martedì 27 febbraio 2018

Al mercato

Ogni martedì vicino alla piazza principale di Valle Sanchez, ad una manciata di chilometri dall'hogar, c'è il mercato ed io ne approfitto per rifornirmi di frutta e verdura. Solitamente mi servo della stessa bancarella però stamattina mi è capitato qualcosa di diverso.
Come sempre nelle prime ore del mattino c'era molta gente intenta a comprare ed io aspettavo pazientemente il mio turno quando con la coda dell'occhio vedo passarmi di fianco un ragazzino, che vista l'età dovrebbe essere a scuola in quel momento. “Magari non è del posto e quindi va a scuola nel pomeriggio” mi dico ed è proprio sul finire di questa riflessione che il fanciullo mi si pone davanti, mi guarda e mi chiede in che cosa potrebbe essermi utile.
Sebbene all'inizio fossi sbalordito da quelle parole, dette da un coetaneo dei bambini che mi sono affidati, non ho esitato a chiedergli il prezzo dei broccoli ed a farmi servire: certo c'era un po' di imbarazzo da parte mia, forse legata all'età del garzone ed ai preconcetti legati al fatto che ho avuto la fortuna di nascere e crescere in Italia. 
E' capitato ancora che siano dei ragazzini a vendermi delle cose: ricordo ancora la prima volta che mi era successo, circa due anni fa. Allora dovevo comprare del materiale scolastico che mi avevano chiesto i miei figliocci ed al mercato ho trovato una bancarella dove una signora dormiva e sua figlia stava facendo i compiti: è stata quest'ultima a seguirmi nell'acquisto, scrivendo i prezzi su un foglietto a quadretti e facendo i conti a mano. Mi ha fatto una grande tenerezza, non potevo non notare gli sforzi profusi nel tentativo che tutto andasse per il meglio e, quando mi sono accorto che aveva sbagliato il totale a mio vantaggio, le ho fatto notare l'errore e l'ho aiutata nel rifare il conteggio. 
Stamattina la scena si è ripetuta con l'eccezione che il fanciullo aveva il sostegno della madre, sebbene occupata con altri clienti, alla quale si dirigeva per avere conferme sui prezzi. La stessa signora si è poi rivolta a me per sapere se avessi bisogno d'altro, per timore che il figlio avesse agito con troppa velocità e si fosse dimenticato qualcosa, e poi si è complimentata con lo stesso perchè aveva fatto tutto bene. E' stata una bella scena ma mancava qualcosa, la stessa dell'episodio di due anni fa: una figura maschile adulta, ovvero il papà. Ho ormai imparato che spesso qui le donne vengono lasciate sole coi propri figli e devono perciò rimboccarsi le mani per crescerli e farli studiare. Molte volte li portano con loro al lavoro perchè non hanno altra alternativa ed accade che si facciano aiutare dai fanciulli, che si trovano così a collaborare per arrivare a campare a fine mese con tutta la famiglia ed a fare i compiti tra un cliente e l'altro. 
Non è escluso che i bambini lavorino anche se vivono con entrambi i genitori: questo perchè purtroppo non ci sono i soldi sufficienti per mantenerli... E' altrettanto vero anche che ci possano essere altri motivi per cui si verifichi questa situazione: ammetto che molti non ne conosco ma alcuni li ho imparati ascoltando le storie dei ragazzi del centro. E' grazie a loro che ho messo da parte l'idea di non farmi servire da minori al mercato: se la giustizia fosse di questo mondo non dovrebbe esistere che un fanciullo di 10 anni lavori come venditore ambulante ma, vivendo in una realtà ricca di ingiustizie, un bambino si ritrova a lavorare ed a non giocare per poter mangiare ed aiutare la propria famiglia, sempre nel caso che ce l'abbia.
Har baje

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