercato ed ho visto una coppia rimettere negli scaffali più di qualcosa, perchè non se la poteva più permettere, per poi cercare un'alternativa meno cara. E' stata una scena che mi ha fatto molto riflettere visto che il reddito minimo è di 2.750 boliviani e non permette di arrivare a fine mese; inoltre in molti vivono alla giornata perchè fanno un lavoro informale e per loro tutto si fa più complicato.
L'inflazione non riguarda solo il cibo ma tutti i settori: mi sono accorto con la manutenzione della struttura che ora tutto costa di più, ad esempio il solo cemento negli ultimi mesi è aumentato di 15 boliviani ed un water ha triplicato il proprio valore nel corso di 12 mesi! Non parliamo poi delle medicine, due settimane fa sentivo un'educatrice che ha speso 200 boliviani per uno sciroppo per la tosse, quasi il 10% del suo salario! Me ne sono accorto anch'io perchè compro un rimedio naturale per il raffreddore che dà ottimi risultati coi ragazzi: negli ultimi mesi il suo costo è passato dai 25 ai 40 boliviani!
In questa situazione è difficile per me fare qualsiasi progetto, visto che ci sono cose che da una settimana all'altra costano di più ed è difficile prevedere cosa accadrà in futuro. Non è facile far quadrare i conti nemmeno per Liliana, visto che il costo degli alimenti è aumentato negli ultimi mesi nonostante si cerchi, nel possibile, di ridurre le quantità.
Spiegare il motivo del momento che sta vivendo la Bolivia in questi mesi non è affatto semplice: da una parte c'è la crisi del diesel, con code chilometriche di camion che aspettano ai distributori per fare il pieno ed il deprezzamento della moneta locale; dall'altra vi sono la crisi economica e le elezioni politiche, che la scorsa settimana hanno decretato un cambio radicale nel Paese visto che il partito che è rimasto al potere per quasi vent'anni è crollato in termini di voti ed è rimasto fuori dal ballottaggio previsto per ottobre. La speranza è che a breve ci sia un'inversione di tendenza e che le cose comincino a migliorare, sia per il bene dei ragazzi che per l'intera Bolivia!
Har baje

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