mercoledì 7 febbraio 2018

Un trasferimento dolceamaro

Ne ho visti di ragazzi passare per il centro: ne ricordo bene i volti, i bei momenti passati assieme ed anche quelli brutti. Ho dato il benvenuto a più di qualcuno ed ho ormai perso il conto di quanti ho salutato perchè destinati ad altri centri o ritornavano con la loro famiglia: momento che non è mai felice per quanto si è vissuto assieme. Mi è capitato varie volte di doverli portare a quella che sarà la loro casa per i prossimi mesi o anni: forse la cosa è più complicata perchè lungo il viaggio li guardo e la testa si riempie di tutti i momenti passati in loro compagnia, non riesco a concepire il fatto che ormai le nostre strade prenderanno due direzioni diverse anche se ho l'onore e l'onere di essere tra gli ultimi a salutarti e dargli gli ultimi consigli. A dirla tutta i trasferimenti mi lasciano sempre triste anche se sono consapevole che vengono fatti per il bene dei fanciulli.
Solitamente chi ci lascia lo fa durante le vacanze estive, quindi tra dicembre e gennaio, allo scopo che abbia il tempo per adattarsi al nuovo hogar prima dell'inizio dell'anno scolastico: purtroppo il trasferimento di oggi è stato un'eccezione, dovuta a chi doveva avvallarlo. Non è l'unica cosa che lo rende per me particolare perchè mi ha in un certo modo coinvolto visto che chi doveva lasciare il centro era una mia figlioccia: sapevo dal giorno che sono tornato che questo momento doveva arrivare presto ma ammetto che mi ha colpito come un fulmine a ciel sereno.
In cuor mio avevo sperato che le due ragazze che ho tenuto a battesimo e comunione fossero andate via durante la mia assenza però per uno strano gioco del destino Sandra era ancora qui quando sono atterrato a Santa Cruz. Mi ero già congedato da lei e da Ruth Karen prima di partire per l'Italia e mi ci è voluto del tempo per riprendermi dalle emozioni vissute in quel frangente: rivivere nuovamente quel momento mi sembrava una sorta di incubo, non credevo di avere la forza necessaria per affrontarlo ma ero convinto che se mi era stata data una seconda opportunità c'era un motivo ben preciso, sebbene mi fosse del tutto sconosciuto. 
Verso mezzogiorno ho avuto un sussulto quanto Liliana ha chiamato nel suo ufficio Sandra ed un altra ragazza: sapevo che era giunto il momento. Non immaginavo però che da lì a poco sarebbe toccato a me recarmi nella stessa stanza e mi fosse chiesto di accompagnare le due al nuovo hogar: non ho esitato a dare il mio consenso, anche se da un lato sapevo che non sarebbe stata una passeggiata. Non ero tranquillo mentre aspettavo l'arrivo dell'assistente sociale e con la coda dell'occhio vedevo la mia figlioccia portare fuori dalla sua camera tutte le sue cose, racchiuse in due/tre bolse di plastica e due zainetti: non era sorridente come al solido, era tesa e i suoi occhi non riuscivano a celare una certa tristezza, il dolore per lasciare tutte coloro con cui aveva legato molto. 
L'aiuto a caricare tutti i suoi averi nella camionetta, accenna un sorriso forzato che nasconde tutto il suo stato d'animo, le consegno un collutorio perchè le servirà per l'apparecchio e partiamo. Durante il tragitto non ho voglia di parlare, Sandra sta zitta e sono solo l'assistente sociale e l'altra ragazza a chiacchierare.
Arrivati a destinazione, aiuto a scaricare i bagagli e suoniamo al campanello: entriamo e poco dopo ci accoglie una suora che si presenta e prende visione dei documenti relativi alle due fanciulle. Nel frattempo ci raggiunge la sorella di Sandra che la saluta e la abbraccia forse perchè intuisce il suo stato d'animo. L'assistente sociale spiega che la ragazza sta facendo un trattamento per sistemarle i denti e che dovrebbe essere seguita dallo stesso dentista: la suora fa cenno di capire la cosa ma è preoccupata su come portarla. Al sentire la proposta che posso andarla a prendere e riportarla lì dopo il controllo rimane felice, anzi mi dà già le indicazioni su come si potrebbe organizzare la cosa: rimango quasi sorpreso, non speravo che mi fosse data questa opportunità!
Subito dopo arriva il momento più duro, quello dei saluti: dopo avergli dato le ultime raccomandazioni, mi congedo da Sandra e lei si alza dalla sedia e mi dà un forte abbraccio. Non è un addio ma solo un arrivederci perchè mi è stata data la possibilità di poter seguire, seppur in maniera differente, ancora questa fanciulla: grazie a ciò questo trasferimento non si è limitato a qualche lacrima amara ma mi ha regalato anche qualche piccola gioia.
Har baje

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