sabato 18 agosto 2018

Mani sporche

E' stata una settimana complicata per varie cose che, purtroppo, si è conclusa con un nuovo ricovero di Bautista. Sono stati 7 giorni che mi hanno messo alla prova, soprattutto gli ultimi tre visto che mi sono imbattuto in un problema bello tosto con l'impianto fognario.
Tutto inizia quando mi reco a dar mangiare alle pecore (eh sì, ora abbiamo anche quelle grazie ad una donazione!) e mi accorgo che nei pressi di uno dei pozzetti di scarico dei bagni la terra risulta umida mentre da un altra parte addirittura c'è una pozza d'acqua che non si può non notare visto che nei paraggi è tutto secco. Subito penso ad una fuga, vado dal contatore che però mi smentisce: distolgo don Claudio da quanto stava facendo e lo invito a darci un'occhiata. Ci armiamo di pale e scopriamo che tutte le camere dei bagni del lato del parco giochi sono colme d'acqua, sembra che questa non defluisca verso il pozzo nero più vicino. Vado a prendere la mappa per controllare come tutta la rete sia connessa in quel posto ma questa non considera le ultime modifiche che erano state apportate al progetto originale: mi maledico perchè non ho pensato di farla aggiornata ma poco importa, dovremmo scavare per capire se tutte le fogne comunicano tra loro o no. Ci vuole un po' di tempo ma otteniamo la certezza che tutto è come deve essere, c'è solo da capire perchè l'acqua ristagni soltanto in quella parte.
Don Claudio svuota due pozzi neri con la motopompa, sicuro che il problema si risolva, ma niente da fare: si pensa ad un tubo ostruito così facciamo passare per le condutture un filo di ferro abbastanza lungo visto che deve passare sotto terra per almeno 15 metri. Solo in questo modo veniamo a conoscenza che c'è una specie di fango misto a quanto scaricato dai bagni che non permette all'acqua di passare, fungendo da tappo: proviamo allora a pulirlo mettendo alla fine del palo di ferro uno straccio che ad un certo punto si incastra nel tubo interrato! Che fare? Don Claudio non si fa prendere dal panico e calcola più o meno dove si possa trovare: si comincia a scavare tra i due bomboloni del gas della cucina ed un marciapiedi e troviamo esattamente il punto dove si è incastrato lo straccio. Facciamo un'altra scoperta: la conduttura è rotta per cui la terra è entrata ed è per questo che risulta intasata!
Dobbiamo ripulirla e fu un compito ingrato: dovevo togliere con le mani questa poltiglia maleodorante che riempiva le camere una volta estratta in modo quanto difficoltoso quanto fantasioso da quel tubo di circa 15 metri. La sola idea mi dava la nausea, non nascondevo il mio disgusto e, sebbene dotato di guanti, le mie mani si stavano impregnando di quella puzza oltre al fatto che i miei vestiti si stavano sporcando di quel fango... Potevo tirarmi indietro, lasciare che don Claudio se la sbrigasse da solo ma non potevo abbandonarlo perchè sapevo che da solo non poteva farcela e soprattutto era meglio che questa cosa la facessi io e non qualche ragazzo: dovevo dare il buon esempio anche se in quel momento ero quasi al punto di gettare lo spugna, sentivo che dovevo proseguire perchè ero chiamato ad essere lì proprio in quel posto a svolgere quanto già stavo facendo... Ero stato scelto e se mi rifiutavo probabilmente me ne sarei pentito.
Credo che sia stata la cosa più disgustosa che abbia mai fatto qui in Bolivia ma sono stato ripagato per tutto questo: ho riso coi ragazzi che ho chiamato per aiutarmi quando dovevamo pulire il tubo in maniera più profonda facendovi passare un ferro al cui finale c'era uno straccio. Guardandomi com'ero conciato e la mia faccia piena di disgusto quando dovevo togliere dalla camara quella poltiglia nauseabonda, i fanciulli mi prendevano un po' in giro e si facevano delle belle risate ed io con loro perchè a volte non bisogna mai prendersi troppo sul serio e questa era l'occasione giusta per farlo, per lasciarsi alle spalle una dura giornata con un bel sorriso in compagnia di persone a cui tengo molto.
Il giorno dopo ad alleviarmi dai pensieri su come risolvere questo problema, che più passava il tempo più sembrava complicarsi, è stata una delle più piccole che di solito non si avvicina molto spesso al sottoscritto: mi guarda e mi invita a giocare a palla prigioniera. La cosa mi sorprende e non posso rifiutare la sua proposta: in poco tempo mi ritrovo attorniato a sei bambini schiamazzanti, contenti che sia a divertirmi con loro ed anch'io lo sono. Dimentico quanto mi assillava, mi sento leggero e quando devo tornare all'ingrato compito che mi spetta lo faccio con tutto un altro piglio, più rilassato perchè quei pochi minuti passati coi fanciulli mi hanno caricato, mi hanno alleggerito il cuore e la testa.
Torno a sporcarmi le mani ma non me ne pento perchè so che ne vale la pena e ne sarò ricompensato in qualche modo: basta un volto felice o un invito inaspettato e tutto prende una nuova piega.
Har baje

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