mercoledì 4 aprile 2018

Settimana santa

La scorsa settimana è stata davvero tosta in tutti i sensi, soprattutto in quello spirituale essendo responsabile del gruppo della pastorale e catechista: sapevo che dovevo preparare ogni cosa al meglio ed essere presente in ogni momento di questo tempo che per i credenti è molto importante.
Il presagio che il tutto non sarebbe stata una passeggiata l'ho avuto due venerdì fa, quando coi ragazzi più grandi sono andato nel bosco vicino al fiume che si trova a circa due chilometri del centro per tagliare le foglie di palma per adornare l'hogar in vista della Domenica delle Palme. Per un paio d'ore ci siamo addentrati in una foresta in cui dovevamo usare i machete per farci strada e dovevamo stare attenti a non toccare alcune piante che subito facevano venire l'urticaria ma per i ragazzi è stata un'esperienza unica perchè gli pareva di vivere chissà qualche avventura, erano talmente presi dal compito che gli era stato assegnato che non si sono resi conti che il tempo era praticamente volato. Abbiamo avuto anche l'occasione di vedere da lontano qualche scimmia e di portare a casa anche un paio di papaya ancora verdi, buone per fare una gustosa insalata, con la promessa di ritornare in questo luogo per raccoglierne di più.
Al ritorno dalla foresta troviamo il viceparroco che è venuto a confessare ed è qui che faccio un'amara sorpresa: ben 10 fanciulli non vogliono chiedere perdono dei loro peccati ed alla domanda di Liliana sul motivo di ciò le risposte non sono soddisfacenti per cui mi viene affidato il compito di fargli una lezione sul significato e sull'importanza di questo sacramento, anche se personalmente sono colpito dalla cosa perchè mi coinvolge direttamente visto che per 9 di loro sono stato catechista e 2 sono miei figliocci... Mi chiedo dove possa aver sbagliato, mi interrogo se non sono stato sufficiente chiaro o capace di trasmettere loro l'importanza della confessione ma ormai la patata bollente è nelle mie mani e non mi resta che prepararmi, cercando di essere convincente e di farli riflettere, dando poi loro la libertà di scelta se riconciliarsi con Dio o meno. Prima però devo adempiere al mio compito di padrino: chiamo singolarmente i mie due figliocci e gli parlo, voglio capire il motivo di questo comportamento per poterli orientare, consigliare o soltanto dirgli che sono qui per appoggiarli, non solo per comprare ciò che più gli serve, e non per condannarli. La chiacchierata personalmente mi ha soddisfatto e penso che lo stesso valga per loro, viste le espressioni che avevano in volto.
Quanto emerso dai colloqui personali coi due fanciulli mi è stato d'aiuto per il sabato, quando ho fatto una lezione su cosa significa la confessione a chi le si era negato: ho elencato una serie di cause che potrebbero aver portato a questa presa di posizione, gli ho raccontato la mia esperienza personale e chiarito alcuni punti, soprattutto quelli che offrono più spunti per essere contrari a questo sacramento. Alla fine li congedo dicendo loro di cercarmi se hanno ancora dei dubbi e che c'è ancora una possibilità per tornare sui loro passi, basta che lo comunichino al sottoscritto o a Liliana.
La domenica mi sveglio col diluvio: piove talmente tanto che il salesiano che deve venire a celebrare non può venire perchè c'è il rischio che si impantani con la macchina. Che faccio? Ormai i più avevano preparato le loro croci intrecciando le foglie di palma ed erano entusiasti all'idea di sventolarle in processione... Dovevo fare qualcosa, era una domenica diversa dalle altre ed era importante far passare questo messaggio ai bambini. In pochi minuti organizzo il tutto: avrei letto prima il Vangelo relativo all'entrata di Gesù a Gerusalemme e poi, assieme a due delle ragazze più grandi, la Passione mettendoci in messo un canto in cui si sarebbero sventolate le palme.
La settimana inizia con Liliana che mi comunica che a metà settimana sarebbe partita per una breve vacanza con la famiglia ed avrebbe lasciato a me le redini dell'hogar, assicurandomi di lasciare tutto organizzato in modo che non avrei avuto problemi: per le celebrazioni di giovedì e domenica era sicura la presenza di Padre Henk, un sacerdote salesiano mentre per il venerdì santo io ed il gruppo della pastorale ci saremmo preoccupati della Via Crucis vivente. Restava scoperto solo il sabato santo: su consiglio di Padre Ottavio, con Liliana siamo andati dal parroco della nostra zona a chiedere se poteva venire lui o il suo vice.... Non lo avessimo mai fatto! Oltre a negarsi, ci dice cose che personalmente mai mi sarei aspettato da un uomo di fede e non proprio rispettose: si ritorna mestamente al centro, consapevoli che è meglio evitare che i 10 ragazzi che voglio chiedere perdono dei loro peccati vadano in parrocchia, potrebbero vivere una brutta esperienza ed è meglio portarli il giorno dopo alla cattedrale situata nella piazza principale di Santa Cruz.
Devo ammettere che questa scelta non è stata proprio azzeccata poichè, una volta giunto lì, riesco a trovare un sacerdote che mi avvisa che non ci saranno confessioni perchè la notte precedente sono continuate fino a notte tarda. Che fare allora? Potevo gettare la spugna? Assolutamente no visto che i famosi 10 ragazzi mi avevano confidato che ora desideravano purificare la propria anima. Cerchiamo una chiesa aperta: dopo due tentativi falliti, ne troviamo una e c'è pure un prelato che sta confessando. Ci mettiamo seduti, invito i fanciulli a mettere in pratica quanto gli avevo detto il sabato, di tanto in tanto osservo il sacerdote e mi colpisce il fatto che è sempre sorridente. Ad un certo punto si avvicina a noi e ci chiede il motivo per cui siamo lì: gli spiego come stanno le cose e lui ci dà il benvenuto, ricorda ai pargoli come fare l'esame di coscienza e mi dice che ci aiuterà a realizzare il nostro proposito, dopo aver dato la precedenza agli anziani.
Durante l'attesa mi si avvicina una signora, mi chiede se siamo di un hogar e mi confida i suoi problemi: vorrebbe far entrare i suoi tre figli in un centro visto che si sta separando da suo marito e non può mantenerli... Una storia che ho già sentito e mi rattristo per quei bambini che stanno offrendo per una colpa non sua ma non posso non notare che la donna è accompagnata da un uomo che credo sia il nuovo compagno: mi chiedo allora il motivo di quella confidenza, non è che voglia ricominciare da zero mettendo da parte anche chi ha messo al mondo? Non posso giudicarla, non la conosco nemmeno: penso solo che purtroppo sono sempre gli indifesi , i più deboli che pagano le colpe di altri.
Arriva il nostro turno e noto con soddisfazione che i ragazzi hanno un espressione serena e contenta dopo aver parlato col sacerdote: la stessa che credo di avere quando è toccato a me confessarmi visto che l'espressione sempre sorridente, il modo di parlare di quel vecchio prelato mi hanno fatto sentire amato e felice di esserlo.... Una sensazione che credo non abbia mai provato prima!
Il venerdì pomeriggio è in programma la Via Crucis vivente: purtroppo del gruppo pastorale ci troviamo solo in due perchè gli altri hanno dato forfait per alcuni impegni già presi... Un peccato visto che è venuto meno lo spirito di squadra e per i ragazzi. Non mi scoraggio e cerco di dare il meglio, così come lo fa don Eliseo che era incaricato di aiutare i ragazzi ad inscenare: il risultato direi è ottimo in quanto tutti hanno partecipato ed alla fine mi è venuto spontaneo congratularmi con gli attori che hanno dato proprio il massimo e con la nostra guardia notturna perchè è riuscito a mettere in piedi un qualcosa di incredibile, seppur non sia un credente... Credo che questo sia stato un vantaggio poichè a volte chi è praticante tende a strafare per rendere omaggio a Dio e rischia di perdere di vista l'essenziale.
Se il venerdì mi ha messo a dura prova il sabato non è stato di meno: l'attesa che mi confermassero o meno la venuta di un sacerdote per la veglia pasquale mi assillava perchè sapevo che sarebbe toccato a me in qualche modo sostituirlo, in caso non fosse arrivato. Mi continuavo a chiedere se ne fossi capace, anche se mi stavo preparando a tale eventualità e avevo già chiesto consigli a destra e a manca, e mi sentivo particolarmente ansioso. Fortunatamente l'idea di preparare dei biscotti al cioccolato per i ragazzi mi ha aiutato ad allentare la tensione: visto che non c'erano soldi in cassa per regalargli della cioccolato, ho pensato che questo sarebbe stato il mio regalo di Pasqua per loro. Mi hanno aiutato due gruppi: uno di ragazze al mattino ed uno di maschietti il pomeriggio, così da fare distinzioni e per condividere un po' di tempo assieme a loro.
Nel primo pomeriggio Liliana mi conferma che non sarebbe venuto nessuno a celebrare e, per telefono, mi incoraggia dicendomi che è sicura che avrei fatto bene... In quel momento ero nel panico più totale in quanto sapevo che i riti della benedizione del fuoco e dell'acqua chiaramente non avrei potuto realizzarli ma qualcosa andava fatto, una veglia così importante non poteva essere da parte. Comincio a pensare: sicuramente avrei scelto qualcuna delle letture proposte, avrei dato una piccola spiegazione adattandola alla vita quotidiana e sicuramente Don Claudio mi avrebbe dato una mano coi canti.
All'avvicinarsi del momento in cui avrei suonato la campana per avvisare dell'inizio della veglia ero sempre più teso, impaurito... Mi sentivo indegno di essere lì ma ero stato scelto, non c'era alcuna via di scampo: l'unica soluzione era guardarsi dentro e trovare la forza che è racchiusa nel nostro cuore, in ciò che crediamo... Se credo in Dio tutto sicuramente andrà bene!
Ho invitato tutti a seguirmi nel salone delle visite: gli ho detto di chiudere gli occhi e gli ho chiesto se potevano vedere. Alla loro risposta negativa gli ho proposto di pensare ad una luce che illumina, scalda e rischiara il cammino e che è Gesù stesso.
Dopo una breve processione siamo entrati nella cappella dove abbiamo acceso le candele e poi alcuni ragazzi si sono alternati nella lettura di alcuni brani della Bibbia proposti per celebrare il Sabato Santo, al cui termine davo una piccola riflessione. Non mi ricordo cosa abbia detto ma molti mi hanno riferito che gli è piaciuta la semplicità e il modo con cui ho parlato, alcuni sono stati particolarmente colpiti da quanto ascoltato: ammetto che non è tutta farina del mio sacco, ho cercato di donare agli altri quanto mi diceva il mio cuore anche se era molto intimo, personale e ringrazio il Signore che mi ha dato il coraggio per farlo. Al termine della veglia ero veramente stanco, privo di energie, svuotato perchè avevo davvero tutto ed ero contento, mi trovavo ad essere felice sapendo che non avrei ricevuto nulla in cambio dello sforzo fatto.
Il giorno di Pasqua mi sono svegliato con un proposito: fare gli auguri a ciascun ragazzo. Motivo? Troppo facile farli in generale: il fatto di chiamare a sé ogni singolo fanciullo e dirgli “Feliz Pascua” era il mio modo per farlo sentire speciale, importante, unico. La risposta è stata positiva: qualcuno è rimasto sorpreso da questa mia mossa, altri sono rimasti senza parole ma tutti hanno dato sfoggio di un bel sorriso nel sentire le mie parole.
Dopo la Messa ho ricevuto il regalo più bello: la felicità dei ragazzi nel ricevere come merenda i biscotti che avevo preparato il giorno prima. Gli sono piaciuti un sacco ma quel che più vale è aver visto quei volti contenti, gioiosi che dicono più di mille parole e mi hanno ampiamente soddisfatto perchè ho contribuito in qualche modo alla loro allegria: mi sa che questa Pasqua rimarrà a lungo tra i miei ricordi.
Har baje

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