sabato 22 agosto 2020

Perchè?

Avete mai visto un bambino cominciare a picchiarsi da solo? Mi auguro proprio di no, a me è successo per ben tre volte in pochi giorni, l'ultima qualche ora fa: è qualcosa che mi scuote dentro, mi fa sentire del tutto impotente e mi interroga su cosa fare perchè ciò si ripeta.
E' un evento capace di sorprendermi sempre sebbene sia un'ipotesi con un'alta probabilità di realizzarsi, anche se è preceduto da alcuni segnali che dovrebbero in qualche modo avvisarmi che sta per accadere: è solo questione di attimi ed il fanciullo comincia a colpirsi ripetutamente facendo sanguinare copiosamente il naso, continuando ad urlare “non voglio” come un disco rotto. Non mi resta che trattenere le sue braccia in modo che non continui in questo gesto, stando attento a non usare la mia forza per non fargli del male mentre lui in quel momento sta usando tutte le sue energie, ed invocando aiuto affinchè gli immobilizzino le gambe per evitare che si tiri una ginocchiata in volto: sono istanti in cui mi sembra che il tempo rallenti la sua corsa mentre comincio a sentire la fatica nel bloccarlo e mi accorgo pian piano di non sapere più che pesci pigliare visto che tutti i metodi che mi hanno insegnato, dal convincerlo a fare respiri profondi ad aiutarlo a contare fino a 10, non hanno sortito alcun effetto. Non mi resta che guardarmi attorno in cerca disperata di un consiglio mentre cerco di mantenere la calma e di parlargli con amore ma davanti a me vedo soltanto volti preoccupati o, in qualche caso, scioccati da tale visione che non sanno nemmeno loro cosa fare. 
Devo aspettare che a poco a poco si calmi, nella speranza che ciò avvenga presto, e leggere i movimenti del suo corpo notando ogni piccolo particolare, dal respiro a come tiene le dita della mano: gli lascio le mani, sempre stando attento a che non ricominci a tirarsi pugni, e noto che finalmente il piccolo si rilassa, rimanendo disteso sul pavimento. Mi alzo, completamente svuotato e visibilmente scosso, e mi siedo davanti a lui nell'attesa di qualcosa che mi confermi che il peggio è passato. Più lo osservo e più mi ricorda qualcosa o meglio qualcuno, precisamente ciò che mi muove e mi ha condotto fino a qui, a Santa Cruz: Gesù! Non so se è per quello stato d'animo confuso che sto provando ma giuro di aver visto per un istante che il piccolo aveva assunto la Sua stessa posizione sulla croce: potete darmi del pazzo ma è così! Seppur simili quello che ho davanti è ben diverso dal Cristo in cui ho sempre creduto: quest'ultimo spesso mi invita, mi chiama ad aiutarlo mentre questa volta si nega, non vuole proprio che gli sia dia una mano nonostante stia tremando dal freddo ed il suo corpo mandi segnali che sono proprio l'esatto contrario di ciò che dice. Ad ogni mia domanda la risposta è sempre no, non vuole nemmeno una coperta e vorrebbe solo dormire, praticamente stronca ogni mio tentativo di instaurare un dialogo. Non mi resta che rimanere lì, in attesa, ed ecco che arriva il segnale: inizia a piangere, un pianto che mi stringe il cuore, ed afferro la sua mano e lui la stringe come se non volesse mollarla più. Capisco che ora vuole lasciarsi aiutare, lo sollevo da terra e lo stringo forte a me, mentre il suo volto si riempie di lacrime e comincia a singhiozzare senza tregua. Gli pulisco il viso e non posso fare a meno di fissarlo, di vedere il suo dolore attraverso i suoi occhi: mi si spezza il cuore, non è possibile che un bambino arrivi a farsi del male, a dirsi cose che preferisco non ripetere... Cosa gli è successo, cosa lo ha portato ad essere così? Perchè deve pagare così tanto per cose che non sono dipese da lui e che lo hanno visto soltanto come una vittima? Fino a quando lo dovrà fare? 
Non smetto di interrogarmi su cosa possa aver vissuto per essere così e lo faccio mentre mi sento completamente svuotato, sconcertato di quanto ho visto e vissuto in prima persona. La sensazione di impotenza è grande in quanto mi ritrovo davanti a qualcosa di nuovo che non so proprio come affrontare. Mi scopro turbato e molto per quel bambino, mi sconvolge come la mancanza di amore lo abbia trasformato in quello che è, chiedendomi il perchè di tutto questo e soprattutto su come posso aiutarlo a ricucire almeno in parte il suo cuore spezzato.
Har baje


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