Una grande gioia, mi è difficile trovare le parole giuste che mi aiutino a descriverla: è quanto ho provato nel vedere i volti raggianti ed emozionati di chi quest'anno ho potuto seguire nella preparazione della Cresima esattamente qualche attimo dopo la cerimonia. Mi sono sentito appagato: non nel senso che anche stavolta era filato tutto liscio e di avercela fatta per l'ennesima volta, bensì dell'aver raccolto un bellissimo frutto di un percorso iniziato a febbraio.
Ho imparato, nonostante i miei pochi anni di esperienza da catechista, che ogni gruppo affidatomi è unico, ha dei doni e un modo di sentire, di esprimersi totalmente differenti dagli altri ed ho avuto la fortuna di cogliere ed arricchirmi della bellezza di queste diversità: proprio per questo mi è difficile fare una lista di chi più mi ha colpito in positivo ma, ad onore del vero, devo ammettere che hanno un posto particolare nel mio cuore tutti coloro con i quali ho camminato insieme lungo la strada verso il sacramento della Confermazione negli ultimi mesi. In questo percorso sono cresciuto anch'io perchè rivestire i panni di chi deve insegnare non significa affatto avere la verità in tasca e mai come quest'anno sono stato tormentato dai dubbi e mi sono rimesso in gioco su tutto: il nostro sentiero non è stato semplice non solo per colpa di un virus che mi ha portato a sospendere gli incontri in rispetto delle decisioni prese dall'Arcidiocesi e poi a riprenderle una volta ricevuto il benestare del parroco. Mi sono ritrovato a ripensare al mio metodo, ai temi da affrontare e per la prima volta mi sono visto affidare solo ragazze, inoltre mai mi era capitato il fatto che tutte le avevo già seguite quando si dovevano preparare per ricevere la Prima Comunione: se da un lato la cosa mi stimolava dall'altra mi chiedevo se sarei stato all'altezza e temevo di tradire le aspettative di chi mi trovavo davanti.
L'inizio non è stato dei migliori, non riuscivo a dare il meglio visto che il tema che avrebbe fatto da sfondo durante tutto l'anno era di quelli tosti: seguire a Gesù. Per me è stata l'occasione per guardarmi dentro e cercare delle risposte che tardavano ad arrivare: senza rendermi conto mi sono sentito preso dall'entusiasmo e, cosa che mi ha sorpreso ancora di più, riuscivo a trasmetterlo alle fanciulle durante gli incontri. Mi sento più ricco e spero che questo valga altrettanto per le tre giovani di cui ho avuto la fortuna di essere catechista: mi hanno convinto ad aiutarle nella coreografia di una danza da dedicare a Santa Maria per un concorso e questo ha rafforzato la nostra amicizia, mi hanno spinto a ritrovarci in capella per pregare assieme ed a ripassare, a rispiegare temi che le erano indigesti o poco chiari in modo che le potessero comprendere meglio solo perchè ci tenevano a farli propri.
Non sono mancati di certo difficoltà e momenti negativi in questo camminare insieme: erano partite in quattro e una ha dovuto abbandonarci lungo la strada in quanto trasferita in un altro centro; le continue domande se questa pandemia finirà e quando o se potranno tornare a scuola presto così come se potranno confermarsi o meno; il dover continuare il programma brancolando nel buio perchè non avevo nè data nè luogo per la cerimonia e non sapevo se gli sforzi da parte di tutti sarebbero serviti a qualcosa; le lacrime versate da una di loro per il timore di non poter ricevere il sacramento visto che mancavano alcuni documenti. Ho deciso di andare avanti malgrado tutto e grazie a Padre Ottavio, che ringrazio di cuore, si è materializzata la meta a cui tutti aspiravamo.
Non mi ha importato se la Cresima si sarebbe svolta a circa un'ora di macchina dal centro così come il fatto che non avrei avuto una parte attiva nella cerimonia come successo in passato: il mio l'avevo già fatto, mi ero fatto garante che fossero pronte e non mi restava che accompagnarle, anche se da lontano, lungo gli ultimi metri dal traguardo. Il lato positivo è che potevo assistere concentrandomi in ogni singolo atto della celebrazione, emozionandomi più volte ed accompagnandole spiritualmente nel momento più importante: più che un dovere era un piacere vista la strada fatta insieme fino ad ora. Posso dire che queste fanciulle mi hanno riempito di orgoglio e mi hanno fatto dimenticare ogni altro dettaglio intorno, dal fatto che più di qualcuno in chiesa era senza mascherina a quello che ben presto due di loro lasceranno l'hogar: oggi era giusto essere felice per loro, era la loro festa! Spero soltanto che non si dimenticheranno presto quanto ho cercato di trasmetterle, che siano contente del tragitto fatto insieme e credo di aver ricevuto in questo senso un bel messaggio positivo: una di loro pochi giorni fa ha aiutato a mangiare una delle nostre educatrici affetta da problemi fisici... La scena mi ha strappato un sorriso perchè in questo forse c'è il mio zampino.
Har baje
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